Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:49 min.
Etichetta:Limb
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FIRST EMBRACE
  2. MÜNCHAUSEN SYNDROME
  3. TYSTNADEN
  4. METAPHORA
  5. THE FOOLISH PLAN
  6. HAMLET
  7. THE JOKE
  8. REWARDS
  9. THE VANISHING
  10. PRIDE VS INTELLECT

Line up

  • Laura De Luca: lead vocals
  • Lorenzo Frascaroli: keyboards, vocals
  • Cesare Codispoti: guitar
  • Frederico Grassi: guitar
  • Marco Di Castri: bass
  • Alberto Iezzi: drums

Voto medio utenti

Era davvero parecchio tempo che non ascoltavo un disco di gothic metal (o, se preferite, “melodic dark metal”, come lo definisce l’etichetta che lo pubblica) così bello e coinvolgente.
Per essere sicuro che non si trattasse di una semplice “infatuazione” temporanea, piuttosto comune all’interno di questi ambiti stilistici, mi sono sottoposto ad una serie prolungata e ripetuta di sessioni d’ascolto ed il risultato del “test” ha visto l’effetto della dopamina conservarsi inalterato senza flessioni e la “tentazione”, giunti al termine di ogni prova, di avviare immediatamente la successiva tramite la semplice pressione del tasto “play”, manifestarsi in una forma pressoché irresistibile.
Dopo un paio di apprezzate autoproduzioni i friulani Tystnaden arrivano dunque, con questo prestigioso contratto discografico, a diffondere le proprie innegabili doti ad un meritato livello di visibilità superiore e la loro musica, un metallo gotico armonico e suggestivo, che non si dimentica mai della componente “fisica” e capace anche di lampi di derivazione prog, nonostante l’allineamento sostanziale alle sonorità che hanno reso famosi Nightwhish, Evanescence, Lacuna Coil, Flowing Tears, Within Temptation e compagnia “metal/goticizzante”, riesce a non essere scontata o troppo “logora”, risultando vincente e incredibilmente godibile grazie alla qualità e alla vitalità delle composizioni e alle considerevoli capacità squisitamente tecniche di tutta la band.
In questo modo, anche i contrasti tra l’eccellente voce espressiva e decisa di Laura De Luca, la quale ha il talento e il carisma (ricordando talvolta, nell’approccio, gli organi della fonazione della Scabbia e della prima Van Giersbergen) per sostenere tranquillamente il confronto anche con le sue colleghe più celebri e il veemente growl di Lorenzo Frascaroli (da segnalare anche come sufficientemente fantasioso tastierista), pur rappresentando una soluzione vocale non esattamente “progressista”, piace per l’intensità e l’affiatamento di una contesa che si mette a disposizione di canzoni sempre brillanti, in un’illuminata promiscuità tra aggressione ed “animata” malinconia.
L’album appare immediatamente maturo, consapevole, appassionante e brano dopo brano intrappola l’ascoltatore in questo clima fatto di potenza e dolcezza, ma senza che questa ultima risulti stucchevole o sia eccessivamente “eterea”, evocando cocenti sentimenti di rabbia e languore, che trascinano ed emozionano senza sosta.
“First embrace”, “Münchausen syndrome”, il suadente inno “Tystnaden” (violino e voce “parlano” direttamente all’anima)” sono tre autentiche “mazzate” di splendide sensazioni contrastanti, “Metaphora”, “The Foolish Plan” (veramente straordinaria nella sua avvincente e cangiante costruzione), “Rewards” e “Pride vs intellect” conquistano per versatilità e strutture musicali che uniscono impeto a melodie catalizzanti, “The joke” e “The vanishing” sanno assalire alla maniera dei Dark Tranquillity con maggiore evidenza, ma altresì rallentare, riflettere o mutare direzione, alimentati pure da un lieve tocco sinfonico, mentre anche una canzone leggermente meno efficace come “Hamlet”, mantiene una discreta attrattiva complessiva e non rischia l’onta dello “skip”.
Bravi veramente, questi Tystnaden, e a loro deve essere anche attribuito un pregio “epocale”, a causa del quale, d’ora in poi, sono sicuro avranno difficoltà a prendere sonno, tanto è “smisurato” il suo significato: farmi riconciliare con un genere che in tempi recenti avevo un po’ abbandonato per le troppe delusioni e l’impressione di un eccessivo “appiattimento” formale … e scusate se è poco! A parte gli scherzi, “Sham of perfection” è un disco che credo abbia le capacità per accontentare tutti i fans del settore (più o meno entusiasti degli ultimi esempi artistici proposti dal mercato) e combattere ad armi pari con chiunque decida di operare nel medesimo “terreno”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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