Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:49 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. BEAUTIFUL LIE
  2. SOONER OR LATER
  3. END OF THE FADE
  4. AIN'T WHO I AM
  5. WELCOME TO WHEREVER
  6. BRING THE RIOT
  7. LIVE FOR ME
  8. KNEEL TO YOU
  9. GLOW
  10. C'MON
  11. HAD ENOUGH
  12. 2DIE4

Line up

  • Nick Workman: vocals
  • Tom Martin: bass
  • James Martin: keyboards
  • Marcus Thurston: guitar
  • Billy Taylor: guitars
  • Pete Newdeck: drums

Voto medio utenti

Quant’è difficile e rischioso tentare di “svecchiare” una tradizione musicale, evitando al contempo di snaturarne i principi fondamentali?
Moltissimo, direi, e quei pochi che non hanno fallito nella valorosa impresa non sempre hanno poi ottenuto il giusto riconoscimento, lasciando intendere che verosimilmente è più redditizio affidarsi a soluzioni sonore assolutamente rigorose per conquistare i favori del pubblico.
E’ proprio quello che mi sembra sia accaduto ai Vega, un po’ “incompresi” nonostante siano ormai da parecchi anni propugnatori di un hard melodico fresco e piuttosto eclettico, rispettoso dei dogmi di una scuola artistica immarcescibile e tuttavia difficilmente catalogabile come “nostalgico”.
Anarchy and unity” è l’ennesima (la settima) dimostrazione che gli inglesi meritano in realtà ancora una volta un ruolo da protagonisti nella scena contemporanea, salvaguardando il concentrato di melodia, grinta e verve che fin dall’esordio è la loro ragione di vita artistica.
Con gli ingressi di Billy Taylor (ex Inglorious) alla chitarra e Pete Newdeck (Midnite City, Nitrate, In Faith, Khymera, …) alla batteria, il gruppo britannico consolida ulteriormente l’approccio muscolare delle ultime prove discografiche, modellando dodici canzoni alquanto appassionanti e variegate, in cui trovano precisa collocazione ammiccamenti pop e un adeguato contributo di sagace creatività.
Sebbene forse complessivamente appena meno brillante sotto il profilo compositivo dei suoi predecessori, l’albo esordisce con “Beautiful lie” (una sorta di fusione tra Def Leppard ed ehm, … Michael Jackson …) e “Sooner or later” ostentando un’apprezzabile dose di esuberanza e di ritornelli adescanti, mentre “End of the fade”, impreziosita da un bellissimo crescendo emotivo, aggiunge alle suggestioni d’ascolto addirittura qualcosa di Chris Isaak e talune atmosfere care ai Queensryche.
Grazie all’impatto vagamente malinconico di “Ain't who I am”, i Vega sfornano un hit degno delle programmazioni radiofoniche mainstream (quelle che hanno accolto a braccia aperte i The Rasmus, per esempio …) e se la vaporosa “Welcome to wherever” punta con appena un pizzico di minore convinzione allo stesso bacino d’utenza, tocca a “Bring the riot” esporre al meglio l’ardore e il vigore di una band che possiede parecchie frecce diverse nella faretra del suo arco espressivo.
La power-balladLive for me” (incendiata da un fulminante guitar-solo) consente di spendere un plauso speciale per le notevoli capacità interpretative di Nick Workman, perfetto, poi, nel pilotare con sicurezza sia l’irresistibile respiro melodico ottantiano di “Kneel to you” e sia l’anthemGlow”, un altro frammento sonoro d’istantanea presa emozionale.
Dopo il gradevole divertissement jazzatoC'mon”, ancora due eccellenti esempi delle scoppiettanti capacità dei britannici … la coinvolgente ”Had enough”, e, soprattutto, “2Die4”, in cui l’estroso lavoro sui chiaroscuri sonici traccia un momento assai importante nell’economia del disco.
Anarchy and unity” rappresenta dunque un tassello di pregio da aggiungere all’impeccabile discografia dei Vega, una formazione che merita, lo ribadisco, una piena e ampia considerazione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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