4th Dimension, oltre il velo delle illusioni

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Uscito nella primavera di quest'anno, "Dispelling the Veil of Illusions" (potete leggere QUI la recensione) è il secondo album dei veneti 4th Dimension. In questi giorni, il vostro Sbranf ha avuto l'opportunità di fare due chiacchiere con Andrea Bicego, singer della band. Ecco cosa ne è venuto fuori....

Ciao Andrea, e grazie per il tempo che ci hai dedicato, benvenuto su Metal Hammer Italia!
Grazie a te!!!
Partiamo dall'inizio, ossia dal vostro primo album "The White Path to Rebirth": come siete venuti in contatto con Alessio Lucatti (tastierista dei Vision Divine, che ha prodotto l'album, ndr), e come è nata la collaborazione che portò al primo album? E cosa poi vi ha portato a 'fare da soli'?
Beh, il tutto iniziò per puro caso. Ebbi modo di parlare con l’allora cantante dei White Skull, band in cui all'epoca militava anche Alessio, e siccome ci stavamo muovendo per trovare un buono studio dovere incidere il debut, Elisa mi indirizzò verso Alessio. Dopo aver ascoltato un paio di nostre demo, Alessio si offrì di produrci il disco e da lì iniziammo a fare le cose seriamente… fu un biennio davvero fantastico, culminato con il tour insieme a Sonata Arctica e Labyrinth, cui Lucatti fra l’altro partecipò come sostituto di Andrea de Paoli.
Quando si trattò di decidere dove realizzare il nuovo disco abbiamo pensato di muoverci in modo diverso per cercare un sound più aggressivo e provare comunque un approccio diverso e Tancredi Barbuscia sia è rivelato la persona perfetta per farci fare un salto di qualità dal punto di vista del sound. Se è vero che il contributo dal punto di vista artistico di Alessio fu preziosissimo,tant’è che abbiamo imparato molto su come lavorare poi da noi su struttura e appeal dei brani, altrettanto importante è stato quello offerto da Tancredi in studio in fase di incisione e mixaggio.
Quindi non è che abbiamo fatto da soli, semplicemente il lavoro dei due produttori è stato di tipo diverso.
Mi piacerebbe raccontassi ai nostri lettori come avete messo in piedi la band, e come siete riusciti a fare il primo 'salto di qualità', fino ad arrivare ad oggi...
Beh, in parte ho anticipato la tua domanda ahah. La band è nata nel 2005 con la voglia di suonare cover power metal. Tutto qui. Non c’era inizialmente alcuna ambizione di scrivere musica propria né tantomeno di incidere dischi. Io uscivo da un’esperienza da chitarrista in un piccolo gruppo power-gothic metal ma la mia predisposizione è sempre stata principalmente quella del canto e i 4th Dimension sono stati la prima band in cui mi sono potuto esprimere in tal senso. Poi vedi, nel 2005 eravamo tutti più giovani e inesperti, vivevamo il fatto di avere una band in modo ingenuo, lo scopo era esclusivamente divertirci e per un bel po’ l’impegno è stato vissuto senza grossi stimoli. Soltanto che, dopo un paio di anni, la soddisfazione di suonare canzoni altrui è venuta meno e abbiamo sentito sempre più forte l’impulso di mettere in gioco qualcosa di nostro. Nel 2008 abbiamo inciso il nostro primo pezzo in studio, “The Sun in My Life” per partecipare a un concorso indetto dall’associazione toscana “Granducato di Metallo”. La canzone piacque e fu inserita in una compilation distribuita gratuitamente al Wacken e al Gods of Metal di quell’anno. È stato il piccolo evento che ci ha spronati ad impegnarci nella realizzazione del primo disco… il resto te l’ho raccontato prima ahahah
Come componete i pezzi? Qual è l'iter standard della nascita di un brano?
Il nuovo disco è nato principalmente grazie all’apporto di Stefano Pinaroli (bassista), Talete Fusaro (tastierista) e del sottoscritto. Solitamente ciascuno di noi lavora in modo abbastanza compiuto sulle proprie idee e propone quindi un brano nel momento in cui esso è già ben definito come struttura e melodie. Quindi si lavora tutti insieme per arrangiarlo e in questa fase tutti hanno la possibilità di dare il proprio apporto concreto per conferire al pezzo la sua forma pseudo-definitiva. Prima di entrare in studio si passa alla pre-produzione insieme al produttore, Tancredi Barbuscia nel caso di “Dispelling”, e qui solitamente avvengono le ultime rifiniture a livello strutturale. Poi durante l’incisione vengono affinati gli ultimi arrangiamenti dei singoli strumenti.
Come siete entrati in contatto con PowerProg Records? Parlaci un pò di loro, e del trattamento che vi stanno riservando...
“Dispelling the Veil of Illusions” era pronto già a marzo 2013, ma solo a marzo 2014 è stato pubblicato. Il grosso ritardo si deve al tempo necessario a trovare una nuova label. Personalmente non proposto il disco a nessuna etichetta italiana, rivolgendomi esclusivamente a realtà estere. Ci è voluto un po’, l’attesa prima di ricevere del feedback è spesso lunga (e talvolta non si risolve mai) ma alla fine Power Prog si è mostrata sufficientemente interessata alla nostra proposta da convincermi che potesse essere un buon compromesso. Si tratta di una label ancora piccola, ma in crescita, che ci ha offerto un contratto di 5 anni per questo disco a condizioni interessanti, particolare non di poco conto. Chiaramente è ancora presto per tirare le somme e resta comunque il fatto che, come avvenne per il nostro primo disco “The White Path to Rebirth”, mi sto occupando personalmente della promozione dell’album sia in Italia che all’estero, con buoni risultati finora.
