Divine Ascension: un esordio col botto!

Il mondo del metal è bello perchè vario. Tra le tante band valide che popolano l'affollato panorama musicale, troviamo gli australiani Divine Ascension, band progressive metal australiana con una già avviata carriera e con due soli album all'attivo. Ancora misconosciuti in Italia, la band capitanata dalla bella Jennifer Borg si presenta come una delle realtà più promettenti che il metal possa offrire. In occasione dell'unica data italiana di supporto ai grandi Stratovarius, Metal Hammer Italia ha avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera con questa band che, grazie all'uscita del secondo album, "Liberator", è riuscita a farsi strada in questo vasto ambiente ottenendo ottimi risultati!

Ciao David, ciao Luke. Benvenuti su Metal Hammer.it e benvenuti in Italia! Oggi è una giornata piacevole, forse troppo freschina per i miei gusti ma… va bene. Come va?
David: È adorabile. Noi siamo contenti quando abbiamo giornate così. In Australia abbiamo circa 25, 27° e in questi giorni ci è mancato il sole. È stato piuttosto freddo in Germania, ma va bene!
Oggi ci troviamo in quel di Trezzo poiché voi siete la band che, insieme ai Gloryhammer, accompagna gli Stratovarius in tour. Come stanno andando le cose al momento? Vi state divertendo? Che tipo di reazioni state ricevendo dall’audience?
David: Assolutamente sì! Ci stiamo letteralmente divertendo tantissimo, non sapevamo cosa aspettarci essendo questo il nostro primo tour europeo, quindi questa è la nostra prima volta al di fuori dell’Australia. Inizialmente, ci era stato detto cosa ci saremmo potuti aspettare ma sin dal primo giorno i Gloryhammer si sono rivelati fantastici! Abbiamo condiviso il tour bus con loro, ci siamo divertiti molto, mentre per quel che riguardano gli Stratovarius abbiamo avuto un po’ di difficoltà nell’incontrarci, ma abbiamo avuto modo di imparare molto da loro. Ci stiamo godendo questo tempo, tutti quanti sono così amichevoli e tutti quanti sembrano voler condividere le proprie esperienze. Proprio come dicevo poco fa, questo è un sogno che si è realizzato!
Siccome i Divine Ascension sono una sorta di “scoperta” per gli italiani che vi vedranno questa sera, ti andrebbe di dare una breve bio della band?
Luke: I Divine Ascension si sono formati nel 2007, da allora abbiamo avuto modo di suonare con parecchie band locali in Australia e nel 2013 abbiamo supportato i Kamelot, in seguito siamo stati scelti come supporto extra per i Blind Guardian. Ci siamo divertiti molto con queste band e ci fa strano essere qui in Europa ora, dato che è considerata la patria del prog-power metal. Questo è il nostro primo tour europeo ma non sarà certamente l’ultimo!
“As The Truth Appears” è il vostro primo album ed è caratterizzato maggiormente da un Power-Progressive Metal molto melodico accompagnato dalla voce di Jen, che fortunatamente, si discosta dal canto lirico, mentre “Liberator” è un album più solido, più metal e soprattutto è molto più intenso e ricco di pathos.Cosa è cambiato tra l’esordio e ora? Quali sono stati i cambiamenti maggiori?
David: Molte cose sono cambiate dai tempi del nostro debutto. Io sono subentrato poco dopo la fine del processo di registrazione . La cosa che più mi ha stupito è stata la scelta sinfonica, le “string” e i ritornelli erano pomposi quando sono stati registrati, per cui ho dovuto adattare la mia tastiera a quegli standard, proprio per rimanere in linea con il sound proposto dalla band. Quando abbiamo composto il secondo album, ho cercato di portare qualcosa di diverso in termini di sonorità, cercando anche di dare un contributo alla stesura, alla scrittura del materiale. Durante la composizione del disco, c’era più unità, tutti quanti erano in sintonia, cosa che non era presente nel primo album, dove vi erano solo uno o due persone che si sono impegnate nella scrittura dei brani. Questo secondo disco è più organico, un po’ più cupo, un po’ più heavy, forse anche un po’ “metal” ed essendo io il tastierista mi verrebbe da dire che l’album è anche più divertente da suonare in sede live, perché ci sono passaggi più impegnativi rispetto al primo platter. Il materiale precedente è assolutamente fantastico, amo entrambi i dischi ma se dovessi sceglierne uno, mi orienterei maggiormente su quest’ultimo poiché rispecchia ciò che io credo sia il vero sound della band. Riflette lo stato della band, è molto più power metal, è più “synthy”, più assoli di chitarra e più parti di batteria. Credo che si avvicini maggiormente a quello che la band vuole trasmettere.

