KESTMORG: Sheidraam (basso e synths) e Saycorax (batteria)

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Gruppo:Kestmorg

Dopo aver recensito qualche tempo fa il loro MCD "Infective Vultures Receptacle", tocca ora ai due membri fondatori del gruppo, Sheidram e Saycorax, introdurci all’universo Kestmorg: una proposta musicale che, anche se parte da una base Black Metal, prende spesso altri percorsi…

E' passato, diverso tempo dalla mia recensione di "Infective Vultures Receptacle", vogliamo ritornarci sopra? Inoltre, dato che non credo siate stati con le mani in mano, che è successo nel frattempo?
Sheidraam: La recensione mi è sembrata onesta e costruttiva, sia nelle lodi sia nelle critiche; effettivamente la voce femminile andava curata meglio, infatti attualmente stiamo cercando una cantante fissa con la quale elaborare assieme le parti in modo da raggiungere una maggior coesione.
Mi è piaciuta la frase con cui hai concluso: “consiglierei già di cominciare a lanciare sguardi curiosi”, infatti nel frattempo stiamo lavorando a nuove canzoni per uscire con un full-lenght. C’è ancora molto lavoro da fare ma siamo fiduciosi che verranno fuori bene perché dopo l’ep crediamo di essere ulteriormente migliorati nel songwriting e negli arrangiamenti in modo da ottenere qualcosa di più particolare ed interessante.

Facciamo un passo indietro: come sono nati e si sono poi "consolidati" negli anni, i Kestmorg?
Saycorax: I Kestmorg nascono nel ’99 sotto il nome di “Unorthodox” per mano mia (drums, vocals) e di Sheidraam (keys, bass, guitars). Nel 2000 entra Keershalt, che sarà il nostro chitarrista fino al 2003. E’ a lui che si deve almeno un terzo della musica composta per l’ep “Infective Vultures Receptacle”, la metà per quella del nostro primo demo “Light Devourers” del 2003 e le nuove canzoni beneficeranno anch’esse di suoi contributi. Nell’agosto del 2004 partono le registrazioni di “infective” e intanto cambiamo il nome in “kestmorg”. Per le registrazioni ci siamo serviti di alcuni “session” tra cui Luciano Lorusso (considerato quasi subito come membro effettivo del gruppo), due chitarristi tra cui Denis Giacomuzzi (che a breve sarebbe diventato il nostro attuale chitarrista ritmico), e una giovane cantante triestina, Alexia. Finalmente le lunghe e travagliate registrazioni (anche a causa della difficoltà di trovare i giusti musicisti per completare la line-up) volgono al termine, nell’agosto 2005 l’ep vede la luce. Attualmente abbiamo trovato la bassista, Heilan, ma stiamo ancora cercando un buon chitarrista solista e stiamo sentendo alcune cantanti.

A proposito quali sono le orgini del nome adottato dal gruppo ma anche quello dei singoli nick Sheidraam e Saycorax ?
Sheidraam: Abbiamo dedicato molto tempo alla ricerca di un nome che ci rappresentasse a pieno. Non volevamo cadere sulla banalità o sulle solite parole in inglese. Cercavamo un’assonanza particolare che non ci identificasse palesemente con un genere piuttosto che un altro. “Kestmorg” non ha un significato preciso, semplicemente ci ispirava e sentivamo che era quello giusto. Come pure i nostri nomi sono tutti inventati.

Rimanendo in tema di lineup, nessuna difficoltà nel doversi "dividere" il cantante Luciano Lorusso con gli Ephel Duath?
Sheidraam: Basta organizzarsi. E’ ovvio che un musicista con altri progetti può esser più occupato di un musicista con un unico gruppo. Pianificando e usando buon senso si riesce a gestir entrambe le cose.

E sempre a proposito di cantanti, avrà seguito la collaborazione con Alexia Pillepich?
Saycorax: No, non avrà un seguito in quanto lei era solo un session per quelle registrazioni in studio. Ora miriamo ad avere una cantante fissa che si integri pienamente nel gruppo e porti valore aggiunto.

Beh... volevo evitare questa domanda, ma non ci riesco proprio: quali ritenete siano le maggiori influenze che avete riversato nel vostro sound? Sono cambiate nel tempo?
Saycorax / Sheidraam: Veniamo influenzati oltre che dai vari tipi di black metal, anche dal death, gothic, trash, industrial. Ogni genere ti dà elementi con cui allargare la propria visione musicale e ti aiuta anche ad esprimere ciò che senti dentro in modo più particolare. Siamo totalmente aperti a tutto ciò che ci può piacere. Potenzialmente moltissime cose, anche insospettabili, possono essere per noi una fonte di ispirazione. Oggi componiamo canzoni di un certo tipo ma in futuro potremmo anche stravolgere tutto. Suoniamo unicamente per passione, non dobbiamo rendere conto a nessuno se non a noi stessi e a quello che ci piace fare.
Non credo che queste influenze siano cambiate nel tempo. Quello che in parte è cambiato è il nostro modo di scrivere ed arrangiare le canzoni. In particolare ci stiamo concentrando sulla struttura e su un cantato ancora più vario.

