Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:non disponibile
Etichetta:Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group

Tracklist

  1. WHEN MY SHIP COMES IN
  2. LOSING FAITH
  3. WHATEVER I DO
  4. IN CONTROL
  5. BACK WHERE I STARTED
  6. THE BEGINNING OF THE END
  7. THE ONLY ONE
  8. TURN BACK TIME
  9. TAKE ME HIGHER
  10. FROM NOW ON

Line up

  • Thomas Lassar: vocals, backing vocals, keyboards
  • Fredrik Fernlund: guitar
  • Åke Jennstig: bass
  • Fredrik Åkermo: drums
  • Henrik Johansson: guitar solo on track #1
  • Rob Marcello: guitar solo on tracks #3, 7, 8
  • Mats Lariand: acoustic guitar on track #4
  • Michaela Lassar Persson: backing vocals on track #1, 2, 3, 6

Voto medio utenti

Affermare che la Svezia sia la ”terra promessa” del rock melodico contemporaneo non è affatto una novità, ma anche la nostra bistrattata Italia può ormai vantare numerose personalità di spicco, tra artisti e addetti ai lavori, nell’ambito di un genere musicale “difficile” e in cui spesso l’effetto caricaturale è in agguato.
E allora diciamo subito che dalla collaborazione tra la Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group e Thomas Lassar scaturisce uno dei dischi più emozionanti degli ultimi tempi in questo specifico ambito stilistico e sebbene il palmares della label italiana e il curriculum del musicista scandinavo (Last Autumn's Dream, Charming Grace e, soprattutto, Crystal Blue … se non l’avete ancora fatto recuperate quanto prima il gioiellino "Detour" …) lasciassero presagire un prodotto di spessore, obiettivamente qui si va oltre le più ottimistiche previsioni elaborate da questo loro fiducioso e appassionato estimatore.
Eh già, perché “From now on” è un disco strepitoso i cui i dogmi del settore sono sciorinati con quello “spirito espressivo” di classe superiore richiesto quando si decide nel 2023 di perseverare nella grande tradizione dei suoni adulti senza per questo apparire scontati o ingrossare le fila degli sterili emulatori.
In questi “solchi” c’è tutto quello che gli chic-rockers, anche i più esigenti e smaliziati, pretendono per soddisfare le loro esigenze cardio-uditive: melodie sofisticate e adescanti, arrangiamenti sontuosi, interpretazioni ed esecuzioni impeccabili e uno scintillante gusto compositivo, tale da rendere le canzoni tanto “classiche” nella forma quanto efficaci e vivaci nella sostanza.
Affidandomi ad un pizzico di (senile) sentimentalismo sono tentato di considerare il “cuore” con cui sono stati scritti ed esibiti i brani la vera linea di demarcazione tra questa e molte altre produzioni discografiche simili, ma visto che il tentativo di escludere ogni forma di “retorica” dalle mie disamine rappresenta un importante obiettivo da perseguire con assiduità, mi limiterò a ritenere la maturità e la vocazione con cui viene trattata la materia il tangibile elemento distintivo di un’opera vincente dall’inizio alla fine.
Journey, Survivor, REO Speedwagon e poi ancora, per rimanere nelle prolifiche terre de nord, Bad Habit, Alien, Work Of Art e On The Rise, rappresentano così alcuni dei prioritari precedenti artistici utili ad apprezzare il pregiato lavoro del cantante e tastierista svedese, alimentato da costruzioni melodiche sempre accattivanti e intense, sufficientemente eclettiche e varie da esplorare in pratica tutto il range delle soluzioni espressive tipiche del genere.
In “From now on” (a cui, per la cronaca, contribuisce in veste di special guest pure Rob Marcello di Danger Danger e The Defiants) troverete infatti la spigliatezza ammaliante di “When my ship comes in”, “Whatever I do” e “Turn back time”, il suggestivo mood notturno di “Losing faith” e poi anche il raffinato tocco po(m)p-ettoso di “In control” e il romanticismo di “Back where I started”, mentre a chi predilige modus operandi maggiormente grintosi è indirizzata “The beginning of the end”, in grado di accentuare l’impatto dei riff, seppur immersi in un clima estatico ed evocativo.
The only one” (grande refrain) piacerà innanzitutto ai fans dei Bad English e “Take me higher” a quelli dei Toto, e a tutti coloro che sanno ancora emozionarsi di fronte a una “semplice” miscela di note è invece dedicata la title-track dell’albo, una perla pregna di pathos e di toccante lirismo.
Poche notazioni singole per un programma che in realtà offre moltissimi altri spunti d’interesse e piccole caratterizzanti ricercatezze e che, ne sono certo, ascolterete a lungo con costante soddisfazione, senza rimpiangere i modelli immarcescibili a cui si rivolge … il Thomas Lassar “solista” deve pertanto essere considerato una delle rivelazioni dell’anno, da sostenere e incensare in maniera ampia e incondizionata.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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