THE HAUNTED (Peter Dolving, vocals)

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Peter Dolving, il cantante dei The Haunted, ci parla della nuova fatica svedese, chiamata “The Dead Eye”, con la quale la band ha svoltato decisamente nel sound. Il singer si mostra molto fiero e sicuro di sé, ha carisma e idee chiare. Proprio come la sua band.

Il nuovo album segna una decisa svolta nel vostro sound.
“ In effetti si, anche se ad essere onesto molti mi chiedono come mai siamo cambiati così tanto dal nostro esordio “The Haunted”. In realtà siamo sempre noi, e suoniamo sempre la musica che ci piace suonare. Più che cambiamento io la chiamerei evoluzione. È un progredire prima come persone e poi come musicisti.”

Beh comunque resta il fatto che il cambiamento è piuttosto consistente. Siete cambiati così in fretta?
“ Ti ripeto che non si tratta di un cambiamento vero e proprio. Non ci siamo seduti a tavolino e ci siamo detti “Ok, adesso si cambia”. È stato qualcosa di naturale. Eppoi credo che non abbiamo mai fatto due volte lo stesso album. Il disco successivo non è mai stato lo stesso del precedente. È stata un’evoluzione naturale.”

Avete definito “The Dead Eye” come un disco open-mind per persone open-mind. Non credi che questa scelta vi possa far perdere numerosi fans? Sai gli amanti del thrash sono in generale poco aperti alle novità, a loro basta che la band pesti duro.
“ Onestamente non ho nessun tipo di paura. I nostri fans ci seguiranno comunque, abbiamo un nocciolo duro di fans che riempie sempre i nostri concerti in giro per l’Europa. In generale credo comunque che una band non si debba far influenzare da quello che la gente vuole, ma solo da quello che essa stessa vuole. Noi facciamo musica che in primis ci deve soddisfare, poi se anche altre persone l’apprezzano, ben venga.”

Nel vostro album è possibile ritrovare molte influenze, che spaziano dai King Crimson (a detta vostra), passando per i Down e per gli Entombed di “Wolverine Blues”.
“ Non ci piace definirci né categorizzarci, noi ascoltiamo qualsiasi cosa vada dagli Iron Maiden ai King Crimson, oppure Depeche Mode, King Diamond, Autopsy e via dicendo. Per noi il metal è un modo di espressione, è scrivere canzoni quando hai qualcosa da dire. È comunicare emozioni. Sostanzialmente il messaggio non è “Ehi guardami! Guardami! Sono on stage!”, quanto piuttosto “Divertiti, passa momenti piacevoli e sii rock!”. C’è troppa oscurità in giro, la gente inizia ad andare fuori di testa. Dovrebbe iniziare a capire che la vita è meravigliosa.”

Hai appena detto che non ti piace definire la tua musica, ma per anni vi siete riferiti agli Slayer.
“ Beh è una grandissima band, che per anni è stata la nostra primaria influenza. Ancora adesso sono influenti per noi, ma ora sono solo una della tante bands che ci influenzano.”

Sono del parere che l’album non abbia canzoni di punta, ma si basi su una serie di canzoni la cui qualità è sicuramente al di sopra della media.
“ Sono tutti hits! Sicuro! Certo è un mio personale punto di vista, forse anche di parte, ma stiamo parlando di arte. Ti piacere o non piacere, ma nessuno può discutere che si tratti di un disco suonato e prodotto bene, con ottime canzoni. Non mi va di citarne una piuttosto che l’altra, finirei per contraddirmi. Questo è il miglior disco che abbiamo mai fatto.”

Ho notato che tutte le canzoni, come il vostro moniker del resto, iniziano con l’articolo “The” davanti al titolo.

“ Me lo chiedono spesso, mi chiedono se sia uno scherzo, ma non lo è! E quando mi chiedono il perché, sono solito rispondere “perché no?”. Noi siamo i The Haunted, l’album è “The Dead Eye”, la prima canzone è “The Premonition”, la seconda è “The Flood”…(snocciola tutta la tracklist!)”

