FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS, musica oltre il tempo e lo spazio

II nuovo progetto del tastierista dei Death SS, ci porta in una dimensione dove l'eclettismo musicale si sposa con un album complesso e molto interessante.

Ciao Freddy, benvenuto su metal.it; prima di tutto complimenti per la tua nuova fatica discografica, chi sono i fantasmi che ti accompagnano in questa tua nuova avventura?
Ciao, per prima cosa, ti ringrazio per i complimenti.
Il disco é stato suonato principalmente da me.
Ho chiamato vari ospiti per quanto riguarda molti dei soli di chitarra presenti: Vincent Phibes, Francis Thorn e Lucky Balsamo che hanno fatto un lavoro davvero considerevole e di valore.
Alla batteria ha collaborato Francesco Noli e alle percussioni mio figlio Chris Delirio.
Per quanto riguarda le parti vocali, Jennifer Tavares Silveira e Elena sono le coriste femminili presenti in quasi tutti i brani.
Le due cantanti sono state capaci di creare particolari atmosfere che avevo bene in mente al momento della stesura, rendendole assolutamente suggestive.
Steve Sylvester é ospite nei cori del ritornello di The new order.
Conoscendo le peculiarità di ogni musicista, ho scelto per ognuno le parti e i brani adatti e il risultato è stato davvero sorprendente.
Dal vivo saranno presenti sempre Lucky Balsamo alla sei corde e Giuseppe Favia alla batteria (la migliore formazione di sempre degli H.A.R.E.M.), con i quali ho un ottimo rapporto di collaborazione che va avanti da anni e con i quali abbiamo messo a punto il sound per la sede live.
Al basso il prodigioso Jos Venturi, con anni di esperienza alle spalle e con il quale siamo entrati subito in sintonia sia dal punto di vista umano che professionale.
Su cosa ti sei basato per realizzare il lavoro? Da quali idee sei partito?
È stata una proposta del discografico Massimo Gasperini l’idea di realizzare un mio lavoro solista che mi vedesse affrontare anche nuove sonorità.
Quando, oltre due anni fa, ho ricevuto tale proposta, ti garantisco che ne sono rimasto onorato.
La collaborazione con Black Widow Records va avanti da almeno 15 anni e non solo questa etichetta ha stampato il ventennale del mio primo disco solista strumentale Journey, ma sono state tantissime le collaborazioni per quanto riguarda la produzione di molte uscite discografiche di vari artisti internazionali firmate Black Widow, realizzate nel mio studio.
Mi é stato chiesto infatti di tirare fuori un disco che facesse ben emergere le mie radici più goth-prog miscelate a qualcosa di doom pur mantenendo il mio spirito rock.
La cosa mi ha entusiasmato da subito e mi misi al lavoro per scrivere i brani.
Realizzai tutto nel giro di poco tempo ma a causa di una serie di impegni lavorativi presso il mio studio, questo disco ha subìto una serie di ritardi per la concretizzazione finale del tutto.
E’ stato difficile coinvolgere i musicisti ed ospiti che vi hanno partecipato?
È stato assolutamente un piacere collaborare con tutti quelli che hanno partecipato.
Con alcuni mi vedo spesso, mentre con altri ci sentiamo più di rado a causa di impegni lavorativi e familiari che ognuno di noi ha.
Ma é sempre con totale dedizione che quando decidiamo di fare qualcosa insieme, tutto avviene in un attimo perché ci capiamo al volo.
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Mi hanno colpito molto brani come “Frozen planets”, “Guardian angel”, “The new order”, la strumentale “Afterlife” e “The ancient monastery”; ci spiegheresti a cosa ti sei ispirato per creare tali brani?
Ogni brano ha un suo significato ben preciso anche se tutti, a modo loro, sono concatenati anche a livello temporale.
Frozen planets” parla simbolicamente della discesa verso il pianeta Terra venendo da pianeti di ghiaccio, una sorta di metafora (ma neanche più di tanto) che indica il momento dell’incarnazione in questa dimensione.
Guardian angel" può essere visto come la coscienza razionale a cui ci si rivolge ogni qualvolta ci si chiede se abbiamo fatto le scelte giuste.