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Il vostro ultimo album, “Liberator”, è uscito lo scorso anno. Che tipo di feedback avete avuto per quanto riguarda “Liberator”? Non mi riferisco solo alla stampa ma anche dal pubblico, dai fans…
David: è stato tutto molto travolgente e positivo. Sapevamo cosa aspettarci dalla stampa australiana, l’Australia è un posto così bello e favoloso ma anche molto isolato, per cui vedere tutti questi riscontri dai fan, dalle etichette, dalla gente che lavora in questo campo e che ci ha recensiti o concesso interviste ci ha resi molto più umili, anche se è sembrato tutto così surreale. Per noi realizzare interviste con Metal Hammer o rilasciare interviste radiofoniche è un trattamento veramente grosso, perché noi stessi siamo cresciuti ascoltando la radio e leggendo per l’appunto Metal Hammer, quindi avere a che fare con un trattamento del genere è una cosa che ti spazza via. Ti rendi conto che sta succedendo, ma non comprendi a fondo quel che sta accadendo, non so se riesci a capirmi… Voglio dire, ti alzi al mattino e ti ritrovi a leggere: “Salve, vorrei fare un’intervista con voi” e alla fine ti ritrovi faccia a faccia con queste persone, pur non sapendo chi loro siano. A volte ti ritrovi a capire chi siano queste persone perché ti mandano email ma credo che questo sia il miglior modo di affrontare la faccenda. Come ti dicevo, tutto questo ci rende molto più umili e positivi, ma risulta comunque ancora molto surreale.
Ho letto svariate recensioni a riguardo, tutte molto positive per giunta e raramente si vede un simile riscontro per una band molto giovane come voi.
Luke: Un sacco di recensioni, esattamente come dicevi tu, sono state molto positive e siamo stati molto colpiti quando molte di esse parlavano di Jen, la nostra cantante. Lei è una cantante dalla voce pulita e molto potente, molto più delle cantanti di After Forever e Evanescence. Molti spesso tendono a pensare a queste band o addirittura si pensa ai Nightwish quando si parla di band con voce femminile, a volte succede… Abbiamo lavorato con Jens Bogren che si è occupato del mixing dell’album ed è stato in grado di mettere il suo tocco speciale nel mixing e ci ha permessi di avere il sound che volevamo avere in questo album. Sapere, quindi, che il disco è stato apprezzato in maniera molto positiva a livello mondiale ci ha resi ancora più umili. Certo, alcune persone nei loro articoli non hanno apprezzato alcune cose e questo ci aiuterà a migliorarci con il terzo album.
Possiamo quindi dire che siete soddisfatti del risultato finale!
David: Assolutamente! È stato fantastico lavorare con Jens Bogren, è stato strano perché abbiamo dovuto lavorare insieme via email, non eravamo rinchiusi in studio, niente di tutto questo! Credo che lui fosse la persona alla quale inizialmente avevamo pensato di avvicinarci, perché conoscevamo il suo grande lavoro e anche perché ha lavorato con band eccezionali! Gli abbiamo inviato un’email, abbiamo richiesto qualche informazione e ci siamo rivolti a lui. Quando abbiamo ricevuto il mastering, abbiamo forse apportato pochissime modifiche ma niente di esagerato. Tuttora quando riascoltiamo il disco ci sentiamo ancora così orgogliosi, perché era esattamente quello che volevamo, il che è piuttosto raro quando si parla della composizione di un disco. Parti con una bella idea in testa e di raro capita che sia esattamente quello che avevi programmato.
Luke: David è molto bravo nella composizione delle intro dei pezzi, molti recensori hanno detto che avevamo a disposizione troppo materiale e questo ha fatto sì che il disco diventasse lungo, corposo… Dovremmo migliorare sotto quest’aspetto e cercare di avere nel prossimo album dei pezzi che non superino i 3-4 minuti ciascuno. È una cosa di cui siamo consapevoli e a Dave piace creare belle intro…
Cosa potete dirci in merito alle tematiche affrontate nel disco e del songwriting in sé? Da dove proviene l’ispirazione per i testi?
