Fragili... domande e solide risposte.

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Come già ricordato nella mia recensione di "Neranotte" non ho mai nascosto il mio apprezzamento nei confronti degli Juglans Regia; pertanto, è un piacere parlare del nuovo album, e non solo, con due "vecchi" del gruppo, come Massimiliano Dionigi e Alessandro Parigi, e la new entry Riccardo Iacono...

La nostra precedente intervista è ormai piuttosto datata, infatti risale addirittura al 2008… ai tempi di “Visioni parallele”, avete voglia di raccontarci cosa è successo nel frattempo?
(Max) Certo! “Visioni parallele” fu registrato nella prima parte del 2007 con la stessa formazione a quattro elementi di “Controluce”, anche se in due brani c’era Riccardo Iacono come ospite alle tastiere (e in uno Gianni Nepi dei Dark Quarterer). Il disco uscì poi a inizio 2008, stavamo attraversando un periodo di stanca. Provammo ad inserire in formazione un secondo chitarrista - Simone Cocco che aveva già suonato nei demo degli anni ’90 - ma dopo poco il chitarrista Antonello ebbe n brutto incidente in moto che fermò per qualche mese l’attività del gruppo. In estate tentammo di inserire anche Riccardo Iacono, visto che ci eravamo trovati benissimo, ma la cosa andò poco avanti. Componemmo un paio di pezzi ma non c’era più entusiasmo e decidemmo di prenderci una pausa. L’anno successivo riprovammo per qualche prova ma durò poco anche quella volta, non andammo oltre qualche idea o riff. Io poi andai a lavorare fuori Toscana e decidemmo di fermarci nuovamente. Siamo comunque rimasti in contatto negli anni, soprattutto io e il batterista Davide e una sera l’amico Claudio Pino, durante un concerto della Bud Tribe a Firenze nel dicembre 2016, ci propose di partecipare al concerto che annualmente organizza verso fine novembre/inizio dicembre per festeggiare il suo compleanno. Questa “offerta” ci diede la spinta giusta, il giorno dopo contattai Alessandro, Lapo e Antonello ovvero la formazione di “Prisma” (nostro primo CD uscito nel 2002) e nel gennaio 2017 ripartimmo con le prove; c’era tanta ruggine ma anche tanto entusiasmo e fortunatamente prevalse questo visto che oggi siamo attivi come forse mai in precedenza.
Il cuore della band è da sempre quello pulsante composto da Alessandro Parigi, Massimiliano Dionigi e David Carretti, ora su “Neranotte” assistiamo al ritorno di Riccardo Iacono e all’ingresso di Samuele Scandariato; come mai proprio loro e cosa hanno portato in dote agli Juglans Regia?
(Max) Si, io, David e Alessandro suoniamo praticamente da sempre insieme. Il tastierista Riccardo è entrato definitivamente a fine 2021 in sostituzione di Lapo Martini, che ha lasciato per motivi personali. Samuele Scandariato è entrato nel gruppo a fine 2020 dopo che per qualche mese avevamo provato in quattro, senza chitarrista. Avevamo diverse idee e un brano pronto per essere registrato ma arrivò il lockdown e non lo facemmo, magari lo riprenderemo in futuro…. Comunque, l’esigenza della chitarra si faceva sentire, mettemmo allora un annuncio sul sito Villaggio Musicale la sera subito dopo le prove e la mattina seguente Samuele aveva già risposto; la prima prova andò bene e da allora fa parte del gruppo. Riccardo è un tipo creativo, disegna fumetti, realizza colonne sonore ed ha molte idee. Spazia molto come stile, ha una mentalità molto aperta. Ovviamente lo conoscevamo già da tempo visto che aveva già collaborato con noi, ogni tanto capitava di trovarsi in giro, a qualche concerto o in un pub della zona. Samuele ha un’impronta più rock che metal, in questo il suono del gruppo è un po’ cambiato, ma va benissimo così. Ci troviamo molto bene con questa formazione….
E cosa ci raccontate dei tre ospiti che hanno contribuito al disco?
