Prophilax: 30 anni di analità con Dora, Marino Sumo e Sirvano!

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Pubblicato il:26/12/2023
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I Prophilax.
Quest’oggi saranno loro i protagonisti del nostro excursus, un excursus diverso dal solito per vari motivi: dai toni alle tematiche, con il loro Rock Demenziale che unisce Metal, Progressive, Jingle ironici e Pornografia a tutto spiano, tagliandosi e privandosi (volutamente) giocoforza di una bella fetta di pubblico. Certo, noi speriamo che non vi fermiate alle apparenze, visto che oltre a cetrioli, vibratori, sborrate e inculate, la sostanza (ovvero la musica) c’è ed è di gran livello, avendo permesso a questa band romana di compiere più di trent’anni di vita diventando un vero e proprio cult. In caso contrario, beh… ci dispiace molto per voi, che siete ascoltatori e persone così tanto superficiali. Senza contare che anche band come Carpathian Forest o Impaled Nazarene nonostante il sound non sono poi così tanto tematicamente distanti dai Prophilax… naturalmente, gruppi conosciuti e stimati dagli stessi membri della band romana (insieme ad altre cosucce molto easy come Burzum, Dark Funeral o Symphony X).

L’Italia comunque ha una scena che passa con grande disinvoltura e noncuranza dal serio al faceto, ed ecco che oltre ad essere il paese di Fabrizio De André, Claudio Lolli, Giorgio Gaber, Lucio Battisti, Franco Battiato e decine, centinaia di altri cantautori che hanno dato lustro, dignità e splendore artistico con le loro canzoni che spesso sconfinavano nella poetica, dall’altro lato della medaglia ecco che abbiamo loschi figuri come Elio E Le Storie Tese, Squallor, Skiantos, Gli Atroci, Catharral Noise, Pitura Freska, Paolino Paperino Band o i Nanowar Of Steel che in maniera più o meno ironica, più o meno volgare e irriverente hanno saputo unire musica e quel tipo di comicità volgare e sboccato portato all’estremo, che per sua natura si fa alienare da molte persone, cosa che non ha comunque impedito di realizzare musica e testi di una profondità apparentemente insospettabile.

Detto questo, possiamo dunque imbarcarci sul Puttanic per andarcene tutti allegramente in Sarfregna, stando attenti a mignotte, froci, Berlusconi e trans (cit.): siete pronti per ascoltare le voci dall’oltrechiavica insieme a Ceppaflex, Sbohr, Viola Milano, Spermon, Sventrakul, Tizianal e Madame Lonkù?
Con Dora ed il Mentulatore al nostro fianco nulla è impossibile: buona lettura e buon divertimento!

Genere:
Rock Demenziale
Hard Rock
Progressive Metal

Periodo di attività:
1990 – ancora in attività

Una storia che comincia in maniera abbastanza comune a quella di tanti altri complessi quella dei Prophilax, ovvero fra i banchi di scuola: Fabio “Ceppaflex” Pinci e Ludovico “Sbohr” Piccinini al Mamiani di Roma fondano il gruppo e nel corso degli anni ne diverranno le colonne portanti.

Tra il ’91 ed il ’92 la band produce due demo (“Voci Dall’Oltrechiavica” e “Viaggio Nella Dimensione Anale”) che gli permettono di cominciare a farsi un nome nella scena locale, oltre al compimento di una sana gavetta. Apriamo necessariamente una piccola parentesi, prima di parlare del debutto semi ufficiale dei Prophilax; una parentesi che risponde al nome Pizza e Fichi e del loro unico album, band quest’ultima che ha condiviso membri e canzoni con i guerrieri dell’analità. “Naka Gata” del ’92 è un disco molto somigliante alle prime produzioni dei Prophilax con una qualità non sempre al top dei San Culamo: registrazione casereccia e realizzata con mezzi di fortuna, un Ceppaflex ancora molto incerto dietro al microfono, buone doti strumentali ma ancora bisognose di essere definitivamente sviluppate, canzoni altalenanti e umorismo buono per tutti i buzzurri dello stivale italico. Un lavoro che è quasi una demo casereccia ma che contiene alcuni futuri classici presi dai Prophilax: la denuncia di “Atac Di Merda” e le surreali “Me Prude Er Culo” e “Condoglianze” saranno presenze fisse nei live act del gruppo romano. La musica è un incrocio tra l’Hard Rock, l’AOR ed il Rock ‘N Roll con i suoni degli anni ’90 e sotto un’ottica irriverente: canzoni come “Sò Gay”, “Sweet Home San Buceto” e “Bella Maurì” sono altre ottime parodie di pezzi noti che non sfigurerebbero in un lavoro della band principale. Magari, riregistrate e riarrangiate, chissà che non vengano riesumate e date in pasto agli ascoltatori…




