Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:53 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE BALLAD OF JOLLY HANGMAN
  2. IN TABERNA
  3. THE HALL OF MIRRORS
  4. WIDDERSHINS SONG
  5. SCHATTENTANZ
  6. MOTHER MOOSE JIG
  7. SHINE
  8. MOURNING OF THE KING
  9. WEB OF WAR

Line up

  • Dmitri Petras: bass, vocals
  • Iana Nikulina: keyboards, vocals
  • Stas Matveyev: guitar
  • Max Znaevski: drums, percussions
  • Alex 'Mcreddin' Redin: vocals
  • Lyba Maslova: cello, vocals
  • Dmitri Yakovlev: bagpipe, pipes, mandolin, whistles, percussions
  • Maxim Zhupikov: violin

Voto medio utenti

I Wolfmare si formano nel 2001 con il nome di Wolfsangel a San Pietroburgo e con quel moniker danno alle stampe un album (Widdershins) nel 2004. Dopo il cambio di nome ritornano con questo Whitemare Rhymes, album folk metal carico di tradizione e atmosfere antiche.
Gli otto baldi russi basano la loro musica sulle orchestrazioni e l'ampio utilizzo degli strumenti tradizionali più disparati, dalle cornamuse ai violini. La stessa varietà è riscontrabile anche nel canto grazie a ben tre ugole (una voce maschile, una femminile e un growler) più un coro da osteria al servizio della musica. Ed è proprio questo approccio a rappresentare il più grande punto di forza del gruppo. Le composizioni infatti non si rifanno al classico modello Finntroll ma acquistano profondità grazie alle splendide orchestrazioni composte con sapienza. In tal senso, al posto di adottare un approccio alla Finntroll, basato sull'incrocio di folk contemporaneo e attitudine energica che a tratti rimanda allo Ska (si veda ad esempio Slaget Vid Blodsalv), i Wolfmare preferisco un approccio più spostato sul medievale e sul colore degli strumenti tradizionali con la componente metal non dominante ma di supporto. Purtroppo questa scelta comporta anche lo svantaggio di perdere in impatto ed energia; cosa che comunque non pregiudica il buon lavoro del gruppo che riesce in queste otto tracce a cogliere l'attenzione dell'ascoltatore e a tenerla viva. Probabilmente hanno solo bisogno di esperienza per togliersi di dosso quei piccoli errori di inesperienza che permettono a questo album di essere discreto e a tratti buono senza mai però sforare nell'ottimo.
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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