Sleeping Romance: dall'alba al tramonto (Federica Lanna, vocals)

Sono bastati due album agli italiani Sleeping Romance per guadagnarsi un posto di rilievo all'interno della scena gothic/symphonic internazionale. Parliamo delle recenti evoluzioni del sound della band con la disponibilissima cantante Federica Lanna...

Ciao Federica e benvenuta sul nostro portale! "Alba" è uscito da poche settimane, quali sono i feedback al momento?
Ciao e grazie mille! “Alba” sta ottenendo degli ottimi riscontri per ora; è davvero un piacere quando ci dicono che si vede che la band è maturata e che ha portato il sound del progetto a un livello più alto. Ci siamo messi in gioco e abbiamo cercato di sfidare i nostri limiti uscendo dalla nostra zona di comfort; abbiamo lavorato duramente per non lasciare nulla al caso e per dimostrare che non ci siamo accontentati di un buon album di debutto ma che anzi ci siamo impegnati a evolvere e, col passare del tempo vogliamo crescere, migliorarci, e variare la nostra proposta musicale. Anche la presentazione dell’album al Brainstorm (famoso festival olandese, ndr) è andata molto bene, dopo tanto tempo lontano dal palcoscenico questa esperienza ci ha dato una gran bella carica. “Alba” è molto diverso da “Enlighten” e c’erano da aspettarsi delle reazioni agli antipodi. In molti ci hanno sostenuto per fortuna.
Nella recensione "ho fatto mia" l'etichetta "Mediterranean Symphonic Metal": com'è nata e perché?
Onestamente non saprei, mi fa sorridere tutte le volte che lo sento. Forse per via di “Across The Sea” con il rumore delle onde e il mandolino hanno sentito la vena mediterranea (ride, ndr).

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A cosa è stato dovuto il passaggio da Ulterium a Napalm? Come vi trovate con la label austriaca?
È un pochino presto per dirlo. I tempi di attesa sono stati molto lunghi; dalla firma del contratto alla pubblicazione dell’album sono passati quasi due anni; due anni che umanamente sono stati un pochino frustranti, visto che “Alba” era già pronto; ma la Napalm Records è una etichetta fra le più importanti, che ha una rosa di band enormi, alcuni delle quali storiche, che in fase promozionale richiedono un investimento di tempo e denaro inimmaginabili. Dovevamo aspettare il nostro momento e ora speriamo che questa collaborazione porti delle belle soddisfazioni. Abbiamo voluto fortemente che Emil della Ulterium Records fosse il nostro manager, e che ci fosse accanto anche in questa nuova avventura; sin dal principio è stato un importantissimo riferimento, una persona sensibile e acuta che ci ha aiutati e sostenuti sempre.
Musica e testi: quali sono le vostre principali fonti di ispirazione?
Abbiamo la fortuna di avere un background piuttosto ricco; credo che ascoltare tanta musica sia importantissimo per arricchirsi e avere più strumenti in fase di scrittura. Ci sono diverse anime che si fondono negli Sleeping Romance: quella “metal”, legata ai grandi nomi del genere, quella “classica”, infatti in diversi nostri brani ci sono delle citazioni a grandi autori come Beethoven, e infine l’anima “cinematografica” che contribuisce a dare al progetto una forte impronta “visiva”. In questo credo che il nome “romance” sia particolarmente calzante (ride, ndr). Ogni canzone è un racconto, che riesci quasi a vedere e toccare.
Come nasce di solito un brano degli Sleeping Romance?
Federico è il compositore degli Sleeping Romance, è, per tornare a termini cinematografici, il nostro “regista”. Dove aver sottoposto l’idea a tutta la band e una prima stesura dei brani, ci segue nel percorso di studio e registrazione dei pezzi e, non meno importante, nella fase di scrittura dei testi. Ci tiene a monitorare ogni cosa, in modo che corrisponda al “disegno” che si è figurato. Come in “Enlighten”, così in “Alba” ciascun brano nasce dalla necessità di dire qualcosa, da un concetto di base che poi viene sviluppato fino alla sua forma finale. Dopo le registrazioni degli strumenti (che per “Alba” sono stati veramente una marea visto che tutti gli strumenti sono veri, compresi fiati e archi) registriamo le voci, inizialmente con tesi fittizi, in modo da studiare la metrica e iniziare a prendere confidenza con il brano e scegliere i “suoni” più adatti, e infine con il testo definitivo. Generalmente io scrivo la prima stesura del testo che poi correggiamo insieme, se necessario ancora e ancora fino a ottenere un risultato pienamente soddisfacente
Cosa ti rende più orgogliosa di "Alba"?
Parlando di me, il lavoro che ho fatto suoi testi, assieme a Federico e Dino Gervasoni, il nostro sound designer. I nuclei tematici di ogni brano sono stati letteralmente sviscerati. Ogni parola è misurata e ha un significato profondo e intimo. Mi ricordo ancora quando Federico mi diceva “riesci a trovare dentro di te un evento, una situazione in cui ti sei sentita così?” In quei testi vedo tanti “racconti di me”, scritti per altro in un momento di forte introspezione che mi ha aiutata a non trascurare nulla di ciò che volevo dire. Inoltre da un punto di vista “tecnico” tutto il processo di elaborazione dei testi assieme a Federico e Dino mi ha fatta crescere molto da un punto di vista professionale. Scrivere un testo non è sempre una cosa “di pancia”, prendere un foglio e buttare giù parole in libertà, ma al contrario può essere un procedimento molto strutturato, fine e celebrale. Può voler dire dover partire da una emozione dirompente, e imparare a raccontarla seguendo dei binari precisi come la scelta del suono più giusto, la metrica della linea melodica, il mood del brano; con “Alba” questo lavoro è stato davvero meticoloso e ne sono molto fiera.

