Copertina 8

Info

Anno di uscita:2008
Durata:54 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. 1. STRANGE OPERATION
  2. 2. MY ALIBI
  3. 3. OVERNIGHT SENSATION
  4. 4. I’M NOT SUPPOSED TO LOVE YOU ANYMORE
  5. 5. WAR OF YOUR WORLDS
  6. 6. RAINBOW SKY
  7. 7. U READY TO ROCK ‘N ROLL
  8. 8. EVERY BEAT OF MY HEART
  9. 9. SERENITY
  10. 10. LOST IN MOSCOW
  11. 11. SAVE OUR LOVE

Line up

  • Mikael Erlandsson: vocals
  • Andy Malececk: guitars
  • Jamie Borger: drums
  • Marcel Jacob: bass

Voto medio utenti

Quinto disco in cinque anni per i Last Autumn’s Dream, una delle migliori realtà mai espresse dal rock melodico europeo in questi ultimi tempi. Già una prolificità del genere è rara se si pensa a quanto accade ora, dove le varie band sembrano concentrarsi soprattutto sul singolo di impatto e su un paio di dischi, prima di sciogliersi senza molto clamore. Qui siamo invece alla presenza di un gruppo vero e proprio, che pur essendo partito come una sorta di side project, ha saputo trovare unità, coesione ed identità disco dopo disco, oltretutto senza mai sbagliare un colpo!
“Hunting shadows” è l’ennesimo episodio di altissimo livello per Mikael Erlandsonn e compagni: “Strange operation” è lo smash hit di apertura che chiarisce immediatamente le intenzioni del quartetto, poi è tutto un concentrato di melodie stellari e rock song da manuale, con le varie “My alibi”, “Overnight sensation”, “War of your worlds”, “Rainbow sky” (assolutamente sublime!), “Lost in Moscow”, e chi più ne ha più ne metta. Meravigliose ancora una volta le ballad, tra cui spicca la sofferta “I’m not supposed to love you anymore”, ma risulta abbastanza ingiusto nominare tracce particolari, in quanto è l’insieme che merita di essere consumato dall’inizio alla fine.
Un disco che, dal punto di vista stilistico, risulta la diretta continuazione del precedente “Saturnine Skyline”, che aveva visto la band tornare ad un sound più classico, dopo aver tentato qualche nuova soluzione sul pur ottimo “Winter in Paradise”. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque: Marcel Jacob, Jamie Borger, Mikael Erlandsson, Andy Malececk sono più in forma che mai, per cui chi ha amato i dischi precedenti potrà comprare tranquillamente questo a scatola chiusa, senza il timore di rimanere deluso.
Certo, i più pignoli vorranno precisare che i livelli stratosferici del primo, indimenticabile debut album, sono piuttosto lontani. Personalmente mi trovo abbastanza d’accordo, ma questo non è un motivo valido per disprezzare “Hunting shadows”. A quando dal vivo dalle nostre parti?
Recensione a cura di Luca Franceschini

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