Dalla Germania eccoci arrivare il debutto di questi tostissimi Machinemade God, quintetto nato come un hardcore band, ma che nel corso degli ultimi due anni ha modificato sensibilmente il proprio sound, arrivando a fondere le proprie radici HC con il death/thrash scandinavo, genere che sembra eternamente fulgido. Il disco è prodotto da Jacob Bredahl, leader dei thrashettoni Hatesphere, giovane band che ha bruciato molte tappe in questi ultimi anni. Come detto qualche riga più indietro, i cinque tedeschi fanno affiorare le loro radici hardcore, soprattutto in alcuni passaggi vocali. Per il resto ci troviamo di fronte a tre quarti d'ora di death/thrash metal suonato con la giusta cattiveria, la dovuta perizia tecnica, anche se qualche volta si tende a perdere il filo in certi passaggi, non perché caotici ma perché poco originali e quindi privi dell'appeal necessario per stamparseli in mente. Una piccola critica che non deve sminuire quello che è comunque un debutto, per una giovanissima band, insieme da poco più di tre anni; i margini di crescita ci sono tutti, anche se la scena diventa, giorno dopo giorno, eccessivamente affollata. I Machinemade God strizzano l'occhio anche alla melodia, non limitandosi soltanto a pestare come dei forsennati, piazzando dei chorus riuscitissimi ( si senta ad esempio " Bleeding From Within ", capolavoro di questo disco o la metalcore oriented " Kiss Me Now, Kill Me Later " ), ricordando sovente i Soilwork, maestri indiscussi nel creare refrain da urlare a squarciagola durante i concerti. La produzione è perfetta per il genere, tutta la band trae beneficio dal lavoro in console di Bredahl; quindi il problema classico di una produzione fatta con lo stampino è brillantemente superata. Se i cinque tedeschi limeranno certe ingenuità compositive, facendo così affiorare di più la loro indiscutibile personalità, potremo trovarci tra le mani una band interessante, forse non epocale ma sicuramente degna di pubblicare dischi su dischi. Privilegio che molti, TROPPI, hanno il coraggio di sfruttare. Date loro un'occasione, non ve ne pentirete.
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