Remedy: Qualcosa che le orecchie devono ascoltare ...

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Something That Your Eyes Won’t See”, il brillante debutto discografico dei Remedy, è uscito già da parecchio tempo, ma non era proprio possibile, vista la sua considerevole qualità artistica, evitare di trattarlo sulle pagine più Gloriose del web.
Ed ecco che dopo la doverosa recensione ”riparativa”, diventa molto opportuno anche un ulteriore approfondimento sulla genesi, la storia e gli intenti di una delle vere rivelazioni della scena melodica internazionale.
Ecco cosa ci ha raccontato in merito Roland ‘Rolli’ Forsman uno dei principali artefici del suono offerto da questi maturi e fenomenali esordienti.


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Ciao Roland! Grazie per la tua disponibilità e benvenuto nella webzine italiana Metal.it. Prima di tutto, presentati ai nostri lettori, soprattutto a quelli che, "colpevolmente", non conoscono ancora il vostro brillante album di debutto ...
Ciao Marco e grazie a voi per avermi ospitato nella vostra webzine!
E grazie per le tue benevole parole.
I Remedy sono una band di rock melodico di Stoccolma.
Abbiamo pubblicato il nostro album di debutto "Something that your eyes won't see" il 16 dicembre dello scorso anno. Il nostro primo anno di attività è andato oltre i nostri sogni più sfrenati. Abbiamo ottenuto un contratto discografico per il nostro disco, siamo entrati nella Top Ten della classifica degli album qui in Svezia e siamo anche riusciti a fare un tour in Svezia insieme ai Takida. Il nostro primo anno è stato davvero straordinario!
Credo sia "abbastanza" chiaro, a questo punto, quanto io abbia apprezzato "Something That Your Eyes Won't See"! Ti va di raccontarci come è nato e come si sono svolte le varie fasi di lavorazione del disco?
In realtà è stato “grazie” alla pandemia e al cancro che abbiamo iniziato.
Lo so. Sembra bizzarro, ma è vero.
Avevo perso tutti i miei lavori come chitarrista freelance e nello stesso periodo Rob (Robert Van der Zwan) era in cura per un tumore.
Quindi entrambi avevamo molto tempo libero a causa delle circostanze avverse.
Tutto è iniziato con me e Sören Krronqvist che abbiamo scritto alcune canzoni su cui Rob ha cantato. Le ho presentate a un'etichetta, la S- Rock Music, e abbiamo ottenuto un contratto discografico!
Ricordo di avergli fatto ascoltare il nostro demo di “Living on the edge” e mi hanno subito detto: "Facciamo un disco insieme".
Era il periodo in cui le restrizioni erano al massimo, quindi non potevamo incontrarci in studio per registrare l'album. Abbiamo realizzato dei buoni demo e poi abbiamo ricostruito ogni canzone passo dopo passo, iniziando dalla batteria e registrando gli strumenti uno per uno.
Quindi l'album è composto da demo completamente prodotti, che poi abbiamo ricostruito. È stato come costruire una casa. Due volte. Hahaha.

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Considero il vostro approccio alla "materia melodica" davvero maturo e coinvolgente, rispettoso dei “sacri dogmi”, ma privo di esuberanze “nostalgiche” ... quali sono le tue principali fonti di ispirazione musicale e perché le consideri tali?
Il rock melodico è uno stile musicale che amo molto. Sono cresciuto ascoltando gruppi come Survivor, Foreigner, AC/DC, Bon Jovi, Europe, Yngwie Malmsteen e così via ...
Quindi cerco di gestire l'eredità di queste band con grande attenzione e in ogni suo aspetto, dal songwriting alla produzione. Se faccio del mio meglio, almeno posso essere orgoglioso del risultato, indipendentemente dal risultato commerciale.
Personalmente non ho trovato veri punti deboli nel vostro disco, ma viviamo in un'epoca frenetica e convulsa, anche quando si tratta di ascoltare musica... se doveste indicare un brano (o più di uno...) che vi rappresenti e invogli l'ascoltatore a saperne di più su di voi, quale sarebbe la tua scelta e perché?
Se dovessi sceglierne solo una, sarebbe "Thunder In The Dark". Sono molto contento di come è venuta questa canzone e credo che rappresenti bene i Remedy. È un classico brano hard rock con alcuni colpi di scena che gli conferiscono il tipico "flavor” dei Remedy.
Se avessi la possibilità di aggiungere un altro brano, la mia scelta ricadrebbe su “Living On The Edge". È una canzone facile da ascoltare e, si spera, orecchiabile. E poi è l'apertura dell'album.



