Copertina 7

Info

Anno di uscita:2008
Durata:49 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WAKING A DEAD MAN
  2. YOUR CREATOR
  3. BLEED AS ONE...APPEASE THE GODS
  4. BEHIND IMMORAL EYES
  5. FEAST FOR THE HATED
  6. THINNING OUT THE HERO
  7. THE SICK SENSE
  8. NEW POWER RISES
  9. HELD BENEATH
  10. SUCCUBUS

Line up

  • Norman Skinner: vocals
  • Steven Rice: guitars
  • Corey Krick: guitars
  • Jim Pegram: bass
  • Henry Moreno: drums

Voto medio utenti

Avevo lasciato gli Imagika al loro quarto album, "Devils on Both Sides" (2005) perdendo di vista il successivo "My Bloodied Wings" ('06), e così ora mi ritrovo davanti alla loro ultima uscita: "Feast for the Hated". Ritrovo la formazione statunitense in ottima forma, anche se forse non hanno disdegnato di accentuare i toni del loro Speed/Thrash, con il cantante Norman Skinner che, qua e là, non disdegna un approccio tipicamente Death Metal. I riferimenti sono comunque sempre gli stessi: Testament, Forbidden, Metal Church, ma pure Vicious Rumors, Iced Earth, Nevermore.
L'opener "Waking A Dead Man" è una vera mazzata sonora, tra i già citati Testament e gli Exodus, con piccoli squarci melodici che mettono ancor più in rilievo la cattiveria espressa dagli Imagika. Stessa linea di condotta per "Your Creator", un discreto assalto sonoro (con un apprezzabile spazio solista) dove Norman Skinner da prova di potenza ma anche della sua versatilità.
E la tensione non accenna a calare, con gli Imagika che picchiano duro ed allo stesso tempo danno vita a composizioni articolate e eclettiche, questo almeno sino alla prima metà della titletrack, dove troviamo quelle atmosfere tipiche di una power ballad che, però saranno poi spazzate via nella seconda parte della canzone, un espediente, questo, che riproporranno, e direi con risultati migliori, anche su "The Sick Sense". Nel mezzo la nevermoriana "Thinning out the Hero", sicuramente uno degli episodi più convincenti dell'album, assieme alla conclusiva "Succubus", quella che maggiormente si distacca dall'atmosfera generale, anche per la sua durata (oltre i sette minuti), e dove gli Imagika non disdegnano nemmeno l'innesto di un cantato femminile su un tessuto musicale che prende tanto dagli Iced Earth quanto dai Nevermore. E visto che l'unico vero appunto che mi sento di muovere è indirizzato all'artwork (che comunque non è mai stato un punto di eccellenza per gli Imagika), siamo di fronte ad una gradita conferma da parte di questo quintetto d'oltreoceano.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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