David: L’ispirazione proviene da tantissime cose. Sostanzialmente, Jen, la nostra vocalist, io e Karl, il nostro chitarrista, ci ritroviamo in una piccola stanza e cerchiamo di mettere assieme le nostre idee. Karl compone e ci presenta i suoi riff, tutti noi usiamo lo stesso programma per la registrazione della musica ma spesso ci scambiamo le idee tramite i nostri profili Facebook. Karl mi manda le sue idee via email, io mi faccio un’idea e cerco di dare un po’ più di atmosfera, qualche linea melodica. Una volta creata l’idea, il progetto delle canzoni, sottoponiamo il tutto a Jen chiedendole il suo parere. Lei si occupa della stesura dei testi e spesso trae ispirazione proprio dalle sue esperienze passate. Possono essere cose positive o anche negative, ottimiste. La vita in generale deve essere una cosa ottimista e la nostra musica parla anche di questo. Se prendi una cosa che ti fa sentire appassionato, vivo e usi la musica per esprimere questi sentimenti, queste emozioni, il tutto diventa più appassionante, più potente. Questo è l’obiettivo che vogliamo veramente raggiungere!
Luke: Jen proviene dal teatro e quando lei si esibisce sul palco o semplicemente registra in studio, cerca di far sua quell’emozione, quell’empatia e cerca di trasmetterlo con il canto. Trae ispirazione proprio dalle cose che lei e la band stessa reputano importanti, fondamentali, quindi quando lei registra del materiale o si esibisce dal vivo, cerca di trasmettere il messaggio dei testi mettendo anche un po’ di se stessa, oltre alle emozioni che lei sente sue. È molto passionale per quel che riguarda le lyrics. Noi possiamo anche condire i brani come vogliamo, ma chi ha il potere decisionale sulle lyrics e sui testi è proprio lei.

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Sarebbe, quindi, sbagliato pensare che vi sia un concept – se così possiamo chiamarlo – nascosto o una sorta di filo rosso che collega tutte le tracce?
David: Non direi che qui vi è necessariamente una sorta di concept nascosto, piuttosto affermerei che ci sono degli argomenti che, in qualche modo, si collegano tra di loro. Prendiamo ad esempio il titolo dell’album, “Liberator”: credo che volessimo trasmettere una specie di scappatoia e sentirci noi stessi liberi da qualcosa. Il discorso potrebbe applicarsi a qualsiasi cosa: potremmo voler sentire il bisogno di scappare dal lavoro, da una relazione “velenosa”, dal sentirsi isolati in un posto come l’Australia. Volevamo essere capiti e trasmettere questa sensazione di libertà. Se tu stesso vuoi ottenere qualcosa, lavori sodo per averlo e cerchi di raggiungere quell’obiettivo, o semplicemente quel sogno, provi a liberarti di tutte quelle cose che ti imprigionano e che cercano di farti fuggire. Solamente così senti di poter raggiungere quell’obiettivo! Ovviamente non tutte le canzoni ruotano su questo tema, è giusto quella sensazione che l’album cerca di trasmettere… e questa è una buona cosa, perché ogni canzone può essere applicata a tante cose, a tante situazioni… Quando le persone ascoltano l’album, possono liberamente interpretare i testi a modo loro e possono avere le loro sensazioni, le loro emozioni. Questa è la vera magia!
Molti hanno osato paragonarvi ai Symphony X, agli Evergrey addirittura per la vostra proposta musicale. Quali sono le band che vi hanno maggiormente influenzati, se ve ne sono alcune?
David: Questa è veramente una domanda grandiosa! Ti dico questo anche perché l’ispirazione o l’influenza di ciascuno di noi è diversa: Luke, ad esempio, è un grandissimo fan dei Kamelot e degli Evergrey; Karl ama molto i Symphony X e penso che lo si possa percepire dalle parti di chitarra trascinanti e dai riff, dalla batteria; io, invece, sono un fanatico di moltissime band hard rock degli anni ’80. La mia canzone preferita in assoluto è “The Final Countdown” e gli Europe sono la mia band preferita. Credo che questo funzioni anche perché mi permette di avere un’interconnessione con la melodia e, al contrario del batterista o del chitarrista che sono più per il riff tagliente, a me piace amplificare il tappeto sonoro. Quando cerchiamo di unire le nostre influenze, otteniamo una specie d’ibrido in grado di racchiudere tutte quelle band ed io stesso credo nella musica potente, molto melodica; inoltre, abbiamo una cantante che si differenzia dalle altre band. Come ti dicevo poco fa, molta gente tende ad inserirci in quel filone che include anche i Nightwish… non che la cosa sia negativa, anzi, tutti quanti noi amiamo questa band ma non vogliamo essere etichettati in questo modo, essere racchiusi nell’etichetta del “fronted-female metal”. Noi siamo una band formata da persone diverse che cercano di unire le proprie influenze e creare una fusione musicale. Se tutti noi amassimo le stesse cose, finiremmo per creare cose uguali, fin troppo simili e, invece, proprio grazie a queste nostre diverse influenze, siamo in grado di tirar fuori qualcosa di unico.
