Copertina 6

Info

Anno di uscita:2008
Durata:42 min.
Etichetta:Bastardized Records

Tracklist

  1. THROUGH VILE BLACK BLOOD
  2. MY CROSS TO BEAR
  3. SHOW ME THEM HORNS
  4. VENOMIZED
  5. END THIS LIFE
  6. WE ARE THE FILTH
  7. TEAR THIS WORLD APART
  8. THE RED INSIDE
  9. CARNAL BETRAY
  10. AT THE END OF MY ROPE
  11. HEADING TOWARDS THE LIGHT

Line up

  • Ronnie Nyman: vocals
  • Staffan Winroth: guitar
  • Peter Lindholm: guitar
  • Lawrence Mackrory: bass
  • Olle Ferner: drums

Voto medio utenti

Prima o poi mi dovrò decidere a scrivere una recensione universale per le uscite come questa. Un qualcosa del tipo "Il gruppo X con questo disco Y, si ispira fortemente (per non dire plagia a volte) a [lista gruppi]. Il disco non è nè registrato nè composto male, anzi il gruppo fa bene il suo dovere e le canzoni sono buone pur non avendo un briciolo di personalità. Consigliato solo a quelli che amano il genere e non riescono ad aspettare l'uscita di un album dei [gruppi citati prima]" che vada bene per ogni occasione. Insomma avete capito, ci troviamo davanti ad una di quelle uscite che innondano il mercato discografico saturandolo. Uno di quei gruppi che affonda nel mare dell'originalità zero, precisamente nel golfo del compongo bene ma non abbastanza per risultare interessante nonostante l'assenza di personalità.

Il caso degli Enemy Is Us è quello di una band svedese - e sin dalla prime note dell'opener la provenienza risulta palese anche senza conoscerla - la cui proposta si trova a metà strada tra il binomio Slaughter Of The Soul/The Haunted e gli In Flames degli ultimi 4 album. Esatto, quello che state pensando è lo stessa cosa che ho esclamato mentalmente una volta messo il cd nel lettore: "Ancora Metalcore!!". Ma si sa ogni periodo ha le sue mode.
Venendo all'album, il secondo di questo gruppo, questo Venomized propone in undici tracce tutto quello che vi aspettereste di trovare in un cd di questo genere. Riff aggressivi ma melodici, canto urlato, ritornelli ruffiani e amenità simili. Uno swedishcore che scorre indolore, a tratti persino piacevolmente come nel caso di My Cross To Bear, ma non impressiona, non riesce a distinguersi qualitativamente dalle proposte di migliaia di band che in questi anni si sono cimentate con questo genere, se non con una produzione davvero impeccabile.
Torniamo allora all'inizio di questa recensione: se proprio non riuscite ad attendere l'uscita del nuovo In Flames e siete in astinenza da metalcore, beh, questo album potrebbe riuscire ad alietarvi un pochino.[/LIST]
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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