Falconer (Tomas, guitars)

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Gruppo:Falconer

Intervista raccolta da S. Rapetti
Traduzione a cura di E. Golzio

Iniziamo parlando del vostro nuovo album, a mio giudizio molto buono e probabilmente uno dei migliori pubblicati nel corso di quest’anno. Vi considerate soddisfatti del prodotto finale?

Siamo molto felici e, onestamente, non mi sono mai sentito così soddisfatto come questa volta. Prova di questa mia condizione è che normalmente inizio a pensare agli aspetti che vorrei migliorare appena un paio di settimane dopo la realizzazione di un disco, questa volta, invece, non ho ancora trovato nulla da ritoccare e ormai sono già passati mesi dal termine delle registrazioni!

La prima domanda è anche riferita al ritorno di Mathias Blad nel vostro team. Com’è avvenuto?

Come ho cominciato a produrre materiale per il nuovo disco, in puro e genuino stile Falconer, la voce di Mathias ha preso a girarmi in testa, dal momento che sapevo sarebbe stata la persona giusta per lavorare al disco nella maniera a noi più consona. Affinché il materiale risultasse buono, era dunque necessario riportarlo nel gruppo altrimenti il disco non avrebbe raggiunto il massimo risultato.

Ehm…nel frattempo, Mathias si è trasformato in un vero metallaro o è forse Stefan ad essere diventato un fan dei musicals?

Nessuna delle due cose. So che apprezza alcuni vocalist in ambito metal ma è lontano dall’essere interessato al genere. Per quanto mi riguarda, mi piacciono diversi pezzi ed arrangiamenti di musicals ma non posso proprio farcela ad ascoltare un opera per intero!

“Northwind” è il vostro quinto album, un’altra realizzazione rigorosamente coerente con il sound dei Falconer che ha inoltre determinato un passo avanti a livello musicale, siete d’accordo?

Assolutamente si. Direi che siamo tornati alle origini ricorrendo a tutte le nostre capacità per rendere il prodotto il migliore possibile. Arrangiamenti studiati, assoli, tastiere, orchestrazioni, ecc…Credo si riesca a percepire abbastanza chiaramente che, anche se l’album è il seguito di “Chapters…”, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, da allora! Negli ultimi anni, infatti, abbiamo decisamente acquisito abilità maggiori.

Quali sono i fattori a cui prestate maggiormente attenzione durante la pubblicazione di un album? Cosa potete raccontarci in merito all’ultimo?

Bè, navigo quotidianamente in Internet per scovare recensioni che ci riguardano allo scopo di capire cosa la gente pensa di noi e, certe volte, scopro che alcuni pezzi vengono interpretati in maniera totalmente errata, o che l’opinione generale su certe cose è del tutto differente dalla mia, per esempio. Direi quindi che al momento il sentimento da cui sono maggiormente stimolato è la curiosità.

Di cosa trattano le lyrics questa volta? Sono ispirate a fantasia o a storie vere? L’artwork della cover sta a simboleggiare qualcosa in particolare e, se si, come si collega con il titolo del disco?

I testi delle canzoni sono molto vari: “Home of the knave” parla di Gorge Bush, mentre un pezzo come “Tower of the queen” si riferisce alle bellone svampite dei reality show. “Long gone by” è semplicemente un pezzo sentimentale e “Himmel °sa trin” parla del prepararsi all’inverno cogliendone tutti i segnali.
L’artwork della copertina è un’interpretazione del titolo del disco ma anche una rappresentazione visiva a testimonianza del nostro ritorno alle origini.

Sono presenti guest appereances nell’album?

No, la sensazione fin dall’inizio è stata che questo disco avrebbe dovuto rappresentare l’essenza più pura dei Falconer.

L’edizione limitata di “Northwind” includerà un secondo CD. Puoi dirci qual è il suo contenuto?

Le canzoni tradizionali sono da sempre una sorta di marchio di qualità dei Falconer, anche se non ne abbiamo prodotte in gran quantità. Questa volta abbiamo avuto la possibilità di proporre delle vere e proprie chicche. Avevamo a disposizione dei pezzi inutilizzati e non volevamo comporne altri quattro in fretta e furia da inserire come bonus, così abbiamo utilizzato quelli già disponibili: tre di questi sono canzoni tradizionali svedesi, di cui due sono state “metallizzate”, mentre la terza ha mantenuto il suo dolce e rassicurante carattere tradizionale. Poi, c’è un pezzo islandese che mi ha seguito dal mio “periodo vichingo” nei Mithotyn: si tratta della titol track di un film sui vichinghi ambientato in Islanda durante il nono secolo. La canzone è comunque in lingua svedese. Credo ci sia qualcosa di speciale nel rielaborare le canzoni della tradizione anche perché non si allontanano di tanto dal nostro sound.

In molti pensano che le nuove bands heavy/ power metal non facciano altro che copiare idee ed utilizzare formule vincenti di storici gruppi poiché non hanno nulla da offrire. Qual è la tua posizione relativamente a questa convinzione?

Direi che i Falconer non traggono la loro ispirazione dal metal, bensì dalla musica folk e dal folklore, in generale. Il metal è solamente il genere attraverso cui ci esprimiamo. Se amate le melodie e le atmosfere di tempi antichi, oltre naturalmente ad apprezzare il metal, allora siamo la band che fa per voi!

Qual è la lezione più importante che avete imparato relativamente all’industria musicale in ambito metal?

Non aspettarsi nulla. Il metal è un genere talmente di nicchia che se non diventi super-famoso generalmente tendi a rimanere relegato sempre nello stesso punto sperando di avere maggiori occasioni.
Bè, a mio parere, ciò che di più prezioso si ottiene da questo lavoro sono soddisfazione personale ed autostima, ah, ah!

Cosa ricordi dei passati tour ed delle esibizioni live? Pensi che esista una possibilità di assistere ancora ad un live show dei Falconer?

Direi che ci siano possibilità limitatamente ai festival, per il resto la vedo difficile. I ricordi più belli li ho relativamente ai festival estivi, ai fan, ecc…Per quanto riguarda invece il tour, è stata sicuramente un’esperienza divertente sotto molti aspetti, ma non minimamente paragonabile alla possibilità di esibirsi al Wacken, per esempio.

Per concludere, c’è qualcosa che vorresti dire ai vostri fan italiani?

Spero che riusciremo a tornare in Italia, prima o poi, e che quando ciò avverrà ci sia più caldo di quanto ce ne fosse in tour. Saluti a tutti i fans!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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