Copertina 5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:37 min.
Etichetta:Atomic Fire Records

Tracklist

  1. NEVER FORGET
  2. STAND BY THE FLAME
  3. WE ARE LEGION
  4. PROMISE OF APOCALYPSE
  5. BLOOD IN THEIR EYES
  6. VEMOD
  7. THROUGH THE MIST
  8. SUFFERING
  9. WAR DAS ALLES
  10. WE SHALL REMAIN

Line up

  • Rikard Ekberg: guitars, vocals
  • Madeleine "Eleine" Liljestam: vocals
  • Jesper Sunnhagen: drums
  • Filip Stålberg: bass

Voto medio utenti

In occasione dell'uscita del quinto album degli Eleine, facciamo un plauso a due persone che degli Eleine non fanno parte, ma senza le quali la band svedese, ed altre seimila come loro, non sarebbero mai esistite: Thomas Youngblood e Sascha Paeth.
Sì, perché a parere di chi scrive sono proprio il chitarrista dei Kamelot ed il produttore tedesco i responsabili di quel sound, di quel sottogenere musicale che si è progressivamente allontanato dal power metal, per accasarsi prima in territori più sinfonici, e per poi cominciare ad aprire a contaminazioni elettroniche e voci femminili, inserite con sempre più insistenza. Paradossalmente, quello che più oggi contraddistingue questo sottogenere, ossia l'effetto "the beauty and the beast" (leggi: voce femminile spesso su territori lirici versus growls e cantato maschile 'cattivone') non è presente nei summenzionati Kamelot, ma se si pensa a cose tipo "March of Mephisto" o a Simone Simons (e tutte le altre che l'hanno seguita), non si può non vedere da dove tutto abbia avuto inizio.

Tutto questo pippone introduttivo, alla fine, solo per dirvi che non c'è più da stupirsi se albums come "We Shall Remain" avranno successo: il mercato è ormai quasi saturo di bands che adottano il suddetto canovaccio creativo, e la cosa, a quanto pare, vende e vende bene. Attira il sesso femminile tra il pubblico, attira i maschietti che non disdegnano di vedere ragazze discinte, più 'esibite' che scelte per la loro capacità (e attenzione al disclaimer, qui non c'è niente di sessista, anzi! Molte di queste sono cantanti bravissime, ma preferiscono vendere prima la loro immagine che la loro voce, o meglio, spesso così impone la label...). In sé l'album è la summa dei cliché di genere, e fornisce nove canzoni (più una piccola intro) fondamentalmente uguali tra di loro, cadenzate e pompate da una produzione cristallina e snaturante; la voce di Madeleine "Eleine" Liljestam si incastra a meraviglia in questo quadro sonoro, fornendo esattamente la prestazione che ci si aspetta. Insomma, è tutto al suo posto. La domanda vera, a questo punto, è: è questo, ciò che volevate? Se la risposta è sì, "We Shall Remain" è un buon prodotto. Per me, è solo la copia di una copia di una copia di una copia. E siamo solo all'inizio.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 ago 2023 alle 10:37

Detto da uno che stravede per il power più trito, riciclato dal peggio dei 90... il figlio di Kai Hansen, i Fellowship... parlare di copia della copia della copia porta il concetto di grottesco e di incapacità di autoanalisi a nuove vette. Se un genere fa schifo o se la band non piace ci sono 1000 modi per farlo, ma cascare come una pera dentro gli stessi connotati specifici che caratterizzano i propri gusti è qualcosa che merita un commento caustico. Spiaze.

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