Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:39 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. ANDÆGTIGT DØDSFALD
  2. LOVSANG TIL MØRKET
  3. KISTEGLAD
  4. FRA HÆLD TIL INTET
  5. EFTERMÆLE
  6. AFDØ
  7. GRAVRØST
  8. STØV FOR VINDEN
  9. ENDELIGT

Line up

  • Nortt: all instruments

Voto medio utenti

A dieci anni di distanza dal precedente “Galgenfrist” torna Nortt, l’unica (non)persona al mondo per cui vale l’appellativo di “Pure Depressive Black Funeral Doom Metal”, la quale, tuttavia, non è solo una mera definizione, ma una vera e propria dichiarazione di intenti che viene portata a compimento con il nuovo “Endeligt”.
Chi conosce Nortt sa cosa aspettarsi nei solchi delle sue produzioni, tuttavia questa volta, sebbene la formula di partenza sia rimasta la stessa, il mix degli ingredienti è leggermente cambiato.
C’è una fortissima componente black ambient, che rimanda direttamente al Nordvargr di “Awaken”, del quale viene citata la copertina, fermo restando i lentissimi ritmi del funeral doom, anche se non declinati secondo i classici canoni del minutaggio abnorme, mentre la componente black metal resta sullo sfondo, confinata nell’abisso di oscurità e disperazione che, frutto della mente di Nortt, dà vita a passaggi emozionali lividi e gelidi come la morte, con arpeggi desolati e vibrazioni maligne.
Ascoltando il carico di negatività che trasuda dai solchi di “Endeligt” pensavo a cosa potesse passare nella mente di un musicista per comporre musica simile, e nel mentre mi si è palesato il fantasma di Dead, di Per "Pelle" Yngve Ohlin, di quel ragazzo di 22 anni che un giorno decise di porre fine a quel brutto incubo chiamato vita e lanciarsi nel troppo a lungo atteso e raggelante abbraccio della morte.
La morte come culto e ossessione, l’oscurità come sintagma che dà collante e riconduce a unità l’intera struttura del disco, campane a morto e l’ululato del vento come elementi descrittivi e simbolici di uno stato d’animo che tale non è, perché Nortt non può essere definito in positivo, ma solo in negativo, per sottrazione. Nortt non è e non può essere.
Giudicare un disco simile è difficile, perché l’aspetto musicale non è poi così importante. Qualcuno potrebbe aver preferito canzoni con strutture più lunghe e articolate, magari con maggiore brutalità, anche vocale. Tuttavia se ci focalizziamo sul messaggio che la musica vuole trasmettere, sui paesaggi emozionali che vuole ricreare, allora le nove tracce vengono ricondotte a unità, un lungo e lento stillicidio di 39 minuti in un tunnel oscuro e malinconico, sempre più giù nella depressione più nera, fino alla fine, qualunque essa sia.
Per nichilisti, depressi, sull’orlo del suicidio.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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