Copertina 6

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:21 min.

Tracklist

  1. METAL POSSESSION
  2. ZEDHER
  3. PHANTASM
  4. REAL CANNIBAL

Line up

  • Giovanni Fabbri: guitars
  • Marco Rosati: vocals
  • Mauro Antonelli: drums
  • Manuel Piroso: bass

Voto medio utenti

"Quel ramo del Lago di Como che volge al mezzogiorno,
Mi ha perforato una retina e l'ho tolto di torno" (Cotecum, 1988)

Il quartetto degli Zedher proviene da Zedher ... no ehm, non sono certo da dove proviene, Roma ? Scusate ragazzi ma non ci è chiaro. Siete, comunque, Italiani. Non c'è ragione di alzarsi per intonare l'inno nazionale, si segga la preghi.
Supportati dall' agenzia promozionale romana Kick (ed ora capite perchè credo siano anche loro "de" Roma), I nostri presentano 4 brani di discreta fattura. Compositivamente non siamo ad alti livelli ma c'è un non so chè nell'aria che ti costringe a sentire questo demo fino in fondo.
Comunque, "Metal Possession", "Zedher", "Phantasm", "Real Cannibal", sono testimonianza che I nostri hanno digerito la lezione impartita dai grandi del genere, soprattutto da quelli nati in Scandinavia. Saltano sprazzi di un po' di tutto qua e là, ma in fondo è la ricetta migliore.
Suono e produzione sono curati, forse un po' troppo. Avrei preferito un suono di chitarra più ruvido ed una sezione ritmica meno tagliente. Detto quello il resto della produzione è ineccepibile.
Dove gli Zedher lasciano un po' perplessi è la struttura dei brani che è molto lineare. I Quattro pezzi suonano molto simili e sto parlando della partitura. I riffs sono moderatamente differenti e questo salva il combo da un tonfo letale (non c'e bisogno di tapparsi il naso, ho detto "tonfo" non "tanfo", 'gnurant !), ma la struttura è inizio, blocchetto, ripetere blocchetto, chorus, blocchetto, stacchetto, blocchetto, ripetere alla noia.
Se c'è una lezione che questi ragazzi hanno perso ... il metallo scandinavo è veloce, compresso in 2/3 minuti, variegato, assoli che capitano dove capitano, aperture che lasciano di stucco, cambi di ritmo e riffs repentini ... gli Zedher sono veloci. Il resto deve essere ancora assimilato.
Un altra pecca nel bagaglio compositivo del combo capitolino (se è vero che sti ragazzi provengono dalla Capitale) sono dei frequenti e noiosi staccati dove il suono d'improvviso si affloscia. I seguenti riffs non sono pungenti abbastanza da creare un cambio di ritmo o di direzione. Doppie casse invece di battute di rullante sulle note della stesura ritmica, sarebbero preferibili per "riempire" queste fasi un po' melense.
Se in sede di rifinitura e stesura dei brani c'è ancora molto da lavorare, in sede tecnica I nostri sono convincenti, si sente che c'è cuore, lavoro di gruppo, amalgama ... Bisogna sudare le proverbiali Quattro camice (una a testa ragazzi, si può fare) per arrivare ad un livello compositivo più adatto al bagaglio tecnico. "Think outside the box", che tutte le volte che lo dico, suona, nella parte del cervello che parla ancora italiano, "Pensa fuori dalla scatola" ... non sono mica un corn flake, io ... ehm ...
Se volete un altro consiglio, cercherei di introdurre nella band un chitarrista più propenso ai solismi. Nulla da dire sul lavoro di Giovanni, che talento ne ha da vendere, ma si sente che il suo è più un ruolo di chitarrista ritmico. Un propenso solista aggiungerebbe imprevedibilità al vostro lavoro. Lo stesso riff con un contrappunto graffiante, un quarto sopra o sotto, una apertura improvvisa per poi tornare al lavoro di ritmica, qualche rivoletto come lo chiamo io ... questo è quello che vi darebbe quel punticino in più che a questo punto è indispensabile.
Nelle note promozionali leggo Death, Thrash, Black, Necrodeath e Slayer. Non confondetevi, voi amate I Dark Tranquillity, gli At The Gates, gli In Flames, gli Immortal ... ed anche se non conoscete nessuno dei gruppi che ho menzionato, quello è il vostro genere.

Contatti: KICK Promotion Agency: manliokick@libero.it
Recensione a cura di Max 'Cotecum' Cottica

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