P:O:B : Torfinn Sirnes (guitars, programming)

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Gruppo:P:O:B

I P:O:B (acronimo di Pedestrians of Blue) sono, almeno per chi scrive, una delle “facce nuove” più interessanti dell’attuale panorama internazionale del rock, un ambiente spesso (anche gradevolmente!) “monopolizzato” da veterani, “ritorni” vari e progetti all’insegna delle “tutte stelle”.
La loro miscela di melodie malinconiche, prog, AOR e hard-rock mi ha davvero conquistato, istigandomi pure una certa curiosità in merito ad un gruppo che, nonostante una discreta “fama” underground, mi era completamente sconosciuto e che ritengo meriti tutta l’attenzione possibile da parte degli addetti ai lavori e del pubblico.
Le parole di Torfinn Sirnes, chitarrista del collettivo con base a Haugesund, sono servite a farmi conoscere meglio l’essenza di una band e di un disco (“Crossing Over”) veramente appassionanti e mi auguro che esse possano essere altrettanto utili per i lettori di Eutk che, sono sicuro, non si “accontentano” solamente dei “grandi nomi” e sono molto attenti anche a quelli attrezzati per diventarlo (con un po’ di “fortuna”) nell’immediato futuro.

Per iniziare questa chiacchierata, ti va di spendere qualche parola per presentare ai nostri lettori, specialmente a quelli che magari non conoscono molto bene l’arte di cui siete capaci, la Vs. musica e il Vs. debutto sulla lunga distanza?
Ciao a tutti! Siamo una band di hard-rock norvegese che ha realizzato il suo primo album dal titolo “Crossing Over” quest’estate. La nostra musica è dark, a volte progressiva, ma con una grande enfasi sulle melodie. I 12 brani del disco raccontano la storia di un giovane che sta cercando di superare una crisi personale – descrivendo, dal suo punto di vista, gli alti e i bassi che tale situazione comporta. L’album è stato licenziato ufficialmente solo in Norvegia, ma può essere reperito facilmente tramite il nostro sito web.

Come anticipato, sono rimasto davvero impressionato dal Vs. modo suggestivo ed emozionante di fare musica. Qual è stato il percorso che Vi ha condotto a questo sorprendente risultato creativo?
Tutto è iniziato alcuni anni fa, quando io e Johs (il cantante solista) cominciammo a scrivere musica insieme. Sviluppammo piuttosto velocemente un suono da noi giudicato interessante, capace di combinare il progressive con elementi di rock melodico e moderno, e avviammo la stesura di canzoni con l’idea di realizzare un concept album. I primi pezzi furono registrati esclusivamente da me e da Johs ed inseriti in un demo intitolato “Circles of Butterflies”. In seguito al nucleo base si aggiunsero altri musicisti, Rudolf Fredly (basso) e Harald Levang (batteria), e con loro realizzammo un Ep (“The second monologue”), pubblicato sotto l’egida della nostra label personale, nel 2005. Proseguendo l’attività di scrittura nella medesima direzione, giungemmo infine, l’anno scorso, al completamento del concept e fummo pronti per la registrazione del nostro full-length, la quale venne effettuata in diversi studi, in Svezia e Norvegia. Il disco è stato così portato a termine e pubblicato in Norvegia. Ad esso hanno contribuito alcuni nostri amici davvero ricchi di talento: Daniel Palmqvist ha collaborato con la sua formidabile chitarra, mentre Daniel Flores ha mixato e ha suonato la batteria nella maggior parte del Cd. Il tutto è stato, poi, masterizzato da Mika Jussila.

Daniel Flores, Daniel Palmqvist e Mika Jussila sono nomi piuttosto noti nell’ambito del rock music biz internazionale. Come li avete convinti a fornire il loro apporto?
Daniel Palmqvist è un nostro grande amico. Johs lo conobbe a Los Angeles, allorché frequentavano la stessa scuola. Io e Daniel abbiamo scritto “The Other Side” e quindi è stato naturale che fosse lui ad occuparsi del solo in quel brano. Lo ritengo un intervento splendido, eseguito da un gran musicista e da un ottimo amico. Abbiamo conosciuto Daniel Flores grazie a lui. Anche Flores è un’ottima persona oltre che un artista di talento, e così gli abbiamo chiesto di suonare su alcune tracce del disco e di occuparsi del suo mixaggio. Conoscevamo Mika Jussila per la sua attività con i Masterplan e visto l’ottimo lavoro svolto in quell’occasione, lo abbiamo voluto anche sul nostro album. I risultati sono eccellenti.

La Vs. biografia cita i nomi di Queensrÿche, Dream Theater, Black Sabbath e Toto per indicare le Vs. influenze primarie. In effetti, nel suono di “Crossing Over” ho rintracciato tracce di Ryches, Sabs, DT, ma anche bagliori di Rush, Marillion, Saga, Yes e Styx, tutti armonizzati in una favolosa e personale mistura. Cosa ne pensi di questa valutazione?
Grazie per i complimenti. Sono molto felice di sentire che l’album ti piace. Effettivamente gli Yes sono anch’essi una grossa fonte d’ispirazione, specialmente per Johs. Ho sicuramente ascoltato anche Rush e Marillion, mentre sinceramente la musica di Saga e Styx non è molto familiare a nessuno di noi. Forse dovrei darci un’ascoltatina e verificare.

