Copertina 3,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2022
Durata:60 min.
Etichetta:Rock of Angels Records

Tracklist

  1. A CITY IN DECAY (INTRO)
  2. I AM THE NIGHT
  3. OUR LAST SUNRISE
  4. PRIMED
  5. WHERE GOD FEARS TO GO
  6. EMPERORS AND FOOLS
  7. BY MY BLADE
  8. WHAT TOMORROW WILL BRING
  9. THE IRON THRONE
  10. GONE
  11. THRONE OF INIQUITY
  12. MONSTER’S LAMENT

Line up

  • Freddie Vidales: guitars, bass
  • Matt Barlow: vocals
  • Van Williams: guest drums
  • Tim The Ripper Owens:guest vocals on "Monster’s Lament"

Voto medio utenti

Mamma mia che brutto disco.

Questo neonato 2022 ci ‘regala’ il terzo album degli Ashes of Ares, al secolo:
- Matt Barlow, gran voce ai tempi d’oro degli Iced Earth, adesso chiuso nella pallida imitazione di sé stesso, nella speranza di vendere due dischi
- Freddie Vidales, chitarrista/bassista già nei summenzionati Iced Earth, con uno dei suoni più brutti che io ricordi e un problema sull’intonazione dei bending (bending che usa per il 95% dei suoi assoli) che meriterebbe una recensione/disamina a parte, fatta salva la pochezza creativa in fase di solos;
- Van Williams, già dei Nevermore, presente in lineup nei primi due albums ma qui solo come ‘hired gun’, che poi sarebbe l’unico a dare un minimo di credibilità a questa manciata di canzoni, volutamente appesantite, appalestrate, come quei bodybuilders che fanno le gare, si oliano, si dopano a volte, per fare vedere al pubblico di avere i muscoli più grossi degli altri… ecco, “Emperors and Fools” mi fa quell’effetto lì, di quei bodybuilders lì, che poi fuori dal palco restano probabilmente tra di loro, intrappolati nelle loro diete chetogeniche e nelle loro serie di ripetizioni in palestra, senza saper/poter parlare d’altro.

L’album è un coacervo pressoché inesauribile di cliché del genere, con il duo/trio tutto impegnato a fare vedere quanto sono forti e cattivi, con questo power metal non ispirato, non copiato, SCIPPATO agli Iced Earth del periodo d’oro, Barlow a fare i sopracuti e Vidales a cercare di mettere insieme due riffs e due solos, ma che livello basso di esecuzione! Se questo è il meglio che sia riuscito a fare dentro uno studio, chissà le meraviglie dal vivo, con la chitarra che si scorda qua e là nel bel mezzo dei solos, soluzioni armoniche totalmente sbagliate ed un gusto che definire ‘passé’ è solo un modo elegante per denigrarlo.
Matt, dal canto suo, ce la mette tutta a cercare di imitarsi, e la voce l’avrebbe tutta, ma come fai a cantare su testi tutti dedicati a ‘quando verrà il tuo momento, sarà ora di pagare’, ‘la nostra forza è inarrestabile, scansati amico’, ‘se avrai coraggio ti porteremo dove ne anche gli dei osano’, un trionfo di machismo e banalità in cui Matt continua imperterrito a rifare sé stesso, finendo inevitabilmente per diventare la macchietta del gran cantante che fu.

Produzione mediocre a parte, “Emperors and Fools” è una brutta ora di power metal tirato a rasoio, pesantissimo ma senza un minimo di coerenza interna o di spunti piacevoli; il crepuscolo degli dei, se di dei vogliamo parlare (e io non ne parlerei affatto).

Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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