Iron Maiden - Legacy of the Beast: la nuova incarnazione videoludica di Eddie

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Pubblicato il:07/07/2016
E pensare che, intorno ai 22-23 anni, vivevo come un’autentica angheria la cadenza non necessariamente giornaliera con cui riuscivo a limonare col gentil sesso.
Riflettendoci a posteriori, direi che invece è andata sin troppo bene, posto che i quattro pilastri su cui si fondava la mia esistenza erano, in ordine sparso, bestemmie, alcool, videogiochi e metal.
Non la ricetta ideale per vestire i panni del tombeur de femmes, ne convengo.

Di acqua sotto i ponti, nel frattempo, ne è passata in abbondanza, e solo l’amore per il metallo pesante alberga ancora nella mia anima.
Il ricorso alle bestemmie, al contrario, ha subito una brutale elisione (per quanto non abbia affatto mutato opinione riguardo alle divinità che ero solito insultare), mentre nel consumo di alcool e videogiochi si è registrato un calo drammatico.
Eppure, ciò di cui scrivo quest’oggi ha saputo risvegliare vecchi amori sì sopiti, ma mai defunti…

Una premessa: il connubio Maiden / videogames registra diversi precedenti, e non tutti lusinghieri.
Se, infatti, appare corretto rubricare il simil-arcade realizzato in appoggio al video di Speed of Light alla stregua di un buon divertissement in salsa retrò, è altrettanto opportuno definire l’ormai antico Ed Hunter senza tanti giri di parole: una ciofeca inenarrabile.
Ripetitivo, scialbo, obsoleto, godibile quanto una processione funebre sotto la grandine, allo sparatutto su binari (sotto)sviluppato dalla Synthetic Dimensions va ascritto un unico merito: aver dato il nome al leggendario tour di reunion con Bruce Dickinson nel 1999. Oltre non mi spingerei.

Con Legacy of the Beast, per fortuna, le premesse erano più promettenti: budget superiore, commissionata la produzione alla ottima software house canadese Roadhouse Interactive, rilasciati alcuni teaser e concept art che facevano ben sperare… tutto pareva muoversi nella giusta direzione.
Unico neo: la volontà di rilasciare il prodotto unicamente per mobile.

Urge, sotto tale profilo, svolgere una dissertazione ad alto tasso di nerditudine.
Ogni videogiocatore “serio” potrà confermarvi che i videogames per dispositivi portatili stanno a quelli per console come la commedia erotica La Ripetente fa l’Occhietto al Preside sta a Eiaculazione da Tiffany con Rocco Siffredi: tutt’altro calibro (no pun intended).
Né potrebbe essere diversamente: chi programma per mobile ha l’obbligo di accontentare il cosiddetto casual gamer (in pratica l’equivalente del nostro false fan), e deve garantire un’esperienza ludica fruibile in sessioni di pochi minuti.
Ciò detto, vediamo come se l’è cavata Eddie nell’ennesima incarnazione della sua carriera…

GRAFICA
Davvero niente male.
Trovo azzeccato lo stile generale, che si mantiene asciutto e non scade nel cartoonoso; lo stesso può dirsi della scelta della palette di colori, piacevolmente sobria.

Gli schemi, tematicamente collegati a famose copertine degli Iron, paiono ben realizzati, pur non traboccando di dettagli. Dal canto loro, i modelli poligonali dei personaggi mettono in mostra un’ottima realizzazione complessiva e una discreta fluidità di animazione. Fluidità che si mantiene tale anche nelle situazioni più concitate, disinnescando le minacce di rallentamenti, effetto blur etc.

In definitiva, il comparto grafico di Legacy of the Beast merita senz'altro un plauso.

SONORO
Beh, di cosa stiamo parlando?
Quale accompagnamento musicale migliore può esservi di una selezione di brani dei Maiden?

Peccato solo per la parsimonia con cui sono state elargite le chicche promesse alla vigilia: non ho ancora terminato le missioni principali, ma per ora le annunciate tracce live inedite latitano. Perlopiù, durante gli schemi avrete modo di ascoltare estratti di pezzi vecchi e nuovi della Vergine, riproposti in versione strumentale.
Comunque una goduria, ulteriormente spalleggiata da effetti sonori vari ed efficaci e da un bilanciamento audio di prim’ordine.

Dunque, anche sotto questo profilo andiamo a gonfie vele; d’altra parte, con tanto ben di dio da cui attingere, fallire sarebbe stato criminoso…

STORYLINE
Per chiarezza: dimenticate Cloud Strife, Zanarkand e le mirabolanti trame dei migliori Final Fantasy.
Qui abbiamo un canovaccio che funge da pretesto per trasportare Eddie nei vari mondi di gioco, un personaggio (la Chiaroveggente) che funge da collante agli avvenimenti e un flebile plot che li collega, tra una battaglia e l’altra, sino allo scontro col boss finale. E tant’è.

