Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Metalville Records

Tracklist

  1. TATTOO
  2. ARE YOU GONNA BE MY GIRL
  3. EVEN IT UP
  4. WHAT IS AND WHAT SHOULD NEVER BE
  5. IS IT MY BODY
  6. GO YOUR OWN WAY
  7. THE PUSHER
  8. MALIBU
  9. SOMEONE SAVED MY LIFE TONIGHT
  10. CONNECTION
  11. TEENAGE KICKS

Line up

  • Lee Aaron: vocals
  • Sean Kelly: guitar
  • Dave Reimer: bass
  • John Cody: drums

Voto medio utenti

Non sono un grande estimatore degli album di cover, e se ho richiesto al Sommo di occuparmi di questo “Tattoo me” senza approfondirne più di tanto i contenuti, prima di tutto è perché il mio “rapporto affettivo” con Lee Aaron ha origini lontane nel tempo e poi perché ho apprezzato parecchio il suo ritorno al Grande Vecchio Rock n’ Roll (un po’ meno l’approccio oltremodo poppettoso di “Elevate”).
Cosa dire, dunque, di questo lavoro? Beh, innanzi tutto bisogna plaudere all’eclettico gusto musicale della rockeuse canadese, che come dichiara lei stessa nelle note promozionali ha voluto impegnarsi in un viaggio nostalgico che rende omaggio ai musicisti che hanno contribuito a plasmare il suo percorso artistico, spaziando così dai The 77s alle Hole, passando per Led Zeppelin, Elastica, Jet e Nina Simone.
Un “sacco di roba” varia, insomma, gestita con acume, personalità e rispetto, il tutto nobilitato dall’ugola smagliante e spavalda di una cantante in grande forma.
Come detto, nel calderone, c’è un po’ di tutto, e se personalmente ho apprezzato in particolare la nostra confrontarsi con una collega (altrettanto) iconica del calibro di Ann Wilson (nell’up-tempoEven it up” degli Heart) e offrire una brillante versione al “femminile” di Alice Cooper (nella strisciante “Is it my body”) ed Elton John (in una trascrizione più “asciutta” della celebre “Someone saved my life tonight”) è altresì curioso sentirla adattare in maniera piuttosto proficua la sua ugola a circostanze soniche più “moderne” e apparentemente meno adatte alle sue corde espressive (vedasi “Malibu” delle Hole e “Connection” delle Elastica).
Per il resto, ascoltarla trattare con innata disinvoltura hit epocali (“Go your own way” dei Fleetwood Mac) e affrontare con discreto profitto test ad altissimo rischio di “figuraccia” (“The pusher”, brano reso celebre dagli Steppenwolf, anche grazie a “Easy rider”, ma che è stato interpretato anche dalla voce straordinaria di Nina Simone) è un bel modo per occupare il proprio tempo di “qualità”, magari rilassandosi prima di ascolti maggiormente concentrati e impegnativi.
Segnalo, infine, l’inno pop-punkTeenage kicks”, un po’ perché consente di ricordare gli irlandesi The Undertones, non sempre adeguatamente celebrati, e un po’ perché talvolta, a qualunque età, “sentirsi come un adolescente” che si diverte e non ha tante preoccupazioni, non rappresenta un segno di biasimabile immaturità, e anzi diventa un modo benefico di allentare lo stress … concediamoci quindi tali momenti senza troppi patemi, magari proprio mentre ascoltiamo questo gradevole “Tattoo me”.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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