Fogalord, i signori della nebbia

Info

Gruppo:Fogalord

In un panorama musicale ormai sovraffollato di act blasonati e spesso monotoni, è bello poter constatare come il nostro paese abbia invece molto da offrire. I Fogalord, signori della nebbia della pianura padana, ne sono un esempio lampante. Questa validissima realtà tricolore è ancora semi-sconosciuta per molti metalheads ma nel corso degli ultimi 4 anni, la band emiliana è riuscita a guadagnare poco alla volta un riscontro sempre più in forte crescita. In occasione del MetalDays 2016, abbiamo avuto modo di scambiare due gradite chiacchiere con la band al completo, la quale, in questa breve intervista, ci ha fatto il punto della situazione sulla situazione odierna del music business e ci ha svelato in anteprima i progetti futuri tuttora in lavorazione.

Ciao e benvenuti su Metal.it, ma soprattutto benvenuto in Slovenia. Come stai/come state? Tutto bene?
Dani: bene, bene!
Beppe: Alla grande!
Nicolò: Tutto perfetto!
Il caso ha voluto che oggi ci beccassimo tutti qui in Slovenia. Ormai di rado vi si vede suonare in Italia. A cosa è dovuta questa ‘scelta’ obbligata? È dovuta dai vostri impegni lavorativi? È veramente difficile, ormai, vedere le band italiane suonare anche solo per date sporadiche nel nostro paese…
Giuseppe: Un po’ e un po’. In realtà qualche data sporadica in Italia capita di farla, però sono veramente poche!
Daniele: In generale qualche data sporadica ci capita di farla,
Nicolò: Diciamo che forse, quando si può scegliere un’occasione come questa e qualche data sporadica in Italia… meglio dar la preferenza a situazioni così (simili).
Tornando a noi, correva l’anno 2012 quando Metal.it vi diede spazio sulle proprie pagine. Sono passati ben quattro anni. Come sono cambiate le cose da allora? Abbiamo qui due nuovi membri, Giuseppe al basso e Nicolò alle pelli, alla batteria. Almeno in termini di lineup sappiamo che c’è stata una svolta!
Giuseppe: In realtà lui c’è sempre stato,
Stefano: Sì, sin dal primo concerto che abbiamo fatto.
Nicolò: Sì, diciamo che io sono entrato con il primo concerto live, con la prima performance live dei Fogalord, come batterista sostituto, temporaneo… poi la cosa si è evoluta e pian piano non ci siamo più lasciati.
Giuseppe: Io sono entrato un annetto dopo…
Dany: Sì!
Stefano: Abbiamo conosciuto lui perché nel nostro primo concerto Beppe…
Giuseppe: Sì, sono sceso da Milano a Reggio Emilia per andarli a vedere. Io stesso sono un fan della band prima di essere il bassista dei Fogalord!
Stefano: Allora quando abbiamo avuto bisogno di un bassista, gliel’abbiamo chiesto subito!

Immagine
“A Legend To Believe In” è uscito proprio nel 2012. Quali tipo di riscontri avete avuto sia in patria che all’estero, visto che a distanza di quattro anni lo state ancora promuovendo?
Dani: Beh, qualcosa di buono lo abbiamo avuto. Abbiamo avuto un sacco di “top album”, tra cui Metal.it – grazie Grazioli! – e niente… I riscontri sono stati molto buoni, comunque con un solo disco siamo riusciti a suonare in posti come questo, quindi direi che avendo un solo CD alle spalle è stato molto buono!
Una cosa che mi aveva colpito del disco era questa: seppur sia un album prevalentemente heavy metal con richiami power, troviamo anche qualche elemento classico e, prestando particolar attenzione alla storia, sembra addirittura che ogni personaggio sembri avere un suo tema, quasi un po’ come accadeva nelle opere di musica classica. Da dove è nata questa precisa idea? Avete voluto inglobare il vostro background musicale ed artistico all’interno del sound?
Dany: Sì, l’idea è nata da me e Wagner, da una tecnica non inventata da noi ovviamente. È una tecnica Wagneriana quella di abbinare un personaggio autentico ad un tema, c’era nel primo disco e ci sarà ancora di più nel secondo, quindi sì! Sicuramente farà parte del background classico. Cerchiamo di mantenere un filo sia nella storia, che nella musica, per quanto riguarda il concept.
Un pezzo abbastanza rappresentativo del disco è, a parer mio, “Of War And Resurrection”, una suite di circa 15 minuti. Avete avuto modo anche di riproporla dal vivo? Se sì, quali tipo di riscontri avete ricevuto visto che, solitamente, brani così lunghi rischiano di “annoiare” l’ascoltatore?
Dani: Tranne oggi, l’abbiamo sempre fatta! È la prima data in cui non l’abbiamo fatta.
Nicolò: Già dal primo concerto, l’abbiamo sempre suonata.
Dani: Qui abbiamo chi l’ha sentita per la prima volta!
Beppe: Sì!
Dani: E non se lo aspettava!
Beppe: Esatto, io sono tornato a casa felicissimo perché avevano suonato “Of War And Resurrection” al primissimo concerto dei Fogalord!

