Anche se mi scoccia ammetterlo, dalla Francia si sta alzando un muro di uscite davvero interessanti. Dopo Hacride, Dagoba e Scarve ( soprattutto quest'ultimi ), ecco un'altra interessantissima uscita, Phaze 1, prontamente messi sotto contratto da un'attenta Scarlet Records. I Phaze 1 si cimentano in un metal violento e tecnologico, tra il death/thrash e bordate industrial, risultando di fatto un frutto perverso e deviato di quell'enorme e rigoglioso albero a metà tra Strapping Young Lad, Fear Factory e Soilwork. La band transalpina è composta dai fratelli Potvin ( Franck alle vocals ed il factotum David che si occupa di basso, chitarre e programming, oltre alla stesura di tutte le lyrics del disco ) che rappresentano anche l'ossatura dei Lyzanxia, e dal talentuoso drummer belga Dirk Verbeuren ( già con Scarve e Soilwork ). Le influenze da me citate qualche riga indietro non devono trarre in inganno l'ascoltatore; difatti i Phaze 1 riescono a generare un sound fresco e personalissimo, particolare da non sottovalutare in un genere così chiuso in termini di inventiva. Le composizioni, otto in tutto, hanno dalla loro un'ampia gamma di soluzioni sia per violentare i nostri padiglioni auricolari, sia per stupirci con trovate sempre nuove. Ad un riffing fantasioso e molto dinamico, bisogna sommare un certosino lavoro di tastiere, veramente malate, che spuntano fuori quando meno te l'aspetti. Ed è questo il fiore all'occhiello della band: quando si crede di avere bene in mente il quadro della situazione, ecco spuntare il colpo a sorpresa, spiazzante a dir poco, e via! la canzone è già ripartita in altre diecimila direzioni differenti. Con una produzione pompatissima, che esalta tutti gli strumenti escluso la batteria in certe sfuriate, ed un vocalist veramente versatile, che passa con estrema facilità dal growl ( non profondissimo ) allo screaming, per finire con un cantato pulito di assoluto spessore, ecco che i Phaze 1 realizzano un ottimo album di debutto, Un lavoro che, basandosi su un concept lirico abbastanza complesso, dovrebbe essere il primo di una trilogia. Sarebbe un vero peccato non accorgersi del talento di una band, giovane solo sulla carta data l'esperienza dei propri componenti, che ha sfornato uno dei lavori più interessanti del genere. Vogliamo o no sentire gli altri due capitoli del concept? Suvvia, mano al portafogli e comprate questo disco che è bello, bello, bello!!!