Sembra invece che non abbiate difficoltà nel trasportare le vostre emozioni e, direi anche la vostra voglia di sperimentare, nelle vostre composizioni, vero?
Sheidraam: Infatti non ci sono difficoltà, ed è proprio da qui che nascono i Kestmorg! Il nostro obiettivo è sempre stato quello di esprimerci musicalmente facendoci guidare appunto da ciò che abbiamo dentro: emozioni complesse, visioni enigmatiche, associazioni strane… da qui nasce di conseguenza anche la necessità di sperimentare vari elementi, senza rimaner legati forzatamente ad un genere piuttosto che ad un altro. D’altra parte se un gruppo vuole comunicare qualcosa, o prende spunto da altri o guarda dentro se stesso e fa venir fuori quel che ha naturalmente in se, stiamo cercando di percorrere sempre di più questa seconda via!
Trasferire nelle canzoni le proprie emozioni però non è immediato e richiede un processo di maturazione continua, ci stiamo impegnando col prossimo full-lenght a concretizzare maggiormente questo lato.

Quali sono invece i soggetti che avete focalizzato nel vostro approccio lirico?
Sheidraam: Anche in questo caso partiamo da quel che abbiamo dentro, dalle nostre visioni, e le esprimiamo in uno stile non troppo esplicito, per lasciar spazio all’interpretazione di chi legge. Si tratta comunque di soggetti e situazioni particolari e spesso irreali; per farti un esempio “Ice-tech Expanse” parla di un gruppo di ragazzi che vivono in un posto strano, una terra ghiacciata ma comunque molto confortevole, e che pensano unicamente a divertirsi (nei vari modi che tutti conosciamo). Queste persone possono vedere ciò che succede nel mondo reale e ne decidono l’avvenire in modo scherzoso e incosciente, ma le loro affermazioni diventano poi ordini inderogabili per le persone normali…
Poi dai testi traspare anche un giudizio personale sulla realtà, che noi inseriamo spesso attraverso queste visioni strane. E’ un approccio che stiamo utilizzando anche per le nuove composizioni e permette di esprimerci al meglio.

Ottima la scelta fatta per l'aspetto grafico, infatti, ho trovato molto ben fatta ed interessante la copertina di "Infective Vultures Receptacle", peraltro un curato Digipack, chi l'ha realizzata?
Saycorax: La copertina è un’opera di Shannon Hourigan, la stessa fotografa che ha realizzato quella dell’album “In Defiance Of Exsistence” degli Old Man’s Child. Visitai per curiosità il sito di Shannon e vidi quella foto elaborata già pronta. Pensai subito che sarebbe stata perfetta per esprimere il senso dell’attuale titolo e decidemmo di comprarla.

Tornando a "Infective Vultures Receptacle", se non erro avete avuto buoni riscontri da parte della critica di settore, ma il vostro EP ha anche aperto qualche spiraglio verso un possibile contratto discografico?
Saycorax: In Italia la maggior parte delle recensioni sono state positive o molto positive. Un po’ meno all’estero, dove credo ci giudichino con meno obiettività. In un certo senso molti gruppi italiani vengono snobbati , … sembra quasi una penalità essere una band italiana!
Finora abbiam ricevuto delle proposte, ma niente di veramente interessante. Mi sembra strano che più case discografiche non si siano fatte avanti con noi perché penso sia evidente la nostra propensione alla professionalità e alla cura dei dettagli. Forse questi elementi da soli non bastano, e cercheremo di andare “oltre” con il prossimo lavoro!

Voi siete un gruppo giovane, quindi le idee dovrebbero nascere (anche se magari influenzate) piuttosto facilmente. Credi invece che band e musicisti che hanno una lunga carriera alle spalle abbiano difficoltà nel realizzare materiale nuovo che sia sempre all'altezza?
Saycorax: Si, credo che in moltissimi casi abbiano anche loro difficoltà. Magari hanno un metodo ben rodato per comporre ma questo non significa che producano automaticamente delle ottime canzoni: a volte anche “i grandi” falliscono un album!
Hai accennato alle idee influenzate: ti posso dire che cerchiamo e cercheremo sempre di più in futuro di produrre canzoni più personali possibili, cercando di eliminare quelle parti che, magari inconsciamente, finiscono per assomigliare troppo ai gruppi che amiamo. Svincolarsi da queste influenze fa parte della nostra crescita artistica.
Spero veramente che con le nuove canzoni la gente non continui ad associarci banalmente e sbrigativamente a certi gruppi famosi. E’ una cosa che non sopporto. Nelle nostre canzoni ci sono molte altre caratteristiche ed influenze, ma forse chi ci ascolta e recensisce è troppo pigro per accorgersene.

Avete già in cantiere nuove canzoni... progetti... concerti... speranze?
Saycorax: Sarebbe utilissimo riuscire ad avere, in tempi relativamente brevi, una line-up completa ed affiatata.
Una volta dato alla luce il miglior full-lenght album che riusciremo a realizzare speriamo di poter trovare una casa discografica seriamente interessata a noi e nel frattempo inizieremo a promuovere l’album.

Siamo giunti alla fine e quest'ultimo spazio è tutto per voi...
Sheidraam: Per chi non ci conosce, venite a trovarci su www.kestmorg.com oppure su www.myspace.com/kestmorg e sentite la nostra oscura proposta musicale! Il nostro EP è ancora disponibile e, come già detto, stiamo lavorando ad un full-lenght che non vi lascerà delusi! Ringrazio inoltre sia te sia lo staff di eutk.net per lo spazio che ci avete concesso, a presto!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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