Cosa ci puoi dire dei vostri testi? E quanto pensi che siano importanti nell'economia generale di un disco di rock melodico?
I testi sono molto importanti per noi. In questo stile di musica ci sono troppi testi di merda. Solo parole e frasi di circostanza, a volte anche senza alcun contenuto o significato.
Non voglio aggiungere le mie canzoni a questa lista. Hahah.
L'album vede, oltre a quello di Sören Kronqvist, anche il contributo di Lars Säfsund ed Erik "Re Mida" Martensson... Come li avete coinvolti?
Sono tutti miei buoni amici. Sören e io abbiamo scritto canzoni per altri gruppi rock prima dei Remedy (Crazy Lixx, One Desire e così via...), quindi lui è una parte importante dei Remedy. Il nostro membro “in più”. Lars si occupa delle voci di supporto nel nostro album e ha anche il ruolo di "vocal coach" per Rob quando siamo in studio. Non è incredibile? La sua voce dà ai Remedy una marcia in più.
E cosa dire di Erik Mårtensson? Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per il ruolo che ha avuto nella nostra storia. Senza di lui non avremmo suonato nulla di simile.
È davvero straordinario ed è stato il primo a cui ho telefonato dopo aver ottenuto il contratto discografico. Sapevo che se avessi coinvolto Erik, avremmo ottenuto il suono di cui i Remedy avevano bisogno. È uno dei migliori del settore e si sposa perfettamente con i Remedy!
Pensi che sarà possibile per voi portare le canzoni di "Something That Your Eyes Won't See" su un palco qui in Italia? E parlando più in generale, quali sono gli scenari attuali dal punto di vista delle esibizioni dal vivo?
Sì! Siamo un gruppo live e non vediamo l'ora di partire per l'Europa meridionale.
Quest'estate siamo stati in tour in Finlandia e Svezia, ma non vediamo l'ora di portare la nostra musica nella bellissima Italia! Siamo già innamorati del vostro Paese ...
La formazione che ha registrato il vostro debutto è diversa da quella attuale... puoi chiarire i motivi di tale discrepanza?
Sì, è semplice. Quando ho ottenuto il contratto discografico non avevo una band completa. Mi mancavano un bassista e un batterista. Ma dato che in quel momento ero in tour, è stato del tutto naturale chiedere alle persone con cui ero in tour e con cui passavo tutto il giorno e la notte se erano disposte ad aiutarmi fino a quando non avessi avuto una band in ordine.
I ragazzi con cui ero in tour erano Georg Härnsten Egg (Dynazty, Paralydium) e Andreas Passmark (Narnia, W.E.T, Work Of Art, Narnia). E con mia grande gioia, mi hanno aiutato volentieri!
Il vostro album di debutto è già uscito da qualche tempo... State lavorando a nuove canzoni? Puoi anticiparci qualcosa al riguardo?
Sì! Il 24 novembre avrete un assaggio della nostra nuova musica e del nostro nuovo sound! Pubblicheremo una canzone intitolata "Sin For Me"!
E l'album completo uscirà nel maggio 2024. Quindi ci saranno molte cose che accadranno intorno ai Remedy nei mesi a venire!

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Dopo anni di egemonia americana, la Scandinavia (e la Svezia in particolare) ha acquisito progressivamente credibilità e consenso, diventando una delle vere protagoniste della scena rock melodica. Quali pensi possano essere le ragioni di una tale "riscossa" europea in uno stile musicale tradizionalmente statunitense?
Beh, dalle nostre parti abbiamo molte icone a cui guardare con ammirazione in questo genere. Crescendo qui in Scandinavia tutti noi abbiamo avuto le nostre autorevoli fonti di ispirazione nell’ambito del rock melodico. Ma la cosa che mi piace di più di tutte è che le band attualmente in primo piano, hanno ottenuto tale risultato mettendoci cuore e anima.
Voglio dire, gruppi come Eclipse, H.E.A.T e Dynazty sono davvero band di livello mondiale. In ogni aspetto. Questo è uno stile di musica che a volte non è invecchiato molto bene. In giro c'è un sacco di rock melodico davvero scadente, ad essere onesti.
Ma queste band svedesi sono qualcosa di diverso. Sono gruppi di livello mondiale che lavorano sodo. Ogni giorno.
Siamo alla fine... grazie ancora per il tempo concessoci e ancora complimenti per il vostro lavoro... come da tradizione, lascio a te le ultime parole di questa chiacchierata ...
Grazie ancora per avermi ospitato Marco! Seguiteci sui social media @remedymusicsweden se vi piace la nostra musica. Non costerà nulla, ma ci aiuterà sicuramente a proseguire il nostro viaggio verso l'Italia! Continuate a “crederci” e spero di vedervi presto!



Nota: foto tratte dal sito ufficiale e dalla pagina Facebook della band.
Intervista a cura di Marco Aimasso

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