Difficile chiedere di più; almeno i dialoghi sono ben scritti, anche nel nostro idioma (per quanto leggere richiami a lyrics e titoli di canzoni degli Iron in lingua italiana faccia un effetto bizzarro).

GIOCABILITA’
Occorre preliminarmente scremare il campo: se amate i giochi frenetici, in cui si spara a tutto quello che si muove su schermo e si rischia l’epilessia ad ogni sessione, lasciate Legacy of the Beast sugli scaffali (virtuali).

Parliamo, in effetti, di un gioco di ruolo a turni quasi puro. Quasi poiché, prendendo spunto dalla splendida serie Paper Mario, i programmatori hanno deciso di inserire, all’interno dei turni, alcune azioni in real time (ad esempio: toccare lo schermo coi giusti tempi, o il più velocemente possibile). Come immaginerete, simile accorgimento spezza la staticità del combat system, ma non abbastanza da renderlo adatto ai fruitori più impazienti, che si ritroveranno presto frustrati dalla generale mancanza di azione.

Nel contempo discutiamo di un GDR che decide, proprio per coltivare la vocazione user friendly propria dei giochi mobile, di rinunciare ad alcuni dei tratti che contraddistinguono il genere.
Quindi non aspettatevi esperienze open world, esplorazioni senza meta, dialoghi interminabili, segreti da scoprire o side quests: gli schemi sono prosaicamente divisi in round, ognuno dei quali prevede un’ondata di nemici da sconfiggere.

Tale semplificazione delle meccaniche viene tuttavia mitigata da altri fattori: penso in primis alla customizzazione dei personaggi giocabili, cui si possono applicare talismani, potenziamenti ed evoluzioni.
Oltre alle varie versioni di Eddie, potrete poi valervi di un nutrito cast di combattenti aggiuntivi; ognuno di essi presenta caratteristiche uniche, il che incrementerà la componente strategica del gameplay e renderà importante la pianificazione prima di ogni missione.

Altro pregio non da poco: la giocabilità prescinde dagli acquisti in-game.
La circostanza potrebbe apparire scontata per alcuni, ma vi assicuro che per un videogame scaricabile gratuitamente non lo è affatto.
Come ovvio, è previsto uno store da cui è possibile accaparrarsi oggetti, personaggi rari, esperienza extra etc., rendendo così più agevole la progressione nelle missioni principali.
Nondimeno, una volta metabolizzate le dinamiche di gioco e perfezionate le customizzazioni dei propri combattenti, dovreste riuscire a superare tutti i mondi di gioco senza investire i vostri sudati risparmi…

…purché, beninteso, siate disposti a soggiacere al peccato originale di ogni GDR che si rispetti: il famigerato grinding.
Valgano qui le considerazioni svolte poco sopra: se vi tedia il solo pensiero di affrontare più e più volte i medesimi schemi, al fine di veder incrementate le statistiche e la potenza dei vostri personaggi, questo gioco non fa per voi.
Personalmente credo di aver trascorso, nei miei anni universitari, più tempo a grindare che non sui libri, quindi per me il problema non si pone.
Ad ogni modo: uomo avvisato...

LONGEVITA’
Quello dei role playing games è, per eccellenza, il genere che garantisce più ore di gioco in assoluto. Legacy of the Beast, pur non potendo rivaleggiare con mastodonti eterni del calibro di Dragon Quest o The Elder Scrolls, saprà comunque offrire una durata complessiva ragguardevole.

Da non sottovalutare, poi, il fattore rigiocabilità: una volta terminata la campagna principale sarà possibile affrontare i singoli livelli con difficoltà incrementata; oltre a ciò, un futuro aggiornamento renderà disponibile una non meglio precisata Modalità Arena.
Niente male per un gioco in download gratuito.

CONCLUSIONI
Non intendo mentirvi: per il sottoscritto, l’accoppiata turn-based RPG / Iron rappresenta una sorta di sogno ad occhi aperti.
Pur nella mia conclamata imparzialità, ci tengo comunque ad esprimere la più sincera soddisfazione: Legacy of the Beast non rivoluzionerà di certo il panorama videoludico, ma è comunque un prodotto di qualità.
Ottimo dal punto di vista tecnico, più che discreto nelle meccaniche di gioco e longevo quanto basta per farci ingannare l’attesa in vista della triplice calata italica della Vergine.

Se invece preferite trascorrere il tempo libero limonando, beh, bravi voi...

Articolo a cura di Marco Cafo Caforio

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