Immagine
Il pubblico si comporta bene…
Dani: Ma sì, perché alla fine è un pezzo strutturato con varie parti, si presta bene se suonato dal vivo. Non la facciamo proprio integralmente al 100%, è un pelino più corta, la versione che facciamo dal vivo dura 12-13 minuti, qualcosa è tagliato dal pezzo in studio, però sì… E’ quasi tutta, praticamente. Sicuramente, per quel che mi riguarda, è il pezzo più bello del disco.
Giuseppe: Anche secondo me!
Dani: Quindi farla…
Beppe: E’ un cavallo di battaglia!
Dani: Sì, assolutamente!
Beppe: Di solito è il pezzo con il quale chiudiamo i concerti… di solito!
Dani: A parte oggi!
Al momento avete già in cantiere un nuovo album al quale state lavorando? Quando potremmo ascoltare del nuovo materiale targato Fogalord?
Stefano: Guardano sempre me quando si tratta di questa domanda!
Beppe: Sì spera a Febbraio? Sì? Febbraio 2017.
Stefano: Dovremmo concludere il missaggio entro ottobre, così da avere tutto pronto entro febbraio.
Con il prossimo album, ci sarà una deriva più power, sonorità più heavy o, ancora, una componente più classica o non ci è dato saperlo?
Dani: No, con il prossimo album la componente più classica sarà presente di più dal punto di vista che ci chiedevi prima, ovvero il richiamo dei temi, l’utilizzo classico in quel senso Wagneriano dei temi. Quello sì, sarà presente, però la componente power, classic in realtà sarà molto minore rispetto a quella del primo disco, perché il nuovo materiale è più orientato verso cose più viking. Rispetto al primo, quindi, sarà meno power e più orientato in quella dimensione. Rimarrà comunque l’aspetto classico ma inteso come quel tipo di epicità. Il versante power è abbastanza ridotto nel nuovo album, rispetto al primo disco. Chiaro poi che il gruppo è sempre quello, però ci sarà qualcosa, un pochino di cambio di sonorità c’è! Sì, sì, quello sicuramente!

Immagine
Quanto è difficile per una band, specialmente così giovane, riuscire a spiccare anche al di fuori dello stivale?
Stefano: E’ più facile, secondo me!
Nicolò: E’ ben più facile, ben più facile!
Beppe: Vieni valorizzato molto di più fuori dall’Italia.
Nicolò: Soprattutto in questi generi, in Italia vi è un riscontro diverso del pubblico e anche nell’ottica dei festival. Abbiamo già visto in Repubblica Ceca: c’è una risposta molto diversa, anche solo una cosa come quella di oggi o l’esperienza al Made Of Metal proiettata in Italia ad un Gods Of Metal o qualcosa del genere sarebbe stata diversa.
Stefano: Oggi abbiamo visto molta gente che dopo è venuta a…
Nicolò: Nonostante la pioggia, il brutto tempo, l’orario, che era comunque abbastanza presto…
Stefano: Sono cose che in Italia… E’ difficile…
Dani: Più che altro è la differenza tra le band più famose e le band meno conosciute. In Italia la band famosa è osannata quanto forse di più dell’estero, la band meno conosciuta no!
Quanto è difficile per una band riuscire a farsi conoscere? È vero che ora abbiamo l’ausilio della tecnologia. Abbiamo Facebook, bandcamp, spotify… ma fino ad una decina di anni fa non c’era nulla di tutto questo. L’unico modo sfruttabile era Myspace o addirittura ci si faceva affidamento alle grandi testate giornalistiche. Quale è il vostro punto di vista in merito alla promozione odierna delle band? Cosa ne pensate?
Nicolò: Io ho una mia idea, così come lui ne ha una sua ecc
Stefano: Adesso ci litighiamo, così ci sciogliamo!
Dani: La mia idea è che sia tutto peggiorato, si ha una visibilità effimera. Sì, sei visibile ma alla fine, ma lo sei come chiunque! Non c’è più la differenza che poteva esserci una volta!
Stefano: Secondo me adesso un po’ ci ha aiutato, mi riferisco ai social, però col passare del tempo, diventa sempre più difficile.
Beppe: Il problema è che, alla fine, tutti i gruppi minori sono nello stesso calderone…
Stefano: E hanno lo stesso spazio! Si sta saturando il mercato dei social.
Nicolò: Forse perché si mettono tutti sullo stesso piano e mettono tutti uguali, nel senso che se vuoi supportare una band a livello di social ti basta un “like” e magari si sofferma lì. Prima magari non c’era questo sistema, compravi il disco, compravi una maglia e seguivi la band se aveva delle date, andavi ai concerti… Forse è cambiato un po’ quello, però a livello di visibilità non credo l’abbia peggiorata! Forse è peggiorata la risposta del pubblico che, data la maggior visibilità delle band, ha detto: “Tanto guardo Facebook e trovo quello che mi serve”.
Stefano: C’è anche il crollo dell’acquisto dei dischi! Prima, quando c’era ancora Myspace, c’era ancora un po’ di download illegale, ma non fino a questi livelli qui! Diciamo che forse era un pochino più facile per tutte le band avere riscontri.
Dani: Ma è un problema grosso! Fai un videoclip, ok. Se io faccio un video dove sbatto la testa contro quel muro, faccio un milione di visualizzazioni, capito? Il videoclip ne fa diecimila.
Grazie mille per la chiacchierata ragazzi. È stato un vero piacere. Come da tradizione, vi chiediamo, se vi va ovviamente, di condividere con i nostri lettori e i vostri fan le parole finali… e, ovviamente, follow the fog!
Beppe: Beh, queste sono le nostre parole finali!
Dani: Che la gloria sia con voi, ciao Graz! E… follow the fog!
Beppe: Ciao Arianna! Follow The Fog!
Intervista a cura di SilverPH

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?