Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:45 min.
Etichetta:Ad Noctem Records

Tracklist

  1. FALLING APART
  2. TELEPHONE
  3. THE CATTLE
  4. FUNKERSTRUT
  5. RIVER
  6. SHADES
  7. SMELL THE GLOVE
  8. TOO LATE FOR THE HEART
  9. WASTE OF TIME
  10. SAVE MY SOUL

Line up

  • Francesco Verrone: bass
  • Stefano Reboli: guitars, vocals
  • Andrea Sabatti: drums

Voto medio utenti

"Falling Apart" è il primo vagito discografico per gli esordienti Loudmother, power trio bresciano di recente formazione ma che non è certo alle prime esperienze. Infatti, le loro radici poggiano sui trascorsi discografici (ben tre album) e Live (all'attivo anche un tour negli USA) dei Guinea Pig, da non confondere con i quasi omonimi GuineaPig, laziali e in odor di Grincore.
I sentieri musicali battuti dai Loudmother sono, intatti, di tutt'altro genere, visto che affondano le mani... ok, gli strumenti e la voce calda e fumosa di Stefano Reboli (impegnato anche alla chitarra) in un Southern Rock imbastardito da diverse influenze, tra quelle Blues e quelle sue pulsazioni funkeggianti, piuttosto marcate a livello ritmico, come ad esempio incrociamo su "Shades".
Ed è ben esemplificativa quella "Falling Apart" che, oltre a dare titolo all'album, si prende carico di aprire le danze, con i tre musicisti - assieme a Reboli troviamo il batterista Andrea Sabatti e il bassista Francesco Verrone - che volteggiano all'unisono sulle note di un polveroso Seventies Rock. E la stessa immagine si potrebbe materializzare lasciando scorrere le varie "Funkerstrut", "Too Late for the Heart" o "Waste of time", tutti episodi dove sono l'emozione e un pizzico di malinconia a farla da padrone, anche se poi i sussulti di "The Cattle" fanno affiorare qualche rimando agli AC/DC. Nel complesso "Falling Apart" è un disco che suona decisamente "live", e devo confessare che un'altra storica formazione che mi è venuta in mente al suo ascolto, è quella dei The Allman Brothers Band, pur in una veste più snella e senza fronzoli.

Non stupisce quindi scoprire come i Guinea Pig nel 2004 si fossero formati con l'intento di omaggiare una leggenda come Stevie Ray Vaughan, un artista che credo abbia influenzato non poco il chitarrismo di Reboli, ed è palese come l'esperienza accumulata negli anni resti un valore aggiunto anche per questo nuovo percorso musicale, dove il cambio di nome non ha comportato alcuna brusca sterzata nell'indirizzo musicale, dato che i Loudmother restano fedeli al proprio passato, ovviamente strizzando un occhio al futuro.
Che auguriamo loro... ricco di soddisfazioni.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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