Come mai ad un certo punto hai abbandonato la band e poi sei rientrato?

“ Sostanzialmente non stavo bene, mi sentivo di merda, avevo un cattivo rapporto con gli altri, ero maniacalmente depresso, avevamo un deal di merda ed ero senza soldi. Comunque è una storia che mi è già stata chiesta molte volte, perciò preferisco andare oltre.”

Qual è l’aspetto migliore e quello peggiore del far parte dei The Haunted?

“ Il peggiore è al tempo stesso anche il migliore. Siamo cinque persone completamente differenti, con grossi limiti per quanto riguarda le capacità comunicative. Onestamente non abbiamo molto in comune.”

Facevate parte del tour in cui è stato assassinato Dimebag Darrel, che ricordi hai?
“ E’ stata una fottuta tragedia. È assurdo che ogni anno in America muoiano migliaia di persone per mano di pazzi che possono permettersi di comprare liberamente un arma da fuoco! Sia chiaro che io non sono un pacifista, che amo le armi da fuoco, che le ho maneggiato spesso e che ho cacciato animali e ho anche fatto il macellaio di professione. Ma spesso si dimentica che sono fottutamente pericolose e che se uno ti punta un’arma addosso e fa fuoco, ci rimani secco!
Nella loro Costituzione c’è scritto che chiunque può avere un’arma, ma quella carta è vecchia, andrebbe cambiata!”

Ok, torniamo a noi. Il disco è prodotto da Tue Madsen, che contributo pensi abbia dato al disco? Oramai è divenuto ricercatissimo dalle bands europee.
“ Io penso che Madsen sia davvero un grande, amo il suo modo di lavorare ed ha fatto un lavoro incredibile. È una persona intelligente e amabile, è una persona molto comprensiva, e sa tirare fuori sempre il meglio da una band. Credo che il suo apporto sia stato fondamentale.”

Pensi che il prossimo disco suonerà diverso da “The Dead Eye”?
“ Sono assolutamente convinto di ciò! Credo che il discorso di avere un sound per una band sia molto riduttivo, cosa significa avere un sound? Io credo che invece di avere un sound bisognerebbe avere un approccio giusto alla musica. È l’approccio che hai che fa il sound, non certo il tipo o la quantità di distorsioni che metti nelle chitarre, o quanto urli oppure quanto suoni veloce. È l’emozione, la passione, che colorano la musica e fanno il sound, il sound è nelle dita di chi suona, il sound è l’urgenza di diffondere il proprio suono, è la relazione tra il drumbeat e il tempo, è nell’anima e nel cuore della band. Il nostro sound non cambierà mai, l’attitudine è sempre la stessa, ciò che cambia è la relazione che abbiamo con la musica. Ecco, adesso ho paura di essere frainteso. Se ami la musica e ti piace, ascoltala, lascia che essa ti riempia, fino al cuore e saprai di cosa sto parlando.”

Quando parte il tour?
“ Faremo un paio di shows di riscaldamento ad Ottobre, poi saremo in giro per l’Europa e suoneremo con i Lacuna Coil, faremo tour estesi che ci porteranno avanti e indietro tra Europa e Stati Uniti, fino ad arrivare in Australia, Giappone e Nuova Zelanda.”

Conosci Cristina Scabbia, la cantante dei Lacuna Coil? E’ una gran bella gnocca.
“ Ti dirò la verità…per niente! Conosco solo la band, ma di nome. Ma se dici che è una bella ragazza, allora vedrò di approfondire….”

Magari poi ci fai sapere come è andata! Ora concludi pure come vuoi.
“ Una grandissimo saluto a tutti i fans che ci sono venuti a vedere quando siamo venuti in Italia, speriamo di vederci presto, vi amo tutti, dal primo all’ultimo! Siete “fucking beautiful!”. Grazie a te Luigi!”

Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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