Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:48 min.
Etichetta:Punishment 18 Records

Tracklist

  1. SAMMY THE ELF
  2. COME HIKE WITH ME
  3. WAR OF TANKS
  4. THE HEADSMAN
  5. A NIGHTMARE
  6. I GOT THE CALLBACK
  7. LISTEN TO THE VOICE
  8. BEAST ON THE LOOSE
  9. THE ARMOUR OF GOD
  10. J FOR JENNY

Line up

  • Manuel Malini: vocals
  • Roberto Manfrinato: guitars
  • Toni Cacciapaglia: guitars
  • Andrea Tito: bass
  • Ivan Carsenzuola: drums

Voto medio utenti

"What do you want?"
"Information"
"You won't get it"
"By hook or by crook, we will"

"Horror Paradise" è il terzo album per i Black Phantom, formazione che abbiamo già ospitato su queste pagine in occasione dei lavori precedenti, e nell'approcciarmici sono stato combattuto tra la curiosità di poter finalmente ascoltare qualcosa di nuovo da parte loro ed il timore di venirne deluso.

Per scoprire come è andata, vi tocca proseguire con la lettura (sempre che non vi limitiate a sbirciare il voto in calce), nel frattempo va segnalato che da "Zero Hour Is Now" sono trascorsi ben quattro anni, con l'attività della band che è stata frenata dal lockdown indotto dalla pandemia Covid ma anche da un riassetto a livello di formazione, con l'abbandono di Luca Belbruno, sostituito da Toni Cacciapaglia che è andato a fare coppia con Roberto Manfrinato.
Ad ogni modo, i Black Phantom hanno impegnato come meglio potevano questa pausa forzata contribuendo alla colonna sonora di ben cinque film horror, recuperando un paio di brani dei primi due dischi, ma anche incidendo tre nuove canzoni, che ora ritroviamo sul nuovo album, e chissà se queste collaborazioni li hanno influenzati nella scelta del titolo, dell'artwork e delle varie foto presenti nel booklet, con quella loro ambientazione un po' alla "Supernatural".
E "Horror Paradise", che esce ancora per la Punishment 18 Records, si apre proprio con una di queste: "Sammy the Elf" (dal film "He Knows"), che ribadisce la dedizione verso il più classico Heavy Metal e una particolare devozione nei confronti degli Iron Maiden. Non si "esce dal sentiero battuto" nemmeno con la seguente "Come Hike with Me" che mi riporta ai primi lavori di Blaze Bayley dopo la sua uscita dai Maiden, e quando tocca a "War of Tanks" scopriamo Andrea Tito (principale autore di musiche e liriche) allontanarsi dalle tematiche horror per spostarsi sino alle porte di Caen o Cherbourg (almeno credo) nel bel mezzo della Battaglia di Normandia. Si sale poi sul patibolo con "The Headsman", ma qui sicuramente la colpa da scontare non è quella di "alto tradimento", visto che i Black Phantom si confermano tra i più credibili "Defenders of the Faith" in circolazione con un brano che ha molto del Dickinson solista e qualcosa (ma mi sa che l'ho sentito solo io...) dei Faith No More nel refrain. Si replica con "A Nightmare", introdotta dal basso pulsante di Tito e poi presa per mano da Manuel Malini, una superba prova quella del cantante, sicuramente sempre devoto alla lezione di Bruce Dickinson, ma che si conferma in possesso di una timbrica personale, dove mi pare di cogliere sfumature di Folco Orlandini, Mike Patton e... Donald Duck.
L'arrembare di "I Got the Callback" ci riporta nella Londra, dalle parti del Rainbow Theatre o del Marquee Club, degli anni '80, un episodio dove i Black Phantom vanno a briglia sciolta sempre incalzati dal basso di Tito, per rallentare all'altezza della cadenzata "Listen to the Voice" (inclusa nella soundtrack di "Hillsborough Road") dove l'attore principale è la teatralità di Malini, mentre è da un'altra colonna sonora, quella di "Night of the Axe", che riaffiora "Beast on the Loose", cavalcata che esplode dopo un incipit inquietante ed ulteriore testimonianza di un D.N.A. maideniano.
Tocca invece a Ivan Carsenzuola dare il via ad una "The Armour of God" meno arrembante e dai toni più cupi, dove le cinque "macchie nere" trovano il tempo e lo spazio per mettere in mostra le proprie indubbie qualità. Con la conclusiva "J For Jenny" si ritorna alla Seconda Guerra Mondiale, ma per l'occasione le rovine non sono quelle travolte dai cingoli di un carro armato ma quelle causate dai bombardamenti della RAF sulla Germania, qui anticipati da una Air Raid Siren, quella vera però e non dal buon vecchio Bruce, che comunque credo non avrebbe storto il naso ascoltando un pezzo di questa caratura, nel corso del quale la coppia Manfrinato/Cacciapaglia si ripropone alla grande sia nelle armonizzazioni sia in fase solista e incappiamo in una toccante interpretazione da parte di Malini.

Complimenti quindi ai Black Phantom, per essere in grado di tenere vivo e pulsante una proposta musicale sempre più di nicchia, ma cui non potrei certo rinunciare.

"Casings Rattle, Iron Bites - Spits Other Iron Out..."




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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