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Siamo letteralmente "invasi" dalle band female-fronted. Delle formazioni più recenti, quali ritieni le più rappresentative?
Devo ammettere che nonostante io sia una fan dello “zapping” isterico su YouTube per ascoltare le “nuove proposte” non seguo assiduamente nessuna in particolare delle female-fronted band di recente formazione, ma credo che band come Beyond The Black, The Charm The fury e Blackbriar, abbiano un ottimo potenziale.
Dove vedi gli Sleeping Romance tra cinque anni?
Non faccio pronostici… la mia aspettativa, o meglio, speranza a lungo termine è di essere riuscita a ritagliarci un piccolo spazio in questo universo che come dicevi anche tu è così saturo e di averlo fatto con coraggio, serenità, coerenza e rispetto reciproco.
So che sei un'insegnante di canto. Cosa mi puoi dire delle "nuove leve"? Che rapporto hanno con la musica e con i sacrifici che questa può comportare?
Per fortuna negli ultimi anni è tornata una certa cultura del canto; i ragazzi che iniziano a studiare hanno spesso voglia di imparare a farlo bene, ma a volte manca la consapevolezza che si tratti di una vera e propria disciplina; è come imparare, che so, il Karate, o il pattinaggio artistico, quindi bisogna armarsi di pazienza (ride, ndr). Essere dotati naturalmente è sicuramente un buon punto di partenza ma non è un punto di arrivo. Quello che cerco di fare è appassionare i miei allievi al canto in quanto tale, rendendoli autosufficienti e motivati e devo dire con un certo orgoglio che molti di loro alla fine rimangono contagiati dal mio amore per questo strumento “vivo” che è la voce. Quello che invece manca spesso è una vera e propria curiosità musicale; la fruizione della musica oggi è molto distratta e casuale, non si comprano più cd, non si perdono due ore per ascoltare un album intero, non si conoscono davvero i propri gusti ma si salta troppo spesso da un pezzo all’altro con la “riproduzione casuale” di Spotify (strumento per altro utilissimo in alcuni casi). Dovrebbe esserci una maggiore educazione all’ascolto. Riguardo ai sacrifici i giovani che fanno musica oggi in Italia sanno bene in che condizioni spesso si è costretti a suonare e quanta acqua debba passare sotto i ponti per ottenere qualche soddisfazione, il più è trovare l’impegno e la costanza per continuare a migliorarsi, non mollare la presa e fare “investimenti” di tempo e denaro intelligenti, quindi cercare di avere un prodotto di qualità e non lasciarsi abbindolare da specchietti per le allodole.
Artisticamente parlando, qual è il tuo più grande sogno?
Ho vissuto delle esperienze bellissime in questi anni, spesso con troppa ansia da prestazione, togliendomi in parte il piacere di fare ci che amo per paura di non essere all’altezza. Fa parte di me, ma quello che mi auguro è poter sempre continuare a fare della musica il mio mestiere e di poterne godere a pieno con spirito leggero oltre che appassionato. Credo che arrivare a sentirsi davvero liberi, nel rapporto con se stessi, con la musica e con il proprio pubblico sia un risultato sia artistico che umano molto importante.
Cosa ascolta Federica nel tempo libero?
Ultimamente ascolto molto progressive metal, djent ma anche shoegaze e post rock. Ad esempio mi piacciono molto Ghost, Mono, Tesseract, Anathema, Susanne Sundfør, Makthaverskan… i miei ultimi acquisti su Amazon sono stati “Polaris” dei Tesseract e “Atone” dei White Moth Black Butterfly (sempre con Daniel Tompkins).
Grazie per il tuo tempo Federica, a te la parola per un messaggio ai nostri lettori.
Grazie a voi per lo spazio che ci avete dedicato e grazie a chi è si è fermato a leggere questa intervista. Se non lo avete ancora fatto e vi va date un ascolto ad “Alba”, lo trovate anche su Spotify (ride, ndr)!

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Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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