Dopo la breve parentesi con i Pizza e Fichi, Pinci si concentra sulla band madre ed ecco che nel 1993, dopo un bside project e due demo, esce il debutto dei Prophilax, “Il Signore Delle Fogne”. E c’è da dire che nonostante la registrazione parecchio casereccia, da prove in garage, il miglioramento rispetto alle prime due demo (e al progetto estemporaneo) c’è ed è evidente: le doti strumentali stanno germogliando e sono nettamente migliorate, il basso ha un groove irresistibile (“No Seg”, “Fotturion”, “Il Giorno Della Ceppa”), le tastiere hanno un ruolo spesso da protagoniste dando un tocco AOR alla band in certi pezzi (“Alice Nel Paese Dei Cazzi”, “Traves”, “Dora In Poi”) e nei lenti più riusciti (“Pajarulo”). In questo bel debutto sono poi da segnalare altre canzoni di gran livello e che sono diventate dei classici di questi chiavatori seriali: “Dora Daccela Ancora”, “Nella Vecchia Tromberia” e quell’inno che è “Voci Dall’Oltrechiavica”. Qualche riempitivo c’è ed effettivamente alcuni lenti si sarebbero potuti benissimo scartare: non avremmo pianto se “Vacce Te”, “Tronco Cionco”, “Una Fica Promessa” o “Piccolo Grande Bucio” fossero state messe da parte, in effetti, ma tutto il resto è di un livello decisamente interessante, con una sezione ritmica semplice ma efficace e i continui abbellimenti di Sbohr il quale infila un assolo in ogni dove appena può, andando a sfornare un solido Hard Rock divertente non solo per i testi ma anche e soprattutto per le diverse influenze presenti, che spaziano dal Pop al Rockabilly passando per l’Heavy Metal, degne di un grande estro musicale.

Niente male, veramente, per una band poco più che debuttante. Non trovate?




Passa un solo anno ed ecco che nel 1994 esce il secondo album, “Under Cool”. Un lavoro che per tutta una serie di motivi risulta essere fiacco e privo di mordente, seppur dimostri di avere qualche freccia interessante da scoccare. L’essersi accasati sotto una piccola casa discografica, a detta della band, castrò sia la musica che i testi. Lo percepiamo, purtroppo, in modo chiaro e lampante.

Sotto il profilo meramente tecnico c’è ben poco da recriminare: i suoni si presentano migliori ma una buona metà del disco è di livello basso, e nonostante qualche sprazzo di idee qua e là il platter si dimentica facilmente, a parte i soliti virtuosismi di Sbohr con la sua sei corde o certi interventi di tastiera.
I rifacimenti di “Dora Daccela Ancora” e di “Analità” sono decisamente ben riusciti, “Naja” e “Teleciofeca” sono due pezzi che potevano benissimo venir presentati nell’esordio, mentre la suite di dodici minuti e passa di “Viaggo Nella Dimensione Anale” ci regala un vero caFolavoro, con una band intenta a prodigarsi in uno sfavillante Progressive Metal ricco di fantasia coadiuvato alla base da una storia singolare. Momento che da solo riesce a salvare in corner un disco assolutamente dimenticabile: il classico coniglio che spunta dal cilindro ed in maniera pure molto inaspettata.

Fortunatamente, la band non si dimenticherà di questa esperienza e ne farà tesoro per il futuro.




Dopo tutta una serie di continui avvicendamenti alla line up dei Prophilax, i quali vedono il momentaneo abbandono della nave da parte di Sbohr per alcuni anni, ecco che nel 1996 arriva “Nerkiology”, che altro non è che una rimasterizzazione delle prime due demo. Inutile dire che tutti i pregi e i difetti dei primi due album del gruppo e del lavoro dei Pizza e Fichi, che già in precedenza sono stati citati, vengono tutti riproposti, risultando addirittura amplificati in questa forte altalena qualitativa e stilistica.

