Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Sonic Age Records

Tracklist

  1. THE LAST ONE
  2. HOLD ON
  3. EYES OF THE SHADOWS
  4. RETURN OF THE KING
  5. SIGN OF THE HAMMER
  6. THE UNKNOWN KADATH
  7. SON OF THUNDER
  8. STEEL AVENGER
  9. HATCHET BLADE

Line up

  • Zoraija: vocals
  • Jhon Turturro: guitars
  • Nikoll Hamm: bass
  • Sebastian Hamm: drums

Voto medio utenti

Dopo aver conquistato meritatamente l'attenzione di gran parte delle metal-webzines con lo splendido promo "Days of the rising sun" (2002), la band catanese nata nel 1999 ottiene finalmente un contratto da una label greca per l'uscita del primo full-lenght, registrato in giugno ai Versus Studios di Atene e che vede la partecipazione di Thodoris Gourlomatis (singer Bloodstained) e del chitarrista Giorgos Kalavrezo. "Avengers of steel" fonde sapientemente gli elementi classici del classic-epic-power metal anni '80 (Maiden, Priest, Saxon ) senza per questo cadere nel luogo comune della band "only for defenders", aggiungendo anche influenze più moderne (Blind guardian, Heaven's Gate ,Virgin Steele), un tocco di sonorità dark-gothic metal (Black sabbath) e l'originalità di testi non solo epici o guerreschi, ma, come nel caso di "The unknown Kadath" (unico brano già presente nel promo), ispirati alla letteratura dell'orrore (H P Lovecreaft). Si comincia subito alla grande con la trascinante e tiratissima "The last one", e subito la potente ugola della "female warrior" Zoraija si fa strada tra riffs di chitarre sciabordanti in puro stile power-NWOBHM. Non è certo difficile accostare Zoraija a Doro Pesch, Jutta (Zed Yago) e Leather Leone (ex Chastain), ma quando in pezzi come "Sign of the hammer", "Son of thunder" e "Steel avenger" si scatena in screaming e tonalità a livello "miglior Halford", l'applauso ed il pogo che si potrà scatenare ai concerti è più che dovuto. "The unknown Kadath" (riproposto in versione diversa rispetto al demo) è un capolavoro oscuro e terrorifico, tale da far evocare l'atmosfera dei racconti del genio indiscusso dell'orrore H P Lovecraft, anche "Eye of the shadow" ha un incedere cupo e riffs di chitarre alla Black Sabbath, mentre i fans del sound Dokken non potranno che gradire la ritmica di "Hold on". Ancora Sabbath nella parte iniziale di "Return of the king", mentre la conclusiva "Hatchet blade" ha un intro semi acustico ed un cantato mistico-celestiale, per poi diventare un brano in stile classic-epic metal.
Avevo già cantato le lodi del promo, ora non posso che congratularmi ancora non solo con la band, ma anche con la label che, a differenza di quelle italiane, ha capito l'effettivo potenziale del quartetto siciliano, e ora tirate fuori dall'armadio il chiodo d'ordinanza e "Valkijzzatevi" al più presto.
Recensione a cura di Carlo Viano

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.