Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:32 min.
Etichetta:Target Records

Tracklist

  1. SAILING ON
  2. MAKE IT RIGHT
  3. SARAH
  4. ENDLESS LOVE
  5. LAST TIME
  6. CIRCLES
  7. THE DREAM IS GONE
  8. TOO FAR GONE

Line up

  • Chris Catton: vocals
  • Mads Noyé: keyboards
  • Mads Schaumann: guitar, vocals
  • Søren Viig Mathiesen: drums
  • Jonas Klintström Larsen: sax
  • Morten Bille: bass

Voto medio utenti

Se decidi di intitolare il tuo album di debutto “The great discovery”, forse vuoi comunicare “qualcosa” d’importante alla comunità melodica.
Qualora, come in realtà credo, non si sia trattato di un’evidente manifestazione di “egocentrismo”, i danesi Boys From Heaven sono comunque veramente da considerare una “grande scoperta” e a confermare pienamente tale attributo arriva ora questo secondo “The descendant”, il quale, volendo continuare nella parafrasi delle intestazioni discografiche, appare davvero come un “erede” della grande tradizione del cosiddetto Westcoast sound (o lite-AOR, come preferite …) ottantiano, dove la componente rock, sempre molto “misurata” e raffinata, si dimostra strettamente imparentata con il pop, il R&B e il soul.
E allora, cari estimatori di Toto, MTB, Boulevard, Hall & Oates e Bill LaBounty, preparatevi ad essere deliziati da un disco straordinariamente godibile, che pare provenire dal “passato” senza per questo perdere una stilla della sua imperiosa efficacia emotiva.
Merito del pathos, della classe e della ricchezza armonica che i nostri hanno saputo conferire a strepitosi frammenti sonici, pilotati ad arte da un’eleganza esecutiva di prim’ordine e incorniciati da una voce, quella di Chris Catton, che sembra veramente “nata” per queste sonorità.
Anche grazie al consueto “tocco aureo” di Erik Martensson, artefice delle fasi di missaggio dell’opera, “The descendant” suona come una balsamica carezza all’apparato cardio-uditivo, pronto, con la suggestiva openerSailing on”, a navigare con gli scandinavi verso assolati e avvolgenti lidi musicali che rievocano alla memoria certi Toto o pure qualcosa del John Waite solista.
Make it right”, con la sua base funky, accentua ulteriormente il versante easy listening del suono, conquistando istantaneamente i sensi al pari della notturna e pulsante “Sarah”, che aggiunge Don Henley tra i plausibili ispiratori dei Boys From Heaven.
L’estetica squisitamente pop-soul di “Endless love” e “Last time” potrà forse far storcere un po’ il naso anche a qualche estimatore del genere meno “eclettico”, e tuttavia sono convinto che anche costoro non potranno che sottolineare la qualità sopraffina della scrittura, delle interpretazioni e degli arrangiamenti dei brani, ancora una volta molto spiccata nella spigliatezza pianistica di “Circles”, istoriata da un sax intrigante.
Il refrain irretente e la melodia vellutata di “The dream is gone”, e, infine, le trame soffuse e adescanti di “Too far gone”, completano un albo che una volta avremmo definito un piccolo gioiello di pop-rock radiofonico “colto” … beh, sarò “anacronistico”, ma continuo a considerare tale definizione semplicemente perfetta per descrivere i contenuti di “The descendant”, un'altra bella “sorpresa” di questo munifico 2023.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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