Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2022
Durata:79 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. PROEMIO
  2. LA PIANURA ROSSA
  3. SERVE ORLANDO ADESSO
  4. NON MI SPAVENTA PIU' L'AMORE
  5. NON SERVE TREMARE
  6. LE ANIME DESERTE DEL MONDO
  7. L'ISOLA FELICE
  8. LA MALDICENZA
  9. CADERE O VOLARE
  10. IL PALADINO
  11. L'AMORE ACCADE
  12. NON CREDERE ALLA LUNA
  13. MOON SUITE
  14. COME È SUCCESSO CHE SEI QUI
  15. COSA VUOL DIRE PER SEMPRE

Line up

  • Vittorio Nocenzi: piano, keyboards, vocals
  • Filippo Marcheggiani: guitar, vocals
  • Nicola Di Già: guitar
  • Marco Capozi: bass
  • Fabio Moresco: drums
  • Tony D'Alessio: vocals

Voto medio utenti

L’ultimo concept album del Banco Del Mutuo Soccorso risale al 1972, anno dell’indimenticato “Darwin!”, che aprì le porte del successo internazionale al collettivo allora guidato dal compianto Francesco Di Giacomo.

Cinquanta anni dopo, è il fondatore Vittorio Nocenzi - in collaborazione con il figlio Michelangelo - a riprovarci con il qui presente “Orlando: Le Forme Dell’Amore”, lavoro ambizioso (e non facile) incentrato sulle vicende narrate da Ludovico Ariosto nel celebre poema cavalleresco “Orlando Furioso”.

Il rock progressivo spigoloso e marcatamente italiano della band emerge con forza nelle riuscite “La Pianura Rossa” e “La Maldicenza”, e fa il paio con i brani più avventurosi caratteristici degli esordi come “Proemio” o la conclusiva “Cosa Vuol Dire Per Sempre”.

La fluidità talvolta manca (è il caso della lunga “Moon Suite”, comunque strumentalmente ispirata e impreziosita da momenti di rara intensità), e l’impressione è che spesso i testi prevalgano volontariamente sulla musica (“Serve Orlando Adesso”, “Le Anime Deserte Del Mondo”), soprattutto nelle tracce più sofferte e bucoliche (penso a “L’Amore Accade”, cantata da Viola - la figlia di Nocenzi - o a “Come È Successo Che Sei Qui”).

Infine, episodi come “Non Mi Spaventa Più L’Amore” (sorta di “prog tango”) o “Non Serve Tremare” ci ricordano che ancora oggi il Banco non ha paura di osare o di abbandonarsi a sonorità sognanti e lisergiche (ascoltate “L’Isola Felice” o “Non Credere Alla Luna”, che ha qualcosa di “I Want You” dei Beatles).

Un buon modo per festeggiare i primi cinquanta anni di carriera del gruppo.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni
50 anni e non sentirli

Gran bel disco davvero, anche meglio del precedente. All’inizio qualche canzone mi era parsa un po’ mielosa o moscia, ma con gli ascolti devo dire che apprezzo anche quelle. I pezzi forti soni senza dubbio La pianura rossa, La maldicenza (la migliore), il paladino e la suite. Lavoro magico se consideriamo la longevità del gruppo, in una parola: leggenda.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 04 ott 2022 alle 01:21

grazie del commento lenti!

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.