Temperance: tutti i colori di Madre Natura (Marco Pastorino)

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Gruppo:Temperance

In occasione dell'imminente uscita del nuovo disco dei Temperance, Viridian, abbiamo avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Marco Pastorino, chitarrista cantante e fondatore dei nostri!

Ciao ragazzi, benvenuti, anzi, bentornati sulle pagine di Metal.it!
Viridian è il vostro primo album uscito per Napalm Records, che di questi tempi sta raccogliendo sotto le sue ali molte band italiane (come Windrose, Nanowar Of Steel ecc), come vi siete trovati con questa grossa etichetta? come ci siete entrati in contatto? E in pratica, cos’è cambiato rispetto alla Scarlet?
Ciao ragazzi! La firma con Napalm Records è stato uno dei momenti più importanti per la carriera dei Temperance; siamo veramente orgogliosi di far parte di una delle label più forti del panorama metal attualmente, d'altronde tutti noi siamo ancora persone amanti della musica "fisica" e mensilmente acquistavamo ed acquistiamo tutt'ora uscite di questa etichetta, quindi ancor di più per noi un motivo d'orgoglio farne parte. Il tutto è nato in maniera piuttosto naturale, abbiamo ricevuto la chiamata di Napalm per due tour come special guest e da lì il passo è stato veramente breve. Verso la fine del secondo tour, c'hanno proposto di entrare a far parte di questa meravigliosa famiglia austriaca. Per concludere e rispondere alla tua ultima domanda su Scarlet, sono due label diverse, dal tipo di struttura fino a quello che riguarda il modo di lavorare. Ma saremo sempre grati a Filippo e Scarlet che negli anni si è dimostrata una persona unica, gentile, sempre pronto a dialogare. Dovremmo ritenerci fortunati noi ad aver incontrato una persona come lui nel nostro cammino e l'Italia ad avere una label di questo livello.
Alfonso, Michele e Alessia sono entrati in formazione da relativamente poco, come vi siete trovati Liuk e Marco con loro?
Alfonso è "solo" al secondo album come Michele ed Alessia, ma ha suonato con noi già oltre 100 date nel giro di tre anni, quindi ormai è diventato veramente il polmone nevralgico della band. Ma ti direi altrettanto per quel che concerne le figure di Alessia e Michele. Partendo da quest'ultimo, produciamo insieme i dischi Temperance ormai ed è una continua fucina di energia positiva per la band. Alessia è il talento allo stato puro , pronto ad esplodere e dare ad ogni brano tutto quello di cui abbia bisogno.
Parliamo dell’aspetto grafico di Viridian: la copertina che cosa rappresenta? è legata ad un concept presente sul disco? Avete pensato voi al tema o Yann Souetre ha avuto carta bianca, magri sulla scia di “Of Jupiter And Moons”?
Con Yann si è sviluppato un rapporto bellissimo dal precedente album ed abbiamo deciso di continuare su questa strada. E' stato un lavoro definito in piccoli step; Yann ha ricevuto i demo del nuovo album, i testi, la nostra idea di direzione artistica di fondo a livello di tematiche e....stop. Gli abbiamo chiesto di avere una sua "visione" tramite quello che gli avevamo dato e nel giro di pochissimo tempo è arrivata a noi la copertina di Viridian, che personalmente reputo la nostra più riuscita.

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Avete dei rimpianti nella vostra carriera? Passi falsi che potevate evitare, scelte di cui vi siete pentiti ecc?
Nessun rimpianto; ogni cosa che abbiamo fatto, c'ha portato a quello che siamo oggi. E' naturale che col senno di poi avremmo cambiato qualcosa nei nostri album, nei nostri show, o semplicemente nell'iter della band, ma oggi siamo qui più forti che mai proprio per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni.
Cosa vuol dire “Viridian”? facendo ricerche online ho trovato che è un integratore alimentare :D
Viridian è un colore, esattamente a metà il blu ed il verde. Fin da subito questo semplice colore, ha condizionato talmente tanto il nostro nuovo album, che c'è sembrato il minimo tributargli il titolo stesso. Nella nostra concezione e concept per alcuni brani come filo conduttore vero e proprio, Viridian racchiude i colori della terra, degli alberi, di Madre Natura. Non sarà un concept che segue una storia o altro, ma 3-4 brani tra cui Gaia, Nanook, Catch The Dream, ecc partono da quell'idea, di "devozione" rispetto al pianeta.
Perchè “I Am the Fire” è la prima canzone ad avere tre voci principali? Qual è stato l’input per questa scelta?
Veramente praticamente il 90% dei brani di Viridian, hanno continuamente tre voci che s'intercorrono per tutta la lunghezza del brano a scambiarsi fraseggi e quant'altro. Gli stessi primi singolo "Mission Impossible" e " My Demons Can't Sleep" anche se magari hanno figure più in evidenza, come Alessia nella prima e Michele e me nella seconda, hanno sempre questa "freschezza sonora" data dal continuo scambiarsi le parti. E' una cosa che c'ha divertito molto in studio e sarà bellissimo giocare su questo aspetto nei live.
“My Demons Can't Sleep” presenta molti elementi che richiamano alle radici dei Temperance, come hanno detto Alessia e Michele nel Track-by-Track pubblicato sui social qualche giorno fa, questa direzione è stata consapevole/voluta o vi siete accorti di questo a lavoro già fatto?
Questo è quello che siamo. Come dici tu, è stato per certi versi un ritorno alle origini, ma allo stesso tempo ci sono una quantità d'influenze "nuove" per i Temperance nel brano, dal riff di chitarra, fino al quasi botta e risposta tra guitar solo e Alessia. Di base nel nostro songwriting non c'è mai niente di deciso o scritto a tavolino, ti basta ascoltare il brano conclusivo del disco, Catch The Dream, che si discosta totalmente da tutto quello che abbiamo mai fatto - ed allo stesso tempo è il mio brano preferito di Viridian.

Il brano Nanook di cosa parla? Delle credenze inuit riguardanti il culto dell’orso? come siete entrati in contatto con questa cultura così particolare?
Nanook è un testo scritto da Alessia, che ci ha abituati ormai ad almeno un brano a disco narrato come fosse una favola. Una favola che parla di libertà , di pace interiore, di un viaggio con una destinazione magari definita, ma che può raccogliere passo dopo passo qualcosa di inaspettato e rendere il percorso stesso più bello dell'arrivo. E' un brano che trasuda voglia di camminare, di essere liberi e di credere in noi stessi.
Riascoltate mai i vostri primi dischi? Che rapporto avete con questi? Quanto e in cosa percepite diverso il vostro sound?
Solitamente almeno una volta l'anno mi piace riprendere quei dischi e dargli qualche ora d'ascolto , giusto per ricordarci di quello che abbiamo fatto. Ogni album ha una storia a sè ed è stato una parte di questo cammino. E' molto interessante vedere dove siamo arrivati dopo cinque album e sinceramente non vediamo l'ora di scoprire cosa troveremo nei prossimi dischi. D'altronde, ci sono ancora moltissime canzoni nascoste dentro di noi che aspettano solo di essere scoperte e portate alla vita.

Grazie ragazzi, alla prossima!
Intervista a cura di Carlo Masoni

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