Vorrei porvi questa domanda in maniera piuttosto giocosa, giusto per rimanere in tema: ipotizzando di dover descrivere la vostra proposta musicale, citando i 3 migliori brani mai composti dalla band per incuriosire ulteriormente l’audience, come descrivereste il sound della band e quali pezzi scegliereste?
David: Questa volta sarò ancora più umile e passo la palla al collega, visto che a lui piace rispondere a questo tipo di domande!
Luke: Ahaha! Questa è una gran bella domanda! Non è una domanda alla quale puoi rispondere facilmente, perché molta gente che già ci aveva chiesto una cosa simile a casa, in Australia, non sapeva molto della scena metal europea! Sai, quando siamo a casa, semplicemente chiediamo a queste persone: “Conoscete gli Evanescence?”. Loro ci rispondono: “Oh sì. La conosciamo e amiamo quella band” e noi ci ritroviamo a dire: “Bene, siamo come gli Evanescence, ma suoniamo in maniera più pesante”. Ad ogni modo, quali canzoni sceglierei? Beh, la prima che sceglierei è tratta dal nostro album di debutto e si chiama “Vision Divine”. Questo brano ingloba sia la melodia che il power e il progressive metal in un’unica canzone. Opterei poi per “Stronger” a causa delle linee vocali, del ritornello e del pre-ritornello, che sono molto, molto solidi. Come ultima scelta, andrei su “Liberator”, a causa delle melodie date dalla keytar e dalla chitarra, dell’assolo stesso della chitarra, della lunga intro. Questo brano è in puro stile Divine Ascension!
Secondo voi per quale motivo la gente dovrebbe ascoltare i Divine Ascension? Forniteci, se potete, tre motivi per convincere la gente a seguirvi!
Luke: Un’altra domanda favolosa! Anche qui è difficile riuscire a rispondere… credo che, stando io dietro la batteria e vedere alcuni dei migliori musicisti che conosco, possa solamente dire che sul palco diamo il massimo. La seconda ragione è perché abbiamo una storia da raccontare grazie ai nostri testi e alle nostre canzoni. La terza – ed ultima ragione – è perché veniamo dall’Australia. Quanto è bello? Siamo una band metal australiana che viaggia per il mondo, si diverte e fa la bella vita insieme agli scozzesi Gloryhammer e ai finlandesi Stratovarius, che ricordiamo fanno questo mestiere da oltre 25 anni.

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Quanto è difficile per una band riuscire a farsi conoscere sia in patria, sia all’estero? Secondo te, quanto lavoro occorre prima di ottenere il riconoscimento desiderato?
David: È una grossa mole di lavoro, c’è così tanto lavoro da fare che la gente non si rende conto che tutti noi abbiamo un lavoro a tempo pieno e dobbiamo, comunque, portare avanti una band. Sai, ogni giorno ti rechi al lavoro, il tuo vero lavoro, e quando torni a casa, devi parlare al telefono, comunicare via Facebook, realizzare il tuo merchandise, organizzarlo per bene, ingaggiare i concerti… Recentemente abbiamo fatto un tour in Australia e non abbiamo nessuno che, fondamentalmente, ci faccia promozione o ci aiuti. Facciamo tutto da soli, ci facciamo il nostro merchandise, contattiamo i locali, entriamo in contatto con le band di supporto, ci gestiamo i nostri viaggi con i nostri mezzi di trasporto, gestiamo la parte dei social media. Noi rimaniamo sorpresi e colpiti quando una band ci dice: “Oh, sapete? La nostra etichetta fa tutto per noi, paga per questo e per quello”. Noi non abbiamo questi “privilegi”. È una mole incredibile di lavoro ma la cosa più appagante è quando ti alzi al mattino, realizzi di essere in un posto dove non sei mai stato prima d’ora, come l’Italia, ti ritrovi a suonare in un palco dove non hai mai suonato e fai interviste come questa. È surreale ma è incredibilmente gratificante! A volte noi stessi dobbiamo pizzicarci e cercare di capire che tutto questo sta succedendo al di fuori dell’Australia. Non che la cosa sia sbagliata, anzi, ma è questo che ti fa capire che stai raggiungendo quel sogno tanto desiderato! Io credo che sia una cosa buona se le band iniziassero a capire quanto lavoro occorre, perché avere una band significa letteralmente avere un impegno a tempo pieno, o meglio due lavori. Una cosa importante è la comunicazione e il saper lavorare in squadra. Se le cose iniziano ad andare in pezzi, la band stessa crolla. Noi stessi abbiamo avuto alti e bassi, ma siamo sempre tornati più forti di prima e abbiamo avuto l’occasione di imparare dalle band con le quali abbiamo lavorato. Questa è sicuramente la cosa più importante!