Nonostante tutte le incertezze, un certo numero di riempitivi e i precari mezzi tecnici ed economici, in queste ventun canzoni, diverse sono di gran livello. Tutto ciò lo ha dimostrato il tempo, che con esse è stato un gran signore: nel corso degli anni canzoni come “Dora Facce ‘Na Sega”, “Paghi Due Te Ne Fotti Tre”, “Te Pìo Te Fotto”, “Preda Del Raptus Anale”, “Pompotron”, “La Megaceppa Sorgerà”, “Cagatone Joe è Tornato”, “Fateme Pijà ‘a Patente” o “Sono Un Pornografo” diventeranno dei cavalli di battaglia di questi abili musicisti e diversi anni dopo il doppio “Analive” (2005) e la raccolta celebrativa “20 Anni Di Analità” (2010) ci doneranno nientemeno che delle versioni tirate a lucido dei suddetti brani, con un gruppo decisamente più maturo e capace di rendere giustizia alle dinamiche e ai vari virtuosismi di Ludovico Piccinini.




Accanto alla band principale si presentò anche una parentesi iper blasfema, che per il momento è durata per tre album: quella dei San Culamo, tra il ’94 ed il 2001. Cosa dire dunque di “Scomunicati e Vincenti” (’94), “Massacro a Betlemme” (’97) e “I Predatori Dell’Arca Madonna” (’01)?
Oltre ad avere in comune alcuni membri dei Prophilax e una qualità sonora parecchio deficitaria, lo stile musicale è decisamente differente e rimanda parecchio a quello dei Pizza e Fichi: quasi tutte cover di artisti e canzoni più o meno note, ma rilette in maniera anti clericale e blasfema.

Hanno Ucciso L’Asinello”, “Non Me La Dai” e “Ho Rotto Il Culo A Dio” ci fanno dimenticare di colpo gli 883. In effetti, non ce li ricordavamo così i testi di Max Pezzali! L’assurda “Rutto Apocalypse” è una base Techno con un collage di rutti, le due parti di “Terrore a Dioland” ricordano l’intro e l’outro della Demo “Satanic Rites” degli Hellhammer, il Pop Rock di “Tutti a Civitavecchia” (l’unico vero inedito dell’esordio) si ispira ad un triste fatto di cronaca di quegli anni,”Jingle Cazz” è una rilettura Hard & Heavy di “Jingle Bells”, con tanto di riffing corposo e doppia cassa che diventerà un classico dei live dei Prophilax, “Dita” (divisa in quattordici parti per un numero equivalente di dita infilate su per il culo del povero ascoltatore), “Mannaggia a Padre Currito” e “Bidibibodibibù” sono canti popolari riletti sotto un’ottica diversa. E giusto per non farci mancare nulla, ecco che questo fedele gruppo di fedeli servitori del signore ripropone delle sigle di alcuni cartoni animati, tra le quali spicca sicuramente “M’Hanno Scomunicato” che è una sigla alternativa di “Remì” (chi se lo ricorda “Remì”, a proposito?).

Non un lavoro indimenticabile, anzi. Effettivamente, dal mero punto di vista musicale, alcune canzoni sono veramente mediocri, ma altre sono riletture riuscite anche piuttosto bene e che non a caso saranno riprese dai Prophilax dal vivo.




Il mediocre “Massacro a Betlemme” (che ripropone in modo fiacco e poco convinto la formula dell’esordio) e il discreto “I Predatori Dell’Arca Madonna” continuano con quanto fatto dal predecessore, qualche inedito, molte cover di artisti famosi e sigle di tele film o cartoni animati rifatti in chiave anti clericale e blasfema. Nessuno dei due lavori riesce a raggiungere i livelli (non esaltanti, bene dirlo) del debutto che, seppur ingenuo, grezzo e altalenante conteneva delle perle di becera e ignorante cafonaggine e risultava essere pure molto divertente in questo strano connubio di Jingle comici, Pop, Rock e sigle varie, come se fossero una sorta di Radio Sboro de Roma.




