Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:1984
Durata:39 min.
Etichetta:MCA

Tracklist

  1. RUNAWAY
  2. TONIGHT COULD LAST FOREVER
  3. HEROES
  4. WHEN THE REBEL COMES HOME
  5. LOVE WON'T LAST
  6. INTO THE NIGHT
  7. ANGRY MEN
  8. IF ONLY I'D KNOWN IT
  9. OVER AND OVER

Line up

  • Jerry Hludzik: guitars, vocals
  • Bill Kelly: guitars, vocals
  • Danny Seraphine: drums
  • Rick Manwiller: keyboards

Voto medio utenti

Se esiste una band di culto che in soli quattro anni ha travalicato due ere distinte dell'aor, questi sono i Dakota. Infatti con il primo ed omonimo platter del 1980, i Dakota erano più vicini a band come Trillion, Styx e Fortress, con canzoni aor molto meno tecnologiche e raffinate di questo Runaway, già più indicato per i fans dei primi Bon Jovi e, in generale, di band della seconda metà degli anni '80, quindi in qualche modo un vero e proprio precursore.

I Dakota fondamentalmente sono il duo composto da Jerry Hludzik, voce, chitarre soliste e ritmiche, e Billy Kelly, voce, chitarre e tastiere. Duo che vanta collaborazioni molto antecedenti rispetto i Dakota, visto che iniziarono a lavorare in coppia sin dal principio degli anni '70 con i The Buoys, un combo che si rifaceva addirittura al l'estetica dei figli dei fiori, ed erano riusciti a suonare come spalla a Frank Zappa e Humble Pie.
Il passo successivo è targato 1978 allorché Danny Seraphine, batterista dei Chicago, si accorse di loro e diedero alle stampe Somebody Else's Dream a nome Jerry-Kelly Band, un album di soft rock sul versante westcoast. Quindi nel 1980 il debutto dei Dakota, un ottimo album con le influenze già citate in apertura di recensione, ma neanche il tour a supporto dei Queen riuscì a farli uscire dal rango di cult band.

Nell'84 esce Runaway, da molti ritenuto il loro lavoro più maturo, infarcito di splendide canzoni supportate da synth per l'epoca modernissimi e cori mozzafiato, come nell'opener Runaway. L'equilibrio, la produzione, la pulizia del suono colpisce anche in Tonight Could Last Forever, dove anche i fans dei Journey, soprattutto quelli di certi episodi più morbidi di Raised On Radio, dovrebbero inchinarsi. Heroes è la ballad del disco, sempre però supportata da una buona dose di tecnicismo, dettata dai synth.
When The Rebel Comes Home è una canzone che poteva essere concepita solo nei rigogliosi eighties, oggi ancora modernissima sempre per via degli arrangiamenti di synth, mentre Over And Over è sensuale per l'uso di un vischioso sax e cesella un altro magic moment.

Runaway è un classico dell'aor, un sound adulto e cromato, figlio dell'era tecnologica, musicalmente parlando, degli eighties e, se vi capita, non perdete nemmeno il loro ultimo gioiello in ordine cronologico, The Last Standing Man, relegato in un silenzio assordante.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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