In questo tour condividete il palco con i Gloryhammer e, ovviamente, i finlandesi Stratovarius. Credo che, nel suo piccolo,sia un bel pacchetto interessante in grado di riunire diverse tipologie di pubblico. Ho avuto modo di vedere qualche video in rete e devo dire che siete molto energici. Si percepisce da subito anche tramite uno schermo! Quale tipo di show offrirete al pubblico? Che cosa dovremmo aspettarci questa sera da voi?
Luke: Beh, potete aspettarvi un sacco di energia che arriva direttamente dal palco. Potete aspettarvi di essere spiazzati da Jennifer, la nostra cantante, lei vi farà vostri e non vi lascerà andare finché non le darete qualcosa in cambio. Potete aspettarvi di vedere il petto nudo di David, ma quello che potete aspettarvi maggiormente sarà un sacco di passione! Abbiamo lavorato sodo per essere qui in Italia e in Europa soprattutto, per cui abbiamo un sacco di passione che ci portiamo direttamente dall’Australia che aspetta solo di essere condivisa e sono contento che tu stessa possa percepire tutto questo anche solo tramite uno schermo. Noi diamo il 110% di noi stessi ogni notte sul palco. So che è certamente un cliché ma è la pura verità!
Mi è parso di sentire alcune voci che parlavano di un terzo album. Potete confermarcelo o per ora è solo un’idea?
David: È una cosa che succederà! Non ci sono ancora progetti in merito, anche se ne abbiamo parlato per parecchio tempo, specialmente durante questo tour. Credo che le esperienze che faremo durante il tour serviranno per la creazione del disco. È stato bello poter suonare ogni sera con i Gloryhammer e gli Stratovarius, sono due band fantastiche dalle quali prendere spunto e imparare e sono certo che ci aiuteranno ad individuare quelle che potranno essere le influenze utili per il prossimo album nel corso delle prossime settimane. Non appena terminata questa tranche, inizieremo a valutare la scrittura di nuovo materiale che andrà ovviamente a comporre il terzo album, quindi il prossimo anno sarà volto alla composizione del disco, alla pubblicazione e a un annesso nuovo tour. Nel frattempo succederanno altre cose…
Che cosa riserverà il futuro ai Divine Ascension?
David: Termineremo questo tour che si concluderà il prossimo 15 novembre in Austria. Luke e Jason, il nostro bassista, torneranno in Australia, mentre io, Karl e Jennifer ci prenderemo più tempo per visitare l’Europa in cerca/alla ricerca di ispirazione per la scrittura del nuovo materiale e torneremo a casa a un mese circa dal Natale. Torneremo ai nostri lavori a tempo pieno e a Natale ci ritroveremo tutti insieme per discutere meglio di questo terzo album, in seguito organizzeremo questa sorta di campeggio, che sostanzialmente si trova nel bel mezzo della campagna… il che fa molto in stile australiano! Ci ritroveremo a scrivere e probabilmente avremo per le mani 16 o 17 idee grezze e cercheremo di lavorarci su… Sarà impegnativo! Questa è una cosa bella delle band! Pensi sempre che, finita una tranche, ci sia una pausa lunga qualche mese e chissà cos’altro. Sai, non vogliamo tornare a casa dopo un tour europeo senza un soldo. Vogliamo essere sicuri di poter portare avanti i nostri progetti.
Ok. Vi ringrazio per averci concesso questo spazio e ti auguro tutto il meglio per questa sera. Son sicura che vi porterete a casa nuovi fan! Nel frattempo, vi invito a concludere questa chiacchierata come meglio credete.
David: Certamente. Vorrei suggerire a tutte quelle persone che avranno modo di ascoltare questa intervista, o semplicemente anche di leggere, di dare un ascolto alla band. Veniamo dall’Australia, siamo nuovi nella scena europea e ci piace suonare per tutti quanti voi. Siamo una band con voce femminile, una band melodic metal, date un ascolto ai Divine Ascension e non ne rimarrete delusi!
Luke: Beh, siamo qui a Milano perché stiamo facendo un tour e spero ci sarà l’occasione di poter incontrare molti di voi, fare casino e chissà cos’altro. Vi ringrazio!
Intervista a cura di Arianna G.

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