Dopo aver realizzato la sigla di chiusura del cortometraggio “Puttanic” del 2007, “Padre Cryo, Padre Clio” i San Culamo non hanno fatto perdere le proprie tracce, praticamente ibernandosi. Anni fa, nel biennio 2012/13, Pinci aveva comunque parlato di lavori di assemblamento del fatidico quarto album dei San Culamo. Ad oggi però, nell’anno del signore 2023, di “Tana pe’ Cristo” non se ne sa ancora nulla.
Però i due singoli promettono bene...
Chissà se questo bside project effettivamente verrà fatto risorgere per un nuovo album. In tutta onestà lo speriamo e ci auguriamo anche che magari le canzoni migliori dei primi tre lavori vengano riprese e rimaneggiate per essere valorizzate come meriterebbero.




Nel 2003 si torna alla carica con uno dei lavori migliori del combo capitolino, con tante idee e molto vicino al Prog Metal, “Il Quinto Escremento”. Da qui in avanti vi sarà la presenza fissa in regia di Christian “Sventrakul” Ice, che saprà dotare il gruppo di suoni professionali e di qualità stellare.

I Prophilax si erano fatti parecchio attendere, ma c’è da dire che con questo lavoro il gruppo è maturato veramente tanto sotto praticamente tutti i punti di vista, sapendo quindi ripagare l’attesa nel migliore dei modi: da Ceppaflex che non pare più assolutamente incerto dietro al microfono, per passare alle doti strumentali ormai completamente sgrezzate da parte di Sbohr e soci. Questo permette al gruppo di giocare molto sulle strutture, inanellando una serie di parti strumentali molto fantasiose e ricche di virtuosismi assortiti nelle quali pure le tastiere hanno un ruolo fondamentale: la sfinterale “Mongòlius”, gli assoli di “Sei Glande”, ”Viva La Fica” in odor di PFM (!) e la suite in cinque parti di “Trombòpolis” che farebbe morire d’invidia i Dream Theater attuali (se la conoscessero…) sono la perfetta testimonianza di questa vicinanza con il Progressive Metal dell’epoca. Anche nei pezzi più canonici e diretti come le thrasheggianti “Mano”, “Occho Alla Ceppa” e “Treni Del Cazzo” o le ficcanti “Don Mignotte” e “Pornografia Unica Via” o il rifacimento di “Me Prude Er Culo”, vuoi per i virtuosismi o per i duetti chitarra/tastiera, hanno sempre quell’influenza di contorno.

Elementi testimoniati molto bene dal già citato “Analive” che ci fa sentire come le canzoni del disco ben si amalgamassero con il resto del repertorio storico (“Nella Vecchia Tromberia”) oltre ad un netto miglioramento rispetto ai primi anni di carriera (“Dora Facce Na Sega”) e al ripescaggio di alcune canzoni dei San Culamo (“Jingle Cazz”) o dei Pizza e Fichi (“Atac Di Merda”), con la presenza di un sassofonista, il mai dimenticato Genzo “Tazzanno Nazzinna” Okabe. Con il nuovo millennio insomma, la band ingranò una volta per tutte, con una netta maturazione artistica.




Apriamo e chiudiamo una piccola parentesi cinematografica: ebbene sì, i Prophilax (a volte coadiuvati dai San Culamo) hanno messo le mani su alcuni celebri film e telefilm per realizzare dei cortometraggi parodistici. “Biuticul” (1991), “Beverly Holes – Froci A Beverly Hills” (1992), “Puttanic” (del 2007 insieme alla sua riedizione in “HDio” che noi vi consigliamo senza riserve) e “La Passione Del Mannaggia” (2018), rifacimenti eccezionali, mentre Il giorno del “Nerkiopiteco” (1995) è un’opera originale del cantante. Tra questi, sicuramente per gli amanti di un certo tipo di ironia “Beverly Holes” e il “Puttanic” sono le opere più riuscite che strapperanno tante sonore risate, con delle colonne sonore a base di Protector, Gammacide, Macabre, Vomitory, Massacre e Indestroy tra i vari artisti che hanno partecipato in maniera inconsapevole a tutto ciò.

Ovviamente, se un certo tipo di umorismo vi infastidisce dovete girare al largo dato che religione, sessualità e bon ton sono costantemente presi di mira nelle disavventure di personaggi ormai entrati nella memoria collettiva di tutti noi come Giovanni Diocapra, Capitano Ano, Mozzo Zozzo, Otta Migno, Burzum e ultimi, ma non per importanza, Padre Cryo e Padre Clio!
E poi è giusto ricordare che le noci de cocco fanno bene per molte cose…. ma è meglio mangiarle!




