Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2023
Durata:56 min.
Etichetta:ROAR! Rock Of Angels

Tracklist

  1. AVATON
  2. MOUNTAINS HIGH
  3. DANCING IN THE FIRE
  4. CYBERWAR
  5. WASTE NO TIME
  6. NEMESIS
  7. HOPE WILL RISE
  8. DOMINATOR
  9. HALL OF THE BRAVE
  10. THE BATTLE OF MARATHON
  11. DEAD NEW WORLD (CD BONUS TRACK)

Line up

  • Yiannis Papanikolaou: vocals
  • Teo Ross: guitars
  • Alex Flouros: guitars
  • George Nidriotis: bass
  • Lefteris Moros: drums

Voto medio utenti

Lasciato scorrere l'arpeggio acustico che fa anche da titletrack, è subito il momento di un Heavy Metal arrembante sul quale si staglia la voce potente e roboante di Yiannis Papanikolaou, che magari suona un po' troppo impostata ma si conferma centrale nella proposta dei Diviner, approdati ora al terzo album.

"Avaton", al dispetto di una formazione che salvo il già citato Papanikolaou si è completamente rinnovata, non si discosta dal percorso musicale intrapreso sin dai tempi dell'esordio "Fallen Empires" ed è decisamente più orientato al Classic Metal che alle marcate pulsazioni epiche che stanno caratterizzando molte delle uscite discografiche che giungono dalla Grecia.
Non stupiscano quindi né il mood helloweeniano di "Dancing in the Fire" o i rimandi a Ronnie James Dio di "Cyberwar" o "Hope Will Rise", e tantomeno il passo ed i cori (con tanto di "oh oh oh") maideniani di "Dominator". Un po' a sorpresa, invece, nella robusta "Nemesis" si possono avvertire delle influenze thrasheggianti, ben tratteggiate dai musicisti, soprattutto dalla sezione ritmica formata da George Nidriotis (Sidë Effects e Kinetic) al basso e dal batterista Lefteris Moros (Null'o'Zero ed ex The Silent Rage). Completano le fila del gruppo i due chitarristi, Teo Ross (Chrysilia) e Alex Flouros (Fragile Vastness e Seduce the Heaven), ed entrambi danno il loro apporto a "Avaton", lavoro compatto e piacevole, senza cali di tensione e qualità, ma anche senza particolari picchi, per quanto qualche applauso in più se lo assicurino sia "Hall of the Brave" sia "The Battle of Marathon", i due brani più lunghi (sforano entrambi gli otto minuti), complessi ed articolati, che stranamente (ma direi poco strategicamente) sono stati piazzati in conclusione del disco e si muovono sul versante più epico dei nostri, e con quell'interpretazione enfatica alla Dickinson con la quale i Diviner ci raccontano (con una chiosa in lingua greca) della storica battaglia tra Ateniesi e Persiani.
In realtà, nella versione in CD è previsto anche un ulteriore brano, "Dead New World", che nulla toglie nulla aggiunge al contesto di un album che conferma come i Diviner abbiano saputo risorgere delle proprie ceneri e farlo con forza e convinzione.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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