Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:46 min.
Etichetta:Akom

Tracklist

  1. SUPERMASSACRO
  2. 40 + PEDRO INTRO
  3. BRUTULORDS
  4. MEGANUOVA
  5. MANENTULORD
  6. GOREBACIOV
  7. TRIFOLATED BY VENTILATOR
  8. CARPGRINDER
  9. BLACK&DECKER
  10. SANGUINEOS GRUMUS DE'BAGOIN IN THE PLAZA
  11. MASS-CORP-ONE
  12. MUCUM P.I.
  13. CONSEQUENCE
  14. BACCHETTA NEL PISTOLINO
  15. ZOLLA IMPAZZITA
  16. IL NANO FRITTO
  17. SICK & GORE ROMAGNA GRIND-CORE
  18. NAGHE
  19. SATAN SPAWN, THE CACOPEPODE
  20. CEPLI
  21. GLEN GRIND
  22. CCACCA
  23. OHI
  24. CEM (R.I.P.)
  25. RETROMARCH
  26. PEDRO INC.
  27. GHOST TRACK

Line up

  • Ano Domini: vocals
  • Diarreus: vocals
  • Torcicolon: guitars
  • Genital Erpes: guitars
  • Gengivitis: bass
  • Scrotum: batteria

Voto medio utenti

L'equazione "grind" uguale "fusi di testa" ci viene riproposta grazie a questi Muculords, band romagnola dedita ad un grindgore a tinte demenziali. Forse sarebbe meglio parlare di ironia piuttosto che di demenzialità, perché la band oltre all'aspetto iconografico classico del genere, sa costruire delle ottime songs, le quali pur non essendo baciate dal sacro furore e dalle stigmate del capolavoro, presentano strutture tutt'altro che disprezzabili, atte a mostrare la bravura e, oserei dire, la serietà della band in fase compositiva. Infatti pezzi come "Manentulord" e "Carpgrinder 2", se si tralasciano i titoli, fanno tremendamente sul serio, veloci, groovy, con vocals tipicamente grindgore e pacchi di brutalità. Stupisce inoltre la produzione, sopra la media delle uscite del genere per pulizia e intelligibilità.
La band inoltre tributa il classico "Casatchok", melodia folk russa, chiamandola "Gorebaciov", in onore del leader della Perestrojka.
Parlavamo dell'ironia e sarebbe davvero impossibile citare tutti i riferimenti, più o meno palesi, di questo disco, i quali partono dal titolo "Carpe Diem", con le carpe che monopolizzano l'artwork e buona parte dei titoli, oppure il tema di "Magnum P.I." qui ribattezzato "Mucum P.I.", oppure ancora la conclusiva "Ghost Track" la quale per tenere fede al nome ci fa ascoltare mugolii di presunti fantasmi.
Il disco nel complesso è piacevole, pur non rappresentando nulla di particolarmente eccezionale. In genere non sono un gran fan del grind demenziale e pseudo-misantropico, però in questo disco c'è molto di più.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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