Se dapprima può impaurire la sensazione che ciò che abbiamo fatto ci lascia far i conti solo noi stessi, poi il sentiero si illumina solo laddove la scelta è stata formulata in quanto autentica.
The new order” va vista come una sorta di discesa di una figura divina o semi-divina, un giorno del giudizio, in cui tale essere comunica con tutto e tutti parlando una sola lingua comprensibile, atta rimettere ordine e disciplina in un mondo disordinato.
Afterlife” rappresenta l’idea della vita dopo la morte, il passaggio.
C’è un istante molto significativo dove si sente la chiusura con il mondo e un senso di sospensione che da prima incute timore e desolazione per poi evolversi verso una progressione incalzante e positiva.
The ancient monastery” parla di un vero e proprio eccidio avvenuto in un monastero durante la seconda guerra mondiale.
Un posto che conosco molto bene, pieno di energia anche negativa. Laddove ogni cultura, credo politico, periodo di pace o di guerra ha creato un cambio di direzione nel corso dei cicli storici, bisogna sempre prendere il meglio da ogni evento e lasciare gli errori incapsulati in consapevoli ricordi per poter pensare ad una evoluzione degna di essere chiamata tale verso un nuovo ciclo di storia,
nietzschianamente parlando.
Ho notato un certo eclettismo e apertura musicale all’interno dell’album con influenze che sono le più disparate possibili tra Pink Floyd, Goblin, una punta di Rammstein e sapori dark; ho avuto un abbaglio per caso?
Assolutamente d’accordo con quello che dici.
Sono tutte band che amo e quello che dici non può che lusingarmi.
Ognuno di noi ha dentro certe matrici musicali dopo l’ascolto e l’adorazione per certi sound o band che hanno fatto la storia ed è normale se durante la stesura di un brano possano emergere, anche inconsapevolmente, dei tratti e delle atmosfere che ormai abbiamo dentro.
Quanto conta avere una mentalità aperta e ricettiva?
Credo sia la base della vita in ogni azione e manifestazione.
Sia in ambito musicale che umano, ripetere sempre le solite cose non porta che ad una problematica chimico-sinaptica poco evolutiva.
Apertura e ricettività nell’ambito artistico e non solo, sono la chiave per imparare veramente a conoscere e conoscersi.
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Ci potresti spiegare un pochino i testi delle canzoni?
Perché ho idea che abbiano tutte un significato molto profondo e ragionato.
Come detto prima, ogni brano é concatenato in qualche modo all’altro e i fantasmi rappresentano simbolicamente le incarnazioni in questa dimensione come un ulteriore passaggio di esperienza e conoscenza.
Oltre ai testi citati prima, si parla di amore ancestrale, gironi danteschi con anime in pena sempre nel ciclico e disagiato modo di vivere contrapposte proprio al desiderio di ascesa e pertanto di apertura, come dicevi tu poco fa.
La copertina è stupenda, richiama certi film di genere nostrani degli anni 70, sbaglio?
Ti ringrazio, l’ho ideata io nei dettagli ma la realizzazione é opera della mano del grande James Hogg che non solo ha capito da subito il senso di ciò che avrei voluto, ma lo ha fatto a sua volta evolvendo, con la sua grande capacità artistica, l’intero lavoro.
Come ti trovi con la Black Widow Records?
Sono ormai molti anni che collaboro con loro ed essere giunto a questa nuova fatica non può che rendermi orgoglioso.
Massimo e Pino sono due persone di livello sia da un punto di vista umano che professionale.
Il fatto che dopo tante collaborazioni, siamo arrivati a concretizzare anche questo nuovo lavoro, non può che rendermi felice e soddisfatto.

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Ci sarà possibilità di vederti presto dal vivo?
Si, per ora abbiamo alcune date fissate e ci vediamo il 6 a Genova, il 18 Aprile a Torino e il 25 Maggio a Cassano d’Adda (Milano).
Restate sintonizzati!
Bene l’intervista è finita, a te l’ultima parola, un abbraccione grande e supporto sempre!
Ti ringrazio nuovamente per la tua disponibilità e per il supporto.
Un caro saluto e un caloroso abbraccio!

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Intervista a cura di Matteo Mapelli

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