Copertina 7

Info

Anno di uscita:2023
Durata:46 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. NEVER LOOK BACK
  2. TOO MUCH WATER UNDER THE BRIDGE
  3. RUNNING OUT OF TIME
  4. UNDER THE GUN
  5. EASY COME AND EASY GO
  6. ON THE RADIO
  7. TALK TO YA LATER
  8. THE ANGELS CRY
  9. FAR AWAY
  10. LAST MEN STANDING
  11. THE HIGHER YOU RISE THE HARDER YOU FALL

Line up

  • Daniel Samuelsson: vocals
  • Stefan Westerlund: guitars, vocals
  • Gustaf Eklund: guitars, vocals
  • Dennis Vestman: bass
  • Fredrik Ahlin: drums, percussion, vocals

Voto medio utenti

Il rock melodico, un po’ come tutti i generi “classici”, per proseguire nel suo venerabile ciclo vitale non ha bisogno di “stravolgimenti”, ma ritengo apprezzabile impegnarsi per evitare di adeguarsi pedissequamente ai suoi nobili stereotipi, aggiungendo varietà e freschezza a suoni tanto disciplinati.
Un pensiero che qualche irriducibile sostenitore della tradizione magari riterrà discutibile e che tuttavia trova una sua accertabile convalida in formazioni di valore come Eclipse, Art Nation e degreed, capaci di accogliere consensi ampi e convinti in una comunità musicofila tutt’altro che indulgente.
Sulla medesima lunghezza d’onda dei suddetti si collocano i Rockett Love, pure loro svedesi, giunti al terzo album e artefici di una proposta sonora che si abbevera abbondantemente alle convenzioni del settore e le “rimescola” con un certo buongusto, dimostrando di possedere i mezzi adatti per ambire a posizioni di rilevo nelle gerarchie del rockrama di riferimento.
Da quest’ultima dichiarazione appare quindi chiaro che “Galactic circus” (mixato e masterizzato da Erik Mårtensson, a rafforzare in qualche modo l’impressione di una “sintonia” stilistica all’ascolto abbastanza evidente) non è ancora, soprattutto sotto il profilo del songwriting, pienamente all’altezza dei suoi principali competitors, in grado di esibire una maturità artistica ben delineata e consolidata.
Ciò detto, “Never look back”, con il suo concentrato di raffinate cromature soniche, è un eccellente modo per innescare la raccolta, mentre in “Too much water under the bridge” la band tenta una difficile conciliazione tra groove sonico denso e oscuro e refrain vaporoso (mi ha ricordato vagamente l’approccio dei Masquerade di “Surface of pain”), ottenendo un risultato “interessante” ma non del tutto convincente.
Andiamo molto meglio con la frizzante “Running out of time”, non lontana dagli ultimi Eclipse, e anche “Under the gun”, grazie al suo clima evocativo e crepuscolare, si colloca tra gli highlights dell’opera.
Qualifica che purtroppo non si può attribuire nitidamente né a “Easy come and easy go” e né a “On the radio”, entrambe comunque piuttosto piacevoli e coinvolgenti, al pari della cover dei The Tubes “Talk to ya later” realizzata con slancio e la giusta devozione.
The angels cry” ha un bel “tiro” e si inquadra tra i brani riusciti di “Galactic circus” e assai avvincente si rivela pure l’atmosfera notturna che avvolge “Far away”, attenuata nella lievemente meno efficace “Last men standing” e dissipata del tutto da “The higher you rise the harder you fall” altra traccia che mescola grinta e levità con esiti contraddittori.
Ai Rockett Love, dopo averne gradito gli intenti espressivi e le valide capacità tecniche, si richiede ora di andare oltre una manciata di canzoni complessivamente (con qualche picco …) accattivanti, per non rischiare di finire nella caotica massa dei gruppi “bravini” … qualcosa mi dice che riusciranno nell’impresa e non rimane che attendere i loro passi futuri per appurare se tale fiducia è ben riposta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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