Dark Moor - Enrik Garcia (chitarrista)

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Gruppo:Dark Moor

Tornano in pista i Dark Moor che, passati dalla Arise alla Scarlet, hanno ora realizzato un ottimo album quale "Tarot", un lavoro che spazza letteralmente via tutte quelle nubi che avevano parzialmente oscurato il precedente "Beyond the Sea", ripresentandoci così la formazione spagnola al proprio top, compositivo ed esecutivo. Con noi il leader storico, il chitarrista Enrik Garcia…

Partiamo ovviamente dal nuovo album "Tarot", Come mai la scelta di questo titolo e del suo concept?
Sin dall’inizio avevamo l’idea di realizzare un concept album, ma allo stesso tempo non volevamo un CD che avesse un inizio ed una fine, come nel caso di una metal opera o qualcosa del genere, noi volevamo che ogni canzone mantenesse una sua individualità. Siamo pertanto giunti ai "Tarocchi" perché amiamo la magia che vi aleggia attorno, un alone esoterico che circonda tutte le figure dei Tarocchi. Suonano misteriose, potenti e piene di meraviglia.
 
Ad ogni modo oggigiorno i concept, sopratutto quelli a tema Fantasy, sono frequenti tra i gruppi di Epic/Power Metal. Come avete affrontato l’aspetto lirico?
Fondamentalmente I testi sono collegati ad ogni singola carta ed al suo significato, ma il concetto generale è legato alla magia ed al mistero.
 
Come si è sviluppato il songwriting e la realizzazione del nuovo disco?
Bene, c’è stato un lungo percorso da quando abbiamo iniziato a scrivere le canzoni sino alla completa realizzazione dell’album, ma non abbiamo usato un metodo particolare per questo processo, abbiamo semplicemente iniziato a comporre e poi prenotato lo studio per quando tutti i membri del gruppo sarebbero stati disponibili per viaggiare sino in Italia per le registrazioni.
 
Episodi divertenti che vi sono capitati durante le registrazioni? (che si sono tenute a New Sin Studios, con Luigi Stefanini)?
Niente di particolare. Luigi sa benissimo come svolgere il suo lavoro e noi eravamo già pronti da un sacco di tempo, pertanto ogni cosa si è svolta velocemente e facilmente.
 
Ci sono degli ospiti sull’album?
Si, abbiamo Manda Ophuis dalla band olandese Nemesea. Stavamo cercando una voce femminile che potesse accompagnare Alfred in un paio di canzoni. Quando abbiamo contattato Manda lei si è dimostrata subito entusiasta di partecipare al progetto, inoltre conosceva già la nostra band. La sua voce ci è piaciuta talmente tanto che alla fine ha cantato sulla maggior parte delle canzoni.

Dopo un paio di albums sembra che Alfred Romero abbia preso il pieno possesso del ruolo di frontman, rendendosi autore di una performance superba, sei d’accordo?
Assolutamente amico, ha fatto un lavoro impressionante dietro il microfono, anche se alcuni motivi famigliari gli hanno impedito di prepararsi sulle canzoni.
 
La presenza di Manda serve per arricchire le vostre canzoni oppure è da intendersi anche come un richiamo al vostro passato con Elisa?
Solo un arricchimento. Come anche tu potrai appurare, la voce di Manda non ha niente a che vedere con quella di Elisa. Manda è decisamente più dolce e ha un’impostazione lirica. Elisa ha lasciato la band da ormai quattro anni, non c’è più alcun legame con lei, è una cosa che ormai fa parte del passato, che sopravvive solo nei vecchi CD dei Dark Moor.
 
"The Chariot", "Death" e sicuramente "The Moon" sono, secondo me, alcuni dei momenti più interessanti del CD. Quali sono invece le canzoni che preferisci tu e quelle dal maggior potenziale?
Difficile dirlo, ad ogni modo io sceglierei "The Moon", per I suoi arrangiamenti orchestrali, il lavoro entusiasmante del Coro "Sincopa 8", e ovviamente anche per il cantato di Alfred, che è letteralmente strepitoso. Non abbiamo ancora avuto la possibilità di suonare nessuna delle nuove canzoni dal vivo, ma credo che "The Chariot" e "The Emperor" possano diventare dei grandi brani da suonare dal vivo. "The Emperor" poi suona potentissima e "ass-kickin'".

Come è nata l’idea di sviluppare "The Moon" sul tema della Quinta Sinfonia di Beethoven?
AI tempi di "The Gates of Oblivion" era toccato a Mozart con "Dies Irae", su "Beyond the Sea" è stata la volta di Vivaldi con "Vivaldi's Winter", adesso è giunto il momento di Beethoven, e la Quinta Sinfonia suona davvero alla grande e “bombastic”.
 
Sul disco c’è anche una bonus track: "The Fool", che peraltro rappresenta una delle carte più caratteristiche dei Tarocchi, come mai avete scelto proprio questa canzone?
Non c’è stata nessuna ragione in particolare. Abbiamo discusso tutti assieme quello che sarebbe stato l’ordine dei brani ed abbiamo convenuto che questo fosse quello più adatto. Così alla fine è toccato a quella canzone.
 
Cosa è accaduto dopo la realizzazione di "Beyond the Sea"? Come avete raggiunto l’accordo con la Scarlet?
Abbiamo ricevuto parecchie offerte da diverse case discografiche, ma ci siamo accorti che la Scarlet era particolarmente interessata a noi, loro volevano lavorare con noi anche se non avevano ancora ascoltato niente del nostro nuovo materiale. Questa fede cieca nelle nostre possibilità ci ha fatto scegliere la Scarlet.
 
Grazie mille, buona fortuna per il vostro nuovo disco e per i futuri concerti…
Grazie a te per l’intervista e saluti a tutti i vostri lettori ed ai nostri fans. Sicuramente andremo in tour. Ci vedremo ai nostri concerti!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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