(Ricca) Ciro Concadario e Simona Dina Isimiglio sono amici di vecchia data, che passavano dalla Toscana per alcune date e abbiamo chiesto loro se volevano inserire delle parti più tribali. Inizialmente Ciro aveva messo anche delle percussioni in “Fragili equilibri” e Simona dei violini in “Confine”. Sono stati loro i primi a non insistere per non metterle perché toglievano oscurità ai brani. Speriamo prima o poi di averli dal vivo con noi, anche solo per un concerto!
(Max) Beh, Ciro e Simona sono in primis amici, nonché ottimi musicisti, e penso che faranno una comparsa anche nel prossimo disco (quantomeno Simona…), anche a distanza visto che vivono nel sud Italia. Francesca Merli invece abita da queste parti ha cantato in un paio di pezzi e da qualche mese fa parte del gruppo che quindi oggi è composto da sei persone! Stiamo componendo i nuovi pezzi per una formazione a due voci; sui vecchi pezzi Francesca ci aiuta con cori e voci di sostegno …
Per adesso le cose funzionano bene a mio parere!
“Neranotte” già dal titolo svela un mood piuttosto oscuro e malinconico, quali tematiche avete deciso di affrontare nei testi? Chi se ne è preso cura?
(Pasa) Le tematiche affrontate nei testi hanno un unico filo conduttore, la perdita; perdita di qualcuno che si ama, ideali, speranze o principi basilari su cui ognuno di noi ha cercato di improntare la propria esistenza. Perdita che ti porta inevitabilmente a vedere le cose con un’accezione relativamente negativa, malinconica, fino quasi a perdere la speranza in qualche caso come in “Neranotte” o “Oltre lo schermo” o che ti pone davanti alla scelta di provare a far fronte all’ineluttabile (vedi “Chimera”) e accettare anche passivamente la propria situazione, come in “Dentro il mare”.
Ci raccontate qualcosa sui vari interludi che compongono l’album?
(Ricca) Per quanto riguarda gli interludi “Giù”, “Troppo è niente”, “Güser” e “Se …” sono alcuni brani di una colonna sonora che feci anni fa. Un quinto brano dalla medesima provenienza lo stiamo usando come apertura dei nostri live. Credo che l’atmosfera notturna si sposi bene, e allo stesso tempo sia di rottura, coi pezzi di “Neranotte”.
Anche l’artwork non è certo banale, e credo che quel volto dal naso aquilino possa nascondere dei messaggi segreti… puoi svelarceli? L’occhio al centro è piuttosto inquietante e se a destra è facilmente riconoscibile il guscio di una noce, a sinistra diverse figure si muovono verso quello che pare un cervello… ma potrebbe anche essere un gheriglio, no?
(Ricca) L’idea del gheriglio che ricorda il cervello c’è sempre stata, ricordo che ai tempi di “Visioni parallele” già ne parlavamo. Ritornato dopo 15 anni negli Juglans Regia, sulla scia di quell’idea provai a fare delle illustrazioni usando “il Carre” (…tti, David, batterista) come tipo di soggetto. Era più un’idea di “Carre” che il Carre vero e proprio. Anche perché il Carre è tale solo con gli occhiali da sole, qui non li ha e quindi non può essere lui. L’idea effettiva di copertina arrivò poco dopo e fu del Pasa, compresi i simboli che citi. Quando la sviluppai avevo ancora il “quasi Carre” in mente, che comunque non ha il naso aquilino…..
(Pasa) L’immagine di copertina è stata sviluppata da Riccardo, partendo da un mio schizzo; il mio intento era quello di rappresentare le molteplici facce e personalità presenti dentro di noi, aspetti che sono contraddistinti assolutamente da una linea comune, nel nostro caso la band, gli Juglans Regia; da qui l’immagine della noce e del cervello che richiama in maniera inequivocabile il gheriglio.
(Max) Ci tengo a precisare che l’impaginazione del libretto e l’assemblamento delle foto e pagine interne sono opera dell’amico Massimo Biliotti, appassionato ascoltatore e con un passato - ma anche un presente - da grafico (realizzò diverse copertine e pubblicità per Elevate Records e 99 Floors negli anni ’90). Ha anche creato il nuovo logo - di fatto una evoluzione dei precedenti - con la collaborazione di Riccardo.