Le Vs. canzoni mi hanno messo in enorme difficoltà … non sono stato in grado in nessun modo di effettuare una loro classifica di merito. Ce n’è una (o più) di cui siete particolarmente orgogliosi e che ritenete rappresentativa del Vs. stile?
E’ una scelta difficile, perché sono orgoglioso di ognuna di esse allo stesso modo. “Crossing Over” o “World of Things”, forse. Queste canzoni presentano parecchie suggestioni diverse, in cui c’è molto da “scoprire” – ma penso anche che siano molto melodiche e dirette.

Come ci hai anticipato in sede di presentazione, i testi del disco raccontano la storia di un giovane impegnato nella sua personale “battaglia” tra famiglia, amore e religione. A cosa Vi siete ispirati per la loro stesura? Sono presenti degli aspetti, in qualche modo, autobiografici? Quanta importanza attribuite alle liriche per la riuscita di un prodotto musicale?
Ho lavorato duramente sui testi, poiché ritengo che essi debbano essere molto di più che un semplice “supporto” alla musica. La storia è ispirata ad alcune opere rock che ho avuto la possibilità di ascoltare e apprezzare, come “Operation: Mindcrime” o “The Crimson Idol” e non è così facilmente accessibile. E’ aperta a varie interpretazioni, ma spero pure che ogni canzone conservi un suo significato anche se presa singolarmente. Almeno questa era la nostra intenzione. Tutti i testi sono scritti in “prima persona” e anche se ci sono piccoli riferimenti alle nostre vite, non posso dire che essi siano completamente autobiografici.

Anche l’artwork del Cd è particolare e intrigante. Qual è il suo significato?
E’ semplicemente “giusto” per noi. Volevamo evitare i tipici disegni di stampo fantasy e abbiamo cercato qualcosa di più malinconico. Adoro l’immagine “in evidenza” della foglia caduta dall’albero in un giardino. Può simboleggiare la vulnerabilità delle nostre relazioni con le persone di cui abbiamo bisogno per dare un significato autentico alle nostre vite. Sembra, inoltre, che essa sia in grado di “attraversare la strada”, mentre è destinata solamente a trasformarsi in polvere. Mi piace anche la strada sfocata sullo sfondo. La strada che va avanti senza di noi. E’ la continuazione di un tema sviluppato nell’Ep (“The Second Monologue”) ed entrambe le foto sono state realizzate da un talentuoso fotografo giapponese, Jin Akiko.

I P:O:B hanno realizzato due dischetti autoprodotti, che hanno ottenuto recensioni ampiamente positive e conquistato l’interesse di varie etichette discografiche … eppure “Crossing Over” esce nuovamente per la Vs. FishFarm? Perché?
Abbiamo valutato che le labels disponibili ad offrirci un contratto non potevano fare niente che non fossimo in grado di fare da soli. Ritengo sia stata una giusta decisione, almeno per la Norvegia, la nostra nazione, ma credo anche che ora sia necessaria una label che fornisca al disco un’adeguata distribuzione per l’Europa e per il resto del mondo.

Come valuti l’attuale stato di salute della scena “prog rock/metal” e in che modo ritieni che la tua band possa contribuire alla sua “prosperità”?
Credo che ci siano molti grandi gruppi, là fuori, ma anche parecchie “copie” di modelli affermati.
Spero che il nostro sia un suono personale e mi auguro che i rock fans siano disposti a scoprirlo gradualmente.

Quali sono state, finora, le esperienze migliori che avete vissuto nella Vs. carriera? E quali quelle peggiori?
Riuscire a suonare dal vivo con i P:O:B per la prima volta è stata davvero un’esperienza speciale e gratificante! Non riesco a pensare ad alcuna situazione particolarmente negativa, a dire la verità.

Qual è il Vs. sogno come musicisti? Voglio dire, qual è la Vs. idea del “successo”?
Essere in grado di vivere della propria musica, questo credo sia il sogno di ogni musicista.

Avete previsto un’attività dal vivo (magari anche in Italia!) per promuovere il disco?
Ci piacerebbe suonare dal vivo il più possibile, ma fino ad ora la cosa sembra limitata alla sola Norvegia. Abbiamo previsto di farlo anche al di fuori dei nostri confini, ma è troppo presto per poter dire qualcosa di concreto. Gradiremmo molto venire in Italia, poiché abbiamo ottenuto feedback assai positivi, ma probabilmente per poterlo fare abbiamo bisogno di un’etichetta che ci supporti.

Cosa ci dici della vita in Norvegia? Quali sono i tuoi interessi al di fuori della musica?
La vita in Norvegia è piacevole. Godiamo di parecchia libertà e abbiamo uno standard di vita piuttosto elevato. Il clima, però, naturalmente fa schifo. Per quanto riguarda il tempo “libero”, mi piace leggere romanzi e libri di storia, mi piace il cinema e bere una birra in buona compagnia. Adoro anche viaggiare e a questo proposito ho intenzione di passare alcuni giorni in Italia (a Perugia e Roma), il mese prossimo.

Qualcos’altro da aggiungere a beneficio nei nostri lettori?
Visitate i nostri siti http://www.pedestriansofblue.com
e http://www.myspace.com/pedestriansofblue.
Se Vi piace quello che ci trovate comprate l’album e così ci consentirete di farne un altro!

Intervista a cura di Marco Aimasso

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