Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:60 min.
Etichetta:Kolony Records

Tracklist

  1. PREMISS TO REALITY
  2. SONS OF IGNORANCE
  3. SCAR LEGACY OF HATRED
  4. PARRICIDAL GHOSTS
  5. VENOMOUS COILS OF A HOLY FALLACY
  6. BACKWORLDSMEN
  7. A NAME TO DENY
  8. NARCISSISTIC LOOP
  9. DECLINE
  10. COLLECTIVE ENGRAM

Line up

  • Vince Wilquin: guitar, vocals
  • Hugo Florimond: guitar
  • Valentin Pelletier: bass
  • Clément Denys: drums

Voto medio utenti

Vengono dalla Francia e non se la cavano affatto male questi Fractal Universe. Alfieri del nuovo tech/death metal, i nostri, forti di una nuova partnership con Kolony Records, debuttano sulla lunga distanza con l'interessante "Engram Of Decline", concept album incentrato sull'opera fondamentale di Nietzsche "Così Parlò Zarathustra".

L'introduttiva "Premises To Reality" è già di per sé un buon biglietto da visita: una musica vicina al prog più canonico ma comunque estrema, una produzione "plasticosa" e definita al punto giusto e un bel contrasto tra voce sussurrata e growl sono gli ingredienti alla base del sound del combo. La successiva "Sons Of Ignorance" rimanda agli Opeth pre-"Heritage" per il riffing e per i riusciti inserti melodici/acustici, in totale antitesi con "Scar Legacy Of Hatred", dai tratti un po' doom e un po' thrash. "Parricidal Ghosts" è un episodio "old-school" che anticipa "Venomous Coils...", dove tornano chitarre acustiche, sussurri, e momenti strumentali più propriamente progressivi. "Backworldsmen" è di fatto un traccia strumentale intramezzata da inquietanti parti narrate dove spicca un solo di sax di memoria Shining. Non lasciatevi ingannare dal pianoforte alla Goatcraft di "A Name To Deny", perché da lì a poco l'assalto sarà frontale e spietato. "Narcissistic Loop" e "Decline" scorrono più faticosamente, con tante idee abbozzate ma non perfettamente a fuoco, e sfociano nell'epica "Collective Engram", altro brano che rielabora a dovere gli insegnamenti di Mikael Åkerfeldt e che ci regala un altro intrigante assolo di sax (mi sono venuti in mente i Colosseum).

Il primo full-length fa ben sperare per il futuro di questa giovane formazione: se si tratta di un fuoco di paglia o di una nuova promessa del genere sarà solo il tempo a dircelo...

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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