Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:83 min.
Etichetta:Duna

Tracklist

  1. MAGIC VS. TECHNOLOGY
  2. GET INTO IT
  3. KISS AWAY
  4. ‘73
  5. LIL’BRO
  6. MODA
  7. DR.AURA
  8. GONNA MAKE THE PONY TROT
  9. SWEET MARIA’S DREAMS
  10. INSIDE OF YOU
  11. FREAK LEVELS
  12. LET THE TRUTH BE KNOWN
  13. DYLAN’S FANTASY
  14. THE MESSENGERS
  15. PARADISE ON EARTH
  16. COOL ABDUL
  17. AVENIDA DE LA REVOLUCION
  18. SUNSHINE OF YOUR LOVE
  19. ARCADE EYES

Line up

  • Brant Bjork: guitar, vocals
  • Cortez: guitar
  • Dylan Roche: bass
  • Michael Peffer: drums

Voto medio utenti

Brant Bjork è uno dei musicisti più popolari nell’ambiente stoner, i suoi trascorsi in colossi del calibro di Kyuss, Fu Manchu, Queens of the Stone Age, gli hanno garantito un buon credito presso gli appassionati da spendere per i suoi progetti solistici, qualche volta vincenti (Che) altre meno (Operators).
Questa nuova iniziativa dei “fratelli” sembra innanzitutto abbastanza solida e coesa, in sostanza un gruppo vero con la propria identità ben delineata. Una rock-band dallo stile essenziale, quasi scarno, assai lontano dagli abbondanti svolazzi allucinati di certo stoner ed invece più legato ad un rivestimento vintage asciutto, sornione ed assolato, che ancora una volta possiamo collocare in una piatta e sconfinata scenografia desertica.
Album doppio, dimensione forse eccessiva per le possibilità di Bjork, dunque inevitabilmente segnato da un’altalena di picchi gustosi e qualche caduta di tono. Forte il richiamo alle Desert Sessions, alle loro ramificazioni quali Fatso Jetson, Earthlings?, Masters of Reality, anche agli esordi delle Regine di Josh Homme, lo si nota nei frequentissimi giri secchi ed ossessivi di hypno-rock come “Get into it”,”Gonna make the pony trot”,”Inside of you”,”Let the truth be known” e vari altri, brani dotati di ottima sensualità lineare e rilassata che pur sprigionando vibrazioni jammistiche non cedono mai alle lusinghe di sfarfallamenti esagerati. Talvolta l’atmosfera si ammorbidisce ulteriormente per episodi languidi ed avvolgenti come spire di fumo, vedi le vellutate “Moda” o “Cool abdul”, rarefatte ed eteree costruzioni narcotiche che ci riportano ai primordi del rock acido statunitense.
Importante anche la componente rockblues seventies, rappresentata non soltanto dall’omaggio ai fondamentali Cream (“Sunshine of your love”) ma dalle valide linee insinuanti, torpide e carezzevoli, di scintillanti slow come “Sweet Maria’s dreams” o “Paradise on earth” dove sembra emergere l’influenza dei vecchi ZZTop.
Chiaramente non è un disco che brilla per energia e fisicità, se intese come potenza sonora, aggressività, cattiveria, frastuono. Qui troviamo un sound antico, fresco e rilassante, nel quale immergersi con equilibrio e tranquillità gustando il fluire arioso delle canzoni. Decisiva nel contesto la presenza di un secondo chitarrista a sostegno del leader il quale, non dimentichiamolo, è principalmente un batterista.
Forse il maggior limite del lavoro si trova nell’interpretazione vocale di Bjork, un po’monotematico e che talvolta scivola in improbabili atteggiamenti da crooner di pianobar (“Avenida de la revolucion”) per i quali a mio avviso non possiede sufficiente carisma interpretativo.
Tirando le somme, una prova più convincente rispetto al recente passato anche se indirizzata più che altro ai cultori del desert-sound o ai nostalgici retrò-rockers.

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