Tornando al titolo dell’album e guardando a quelli precedenti, sembra che girino attorno a uno stesso concetto, quello ”visivo”… è solo un caso e sto farneticando?
(Pasa) No, non stai affatto farneticando; i nostri testi non sono altro che rappresentazioni visive di fatti e accadimenti atti a portare alla mente dell’ascoltatore dei concetti veri e propri. Il messaggio che vorremmo trasmettere non viene quindi esplicitato in maniera diretta, ma viene rappresentato staticamente da scene “visive”…
(Max) Onestamente non ci avevo mai pensato, però effettivamente hai ragione! Proposi io il titolo “Prisma”, mentre “Visioni parallele” fu scelto da David dopo una velocissima lettura dei testi (capita spesso che sia David a scegliere i titoli). “Controluce” e l’EP “Memorie dal presente” furono decisioni collettive, mentre su “Neranotte” non ci sono stati dubbi, appena deciso di riprendere il pezzo vecchio - dal “particolare” titolo - abbiamo deciso immediatamente di utilizzarlo anche come titolo del disco. Effettivamente è curiosa, per quanto non voluta, questa cosa…
Avete qualche aneddoto da raccontarci sulla fase di songwriting e delle registrazioni di “Neranotte”… e qualche dettaglio più tecnico?
(Max) Posso dirti che la canzone “Neranotte” fu composta originariamente nel 2009 e mai registrata in studio (l’attività del gruppo si fermò). Fortunatamente Riccardo ne conservava una copia registrata alla buona, con un microfono al centro della sala; era una versione con due chitarre e tastiera, l’abbiamo leggermente arrangiata in modo diverso ed è subito diventata un pezzo del nuovo album. “Dentro il mare” fu il primo pezzo proposto da Samuele, e con qualche lieve modifica l’abbiamo terminato. “Oltre lo schermo” e “Confine” furono inizialmente composte con il precedente tastierista Lapo. La prima ha avuto una lunga gestazione, all’inizio era senza chitarra; anche “Confine” ha richiesto molto tempo prima di trovare la sua versione definitiva, la parte finale è stata cambiata più volte. “Chimera” e “Fragili equilibri” sono state invece composte da questa formazione, abbastanza velocemente per i nostri standard, con contributo da parte di tutti.
Per le registrazioni siamo andati per la seconda volta dal noto Freddy Delirio, tastierista dei Death SS e attivo con altri progetti, tra i quali l’ultimo Delirio and the Phantoms, al suo FP Recording Studio in provincia di Lucca. Ci eravamo trovati bene in occasione delle registrazioni del precedente EP e la cosa si è ripetuta con questo album, per il quale abbiamo cercato di favorire la dinamica eliminando un po’ di compressione.
Che mi dite invece del video di “Oltre lo schermo” e soprattutto di quello di “Chimera”? Quest’ultimo si rifà ad una storia vera?
(Ricca) Quello di “Oltre lo schermo” è poco più di un lyric-video. L’ho estrapolato da un più ampio filmato che usiamo quando possibile durante i nostri live. Credo che a modo suo, in fondo, possa avere anche un senso. Invece il video di “Chimera” ha avuto una gestazione lunghissima, ho cambiato storia e mi sono perso più volte. Non si rifà a una storia vera, ma mi piaceva enfatizzare il ruolo del gestore e squalo che fa il furbo ma viene a sua volta mangiato da un pesce più grande di lui. Il resto della “trama” per me è una specie di estensione della copertina. Un viaggio attraverso quel portale, popolato da personaggi che non potevo rappresentare in un semplice disegno. C’era anche un terzo video del brano “Neranotte”, che prevedeva anche l’aiuto da parte di Claudio Fallani (autore della foto del retro CD), la presenza di attori, un soggetto fin troppo drammatico e delle location pretenziose. Insomma, roba che deve essere fatta bene, altrimenti a far venire fuori un troiaio ci vuole davvero poco….