Il 2008 a cinque anni da “Quinto Escremento”, tornano i guerrieri dell’analità con l’ottimo “Coito Ergo Sum” presentato oltre che da alcuni concerti, anche dal secondo numero del Corriere Della Sega. Seppur l’ironia dissacrante e balorda non manchi, qui abbiamo una band molto impegnata pure nel sociale.
Le ventiquattro canzoni non devono spaventare e trarci in inganno: i Prophilax non si sono trasformati in dei novelli Repulsion di Trastevere, ma più semplicemente in questa occasione hanno fatto una netta separazione tra i siparietti dissacranti che fanno da introduzione e le varie canzoni.

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Altra novità molto importante rispetto al passato è che la vena più squisitamente Progressive che in passato ci aveva donato suite come “Viaggio Nella Dimensione Anale” ed era uno dei pregi più sorprendenti del disco fatto uscire nel 2003, qui è praticamente accantonata in favore di una netta sterzata Hard & Heavy con tutta una serie di canzoni dirette e con poche menate.

Una direzione decisamente più Heavy Metal oriented che già dai primi secondi di “Vivi e Lascia Chiavare” si palesa nelle nostre orecchie: l’introduzione di batteria (con un lavoro solidissimo dei due batteristi Fregnex e Spermon, che si alternano nelle varie canzoni) dona una base ritmica frenetica e flessibile, accanto al rifferama rinvigorito di Piccinini (Sbohr per gli amici) che guarda tanto ai migliori Deep Purple unendolo alla potenza e all’energia del Metal. In tutto questo le tastiere sono tenute spesso e volentieri in secondo piano ed è da sottolineare come Pinci riconferma ormai di trovarsi maturato e a suo agio dietro al microfono, con tutta una serie di ritornelli di grande presa da cantare a squarciagola nei live, oltre alla ammaliante ugola di Tizianal (Tiziana Giudici) come corista.

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In queste regole generali comunque la varietà non manca: il mid tempos roccioso di “Silicojone”, se non fosse per la cadenza e l’accento romanaccio, potrebbe benissimo provenire dal “Black Album”, c’è un Funk spensierato e godereccio in “Big Bamboo”, l’elettronica scanzonata di “Stronzemon”, il singolo “Mandami In Radio Col Beep” e lenti di grande pathos e spessore che sono “Ti Ano”, “Vivo Col Gay” e “Altri Cazzi Stessi Culi”. In questi ultimi due (oltre che in altre canzoni sparse) è quasi triste constatare come determinati testi rispecchino perfettamente la società e la mentalità del bel paese, senza contare che una band come questa (che in teoria sarebbe demenziale e quindi per sua stessa natura mal valutata da prevenuti, moralisti e bigotti vari) sia invece decisamente più profonda e impegnata di altri artisti considerati seri.

In questo lavoro solidissimo alla band piace parecchio pestare ed ecco che canzoni molto veloci e pesanti come “Frate ‘N Kiappetto”, “Clero…ttura De Cojoni”, “Casa Chiusa”, “Figli di Cani” e “Me Scarico Tutto”, brani che ci fanno vedere come i Prophilax si trovino a loro agio in questa veste.
Un lavoro che musicalmente farebbe invidia a molti e che è tra le cose più riuscite del duo Pinci/Piccinini con una costruzione delle canzoni da manuale e con la tecnica strumentale al servizio della musica.




A soli due anni da “Coito Ergo Sum”, nel 2010 esce la raccolta celebrativa di “20 Anni Di Analità”. Sbohr e Ceppaflex si saranno sicuramente chiesti quale sarebbe stato il modo migliore di festeggiare un traguardo importante come i vent’anni di carriera. Alla fine, oltre a preparare un gustosissimo panettone a base di sperma, ci hanno risposto con un rifacimento di quattordici brani (e relative intro) che a parte due inediti sono versione risuonate, riarrangiate e riregistrate di una serie di classici scelti dai fans di Dora e del gruppo, nel quale possiamo riascoltare il lato più Rock oriented del gruppo dopo le precedenti sbandate musicali avute durante il nuovo millennio.