Chi cura la parte elettronica nei vostri brani? Ad esempio, adoro l'inizio di "Extraworld"...
L’introduzione di alcuni elementi di elettronica nel disco è una delle novità che contraddistinguono il sound di “Dispelling”. Talete si è occupato ovviamente della cosa dopo che a livello di band si era discusso su quale direzione dare al sound dell’album. Alcuni degli arrangiamenti di tastiera sono stati studiati con scrupolo, ma molti altri, invece, sono nati direttamente nei giorni trascorsi con Tancredi in studio, sperimentando con suoni, arpeggiatori etc. Credo che nel prossimo disco questo sarà uno degli elementi che verranno ancor più incentivati assieme, spero, a una maggior durezza del suono.
Hai studi alle spalle? Di canto, intendo.... Sono sempre alla caccia delle storie dietro i musicisti...
Guarda, sono autodidatta al 99% e la cosa credo sia contemporaneamente la mia fortuna e il mio limite. Non avendo mai “subito” un’impostazione tecnica decisa il mio timbro è rimasto molto personale e “ingenuo”, e ciò che mi guida è esclusivamente la voglia di sperimentare, di variare il mio approccio al canto, di sentirmi a mio agio con le mie corde vocali. D’altro canto, la mancanza di studio è probabilmente ciò che mi rende molto diverso dalla classica voce power metal, di cui non ho né la potenza né l’estensione. Ma onestamente, non sentendomi un cantante power, vivo questa condizione in modo tranquillo e spassionato.
Attività live? Promozione? Cosa avete in serbo, cosa state architettando?
Non c’è molto in cantiere in realtà. La triste consuetudine ormai consolidata del pay-to-play determina il fatto che se hai soldi da investire allora ti si aprono le porte dei palchi importanti, se non li hai, invece, rimani nel locale del tuo paese a suonare davanti a 30 persone. Noi al momento non abbiamo le possibilità di investire in tour importanti, per cui ci limitiamo a qualche data in Veneto. Chissà se si muoverà qualcosa… ti confesso che dopo aver provato le emozioni di un tour europeo coi Sonata Arctica e Labyrinth è dura non poter ripetere esperienze simili… vedremo…
Avete nuovo materiale già in lavorazione? Vi vedete, provate, o vi incontrate solo per preparare concerti o serate?
Ti dirò, i 4th Dimension sono una band abbastanza strana, che ha una dinamica tutta particolare. Non siamo un gruppo continuo, che si trova a provare ogni settimana. Va a periodi, sulla base degli impegni pianificati, dei progetti in cantiere e così via. Al momento abbiamo discusso le basi di quello che vorremmo fosse il prossimo album e posso già dirti che c’è diverso materiale in lavorazione, in stato più o meno embrionale, ma intendiamo andare con calma, senza fretta, anche perché non intendiamo cadere nell’errore comune di realizzare un album clone. Per ora la priorità è ad ogni modo quella di promuovere “Dispelling the Veil of Illusions” in qualsiasi modo sarà possibile, poiché si tratta di un disco che secondo noi ha un grosso potenziale.
Dimmi i nomi di tre cantanti senza i quali non esisterebbe il 'cantante' Andrea Bicego...
Ti dirò, amo voci come Bob Catley, Hansi Kursch, Mike Baker, Meat Loaf, Bono degli U2, Tom Keifer dei Cinderella, Jon Bon Jovi, Elton John, Augusto Daolio, Danilo Sacco, Roby Facchinetti, Massimo Ranieri. Mi piacciono le voci calde, non mi interessano le prestazioni esasperate, ricerco le emozioni in quello che ascolto. Tre nomi? Difficile, molto difficile… mi limiterò all’ambito metal… Joey Tempest, perché gli Europe sono stati il mio primo amore e la voce di Joey mi accompagna da quando ero bambino. Michael Kiske, perché, cantando le canzoni degli Helloween, ho capito che la mia strada era un’altra e perché ho apprezzato moltissimo il suo tentativo, negli album solisti, di staccarsi dall’approccio esasperato alla voce in cui cadono quasi tutti i cantanti power e da cui intendo personalmente staccarmi sempre di più. Hansi Kursch, perché è stato il cantante che mi ha offerto una prospettiva totalmente diversa, facendomi comprendere come fosse possibile coniugare espressività e aggressività.
Qual è stato l'ultimo concerto di cui hai comprato il biglietto e l'ultimo cd fisico che hai comprato con i soldini…
Ahimè agli ultimi concerti (Shadow Gallery e Gamma Ray) sono entrato con un pass ahah Credo che l’ultimo concerto da pagante sia stato uno dei Nomadi comunque… e prima ancora la data dei Metallica a Udine nel tour dell’anniversario del Black Album…
Dischi (soprattutto vinili) ne comprò invece molti. L’ultimissimo acquisto, il nuovo STRAORDINARIO album degli Empyrium, una delle mie band preferite. Ascoltalo mi raccomando!!!
Ok Andrea, grazie mille e a presto!
Grazie a voi!!!
Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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