(Max) Dico solo che no, non si rifà a una storia vera. Anche perché non ci è mai capitato di essere mangiati e poi espulsi da un tacchino….
Credi che riuscirete a dare finalmente la meritata continuità discografica agli Juglans Regia, oppure dobbiamo metterci il cuore in pace e lasciare nuovamente trascorrere qualche anno di troppo?
(Max) Guarda, questa è una cosa che mi sta molto a cuore. Per una cosa o per l’altra ogni volta che abbiamo provato a dare continuità è sempre successo qualcosa che ci ha fatto ripartire da zero o quasi. Soltanto tra “Controluce” e “Visioni parallele” non ci sono stati cambi di formazione, altrimenti sia negli anni ’90 che negli anni 2000 poco dopo l’uscita di un demotape o un disco c’è sempre stato qualche imprevisto. Nel 2005/2006, infatti, proprio dopo l’uscita di “Controluce”, suonammo tanto dal vivo soprattutto in zona ma anche fuori (ricordo una data a Torino, una in provincia di Rovigo…). Oggi le cose funzionano, vedo il giusto entusiasmo e la giusta voglia di scherzare e stare insieme. Abbiamo già molte idee per pezzi nuovi che cercheremo di mettere a terra quanto prima.
Ci saranno invece degli appuntamenti live, ho visto che avete tenuto qualche data di supporto all’uscita di “Neranotte”, vero?
(Max) Sicuramente sì. Dall’uscita del disco abbiamo suonato quattro volte e ne faremo sicuramente altre. Adesso fino a fine anno non cercheremo altro, nel senso che andremo avanti nella composizione di qualche pezzo nuovo, valuteremo se riprendere uno/due pezzi “vecchi”, se arrangiare qualche cover e lavoreremo per integrare meglio la voce di Francesca nelle varie canzoni…
Purtroppo non ho mai avuto modo l’occasione di assistere a un vostro concerto, cosa mi sono perso?
(Max) Avrai visto tanti di quei concerti che penso non ti sia perso niente. Se capiterà vedrai un gruppo che cerca di fare del proprio meglio, divertendosi. Almeno il nostro intento è quello.
Avete un repertorio già consistente, ma dal vivo lo integrate con qualche cover? Se si, quali e perché?
(Max) Attualmente proponiamo l’intero ultimo album “Neranotte”, “Le virgole del tempo” dall’EP “Memorie dal presente” del 2019 e “Visioni parallele” dall’omonimo disco del 2008. Fino a quest’anno non avevamo mai proposto una cover dal vivo anche perché - incredibile ma vero - non riuscivamo mai a metterci d’accordo su un pezzo andasse bene a tutti. Ricordo che nei primi anni 2000 provammo a buttare giù in sala un pezzo dei Threshold, uno degli Engine e uno dei Paradise Lost ma alla fine non se ne fece niente.
Oggi invece facciamo “Sguardo verso il cielo” de Le Orme, perché ci piace e alla fine siamo tutti amanti, chi più e chi meno, del pop-prog italiano dei primi anni settanta. Il 3 settembre nell’ultimo concerto tenuto a Calenzano abbiamo allungato la scaletta suonando anche “For the Love of God” di Steve Vai, di fatto mai provata prima in sala tutti insieme. Samuele la conosceva perché l’aveva portata ad un saggio/esame ed abbiamo deciso comunque di proporla; siamo rimasti soddisfatti e credo che la terremo in considerazione anche per il futuro…
Al momento non ne abbiamo altre ma credo che un altro paio nei prossimi mesi saranno oggetto di studio….
Siamo giunti alla fine e questo è quest’ultimo spazio è tutto per voi….
(Max) Grazie mille di tutto, alla fine ci conosci da tantissimo tempo e tutti i nostri dischi su Metal.it li hai recensiti te!!

Ricordo i nostri contatti principali:
- Bandcamp: https://www.juglansregia.bandcamp.com
- Facebook: https://www.facebook.com/juglansregia
- Youtube: https://www.youtube.com/@juglansregiaband

Quindi ancora grazie a te e a chi ci ha dedicato un po’ di tempo nella lettura! Ciao!!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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