Ascoltando quell’inno qual è “Voci Dall’Oltrechiavica” piuttosto che “Dora Daccela Ancora”, “Dora In Poi Rock Version”, “Condoglianze” o “No Seg” tra le tante, il primo elemento che balza all’orecchio è la produzione moderna, tagliente e vigorosa, specialmente se confrontata con l’originale. Le parti cantate e strumentali rispetto al passato remoto hanno subito tutta una serie di piccoli ritocchi qua e là che insieme all’esperienza maturata nel corso degli anni ci mostra come dovrebbero essere compiute operazione del genere, le quali hanno spesso portato a risultati fallimentari (chi ha nominato quella porcheria che è il rifacimento di “Kings Of Metal”?).

I divertenti siparietti che inscenano una rimpatriata allargata tra i vari membri presenti e passati dei Prophilax e i due ottimi inediti (“M’Arrazzo Col Trans” e “Stamo Ancora Qua”) sono il classico valore aggiunto a questa raccolta di pezzi tirati a lucido. Raramente ci è capitato di ascoltare un’operazione realizzata così bene: così su due piedi ci viene in mente il devastante “First Strike Still Deadly” (2001) dei Testament. Un lavoro celebrativo che ci dimostra a chiare lettere come questo gruppo sia diventato molto probabilmente il gruppo migliore di tale genere nel nostro stivale con questo must assoluto che volendo è completamente gratuito in maniera legale come il resto della loro discografia, vista la posizione che la band ha sul diritto d’autore, quindi ascoltatelo e poi parliamone tutti insieme in maniera spensierata!




Nel 2012 era emerso che oltre ad essere in lavorazione un nuovo album dei San Culamo (“Tana pe’ Cristo”), era addirittura stato annunciato “Pornado”, il titolo del nuovo album dei Prophilax che sarebbe dovuto uscire nel 2016 ma che oggi non ha ancora visto la luce. Al momento, insomma, dobbiamo accontentarci dei due singoli usciti, ovvero “Fatti Una Famiglia” e “Pompe Funebri”: dall’ascolto di queste due canzoni possiamo azzardare l’ipotesi di un parziale ritorno alle sonorità Hard Rock/AOR del primo lavoro, con tutta l’esperienza e la maturità acquisita in trent’anni di onorato servizio nel mondo musicale underground.




Arrivati alla fine dell’excursus, è bene citare prima di salutarci il pezzo “Viola Milano” uscito a sorpresa nel 2019. Ludo Sbohr, non considerando questo brano (a suo modo intimo e poetico) adatto al concept di “Pornado” ha deciso di pubblicare in maniera completamente gratuita questo outtake che musicalmente è molto leggero, sbarazzino e disinvolto: un bel modo per omaggiare la loro nuova bassista, non trovate?




Arrivati alla fine di questo excursus, vi ricordiamo che tutta la discografia dei Prophilax e tutto quello del quale abbiamo allegramente disquisito in queste righe è scaricabile in maniera completamente gratuita nel sito ufficiale della band.
Aggiungiamo che ogni album è completato di testi e immagini correlate, risultando molto più completi e ordinati di molti press kit che ci arrivano qui in redazione: ed il bello è che ogni mese escono molti album dalla qualità per lo meno discutibile che non costano nemmeno poco, mentre i Prophilax ci danno la possibilità di scegliere se pagare o meno risultando quindi assolutamente coerenti.

Non ci rimane da fare altro che consigliarvi caldamente di avventurarvi in questa divertente discografia ricca di musica di qualità, testi più profondi di quello che si potrebbe pensare, invettive contro preti, suore ed una società superficiale: stringete le chiappe e che il Mentulatore vi protegga!

Ps l’excursus originale uscì per Metalwinds nel 2020, webzine ormai chiusa da un paio di anni e nel frattempo, a fine 2023 è arrivata la brutta, bruttissima notizia dell’interruzione dell’attività (momentanea o definitiva non si sa) del gruppo per vari motivi e quindi, purtroppo è molto probabile che il tanto atteso “Pornado” rimarrà nella fantasia di molti di noi, come i prossimi Anti Natale.
Con i San Culamo invece?
Boh, chi lo sa... però un bel "mannaggia a quello lì" non me lo toglie nessuno!

Link utili:
https://www.facebook.com/prophilax
https://www.facebook.com/fabioceppaflex
https://www.facebook.com/sanculamoofficial
Articolo a cura di Seba Dall

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Inserito il 08 gen 2024 alle 07:51

Visti in tempo all'Antinatale 2022, speriamo che almeno il disco dei San Culamo esca.