Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:49 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. EAGLE FLIGHT
  2. TALKING LIKE STRANGERS
  3. NEED EACH OTHER
  4. KIDS WILL BE KIDS
  5. I’LL CRY FOR YOU TONIGHT
  6. CRIME OF THE CENTURY
  7. SET YOURSELF FREE
  8. SACRED
  9. ONCE MORE
  10. SAVE IT ALL

Line up

  • Deen Castronovo: vocals, drums
  • Joel Hoekstra: guitars
  • Jeff Pilson: bass
  • Alessandro Del Vecchio: guest on keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

Quando uscì il debutto dei Revolution Saints sarebbe stato veramente irrazionale chiedere di più a un terzetto di veterani dell’hard melodico, autori di un lavoro meraviglioso, capace di superare gli scetticismi dei tanti musicofili sospettosi nei confronti del dilagante fenomeno delle all-star band.
Ora, otto anni dopo, cosa possiamo pretendere da un gruppo che per l’occasione ha modificato i due terzi della formazione, inserendo un paio di altri supereroi del settore?
Non so cosa ne pensate voi, ma, pur con l’enorme stima che riservo a Joel Hoekstra (Whitesnake, Trans-Siberian Orchestra, Iconic, Joel Hoekstra's 13) e Jeff Pilson (Dokken, Foreigner, Black Swan, The End Machine) il dubbio che un cambiamento così importante potesse avere riflessi negativi su “Eagle flight” mi aveva sfiorato.
Miscredente che non sono altro … l’albo è ancora una volta una bomba sonica di colossale portata emozionale e questo verdetto conduce inevitabilmente alle seguenti considerazioni: Deen Castronovo è ormai senza possibilità di contestazione uno degli artisti cardine del genere (e chi se lo sarebbe immaginato quando pestava furiosamente i tamburi per i Wild Dogs …) e con il giusto “coordinamento” e un intento comune, i musicisti di enorme talento e intelligenza sembrano non avere difficoltà ad affiatarsi tra di loro, sacrificando l’ego sull’altare superiore del valore espressivo.
Solo così si può spiegare un crogiolo così incisivo e seducente di note, degno dei sontuosi precedenti discografici della band e anzi forse addirittura appena superiore al già eccellente “Rise”.
Pilotate dalla sensazionale laringe Perry-esca di Castronovo le canzoni del programma sgorgano limpide e cristalline, alimentate da straordinaria classe e spiccata sensibilità esecutiva, dimostrando come si possa essere tutti protagonisti (compreso lo special guest e produttore dell’opera Alessandro Del Vecchio) senza per forza affidarsi a prevaricanti istinti individuali.
Insomma, volendo essere più “pragmatici” e concreti, mi sento di affermare che se “Eagle flight”, “Talking like strangers” e "Need each other” non vi toccano nel profondo probabilmente avete perso il gusto per i suoni adulti “classici”, quelli, per intenderci, che hanno reso Journey, Bad English e Hardline immarcescibili modelli per intere generazioni di chic-rockers.
Qualora, invece, come mi auguro, siate rimasti estasiati di fronte al suddetto trittico, v’invito a proseguire fiduciosi nell’ascolto, trovando così il groove e la melodia catalizzante di “Kids will be kids” e la coinvolgente vena romantica di “I’ll cry for you tonight”, convincendosi sempre di più, anche grazie a “Crime of the century”, che i Journey attuali hanno nei Revolution Saints davvero un temibilissimo concorrente.
L‘effervescente refrain e i brillanti raccordi chitarristici di Hoekstra fanno di “Set yourself free” un altro brano altamente suggestivo, mentre “Sacred” punta maggiormente sull’impatto melodico e la splendida “Once more” ritorna a sollecitare prepotentemente la porzione più passionale dei nostri sensi, ormai irrimediabilmente soggiogati.
L’atmosfera vivace e spigliata di “Save it all” conclude un “volo” sonoro che si ha voglia di ricominciare immediatamente, solcando assieme ai “nuovi” Revolution Saints le vette incontaminate del Melodic Rock.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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