Copertina 5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:51 min.
Etichetta:Massacre Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SECOND SHADOW
  2. THE SILENCE OF DREAMS
  3. ONLY YOUR SOUL
  4. UNPLUG MY BRAIN
  5. IN HAYAO'S ARMS
  6. SPIRITED AWAY
  7. THE WHITE ROOM
  8. SOULBURST
  9. AT MY DOOR
  10. SHIVERS
  11. INSTANTS IN TIME
  12. REMEMBERING
  13. FLY

Line up

  • Chaos Heidi: vocals
  • Johann Cadot: guitars, vocals
  • Hervé Schiltz: guitars
  • Olivier Louis-Servais: bass
  • Vince Kreyder: drums
  • Armendar: keyboards

Voto medio utenti

Gli Asylum Pyre sono una band proveniente dalla Francia e più precisamente da Parigi con già all'attivo due album di rock progressive, ricchi di varie influenze che vanno dal gothic al power, con degli inserti di parti di cantato maschile in growl ed in alcune parti con delle ritmiche tiratissime.

“Spirited Away” non è un brutto album, anzi. Però ha una prima parte decisamente più ispirata ed una seconda un po' meno fresca e fruibile. Per esempio “Soulburst” contiene un po' tutti gli elementi (gothic, prog, growl) con un assolo di chitarra che anche dopo ripetuti ascolti non sembra avere molta attinenza con la canzone. “At My Door” viaggia più su binari progressivi per merito della ritmica e dei cambi di tempo ma queste variazioni sembrano più una voglia di dimostrare le capacità tecniche che una scelta melodico-musicale. Mentre canzoni come “Second Shadow” possiedono un giro di tastiera coinvolgente sin dal primissimo ascolto, “The Silence Of Dreams” pur partendo con un cantato growl maschile, ha un ritmo travolgente che ricorda le migliori produzioni degli Stratovarius. “Only Your Soul” non è certo da meno, la singer Heidi Chaos fa bella mostra della sua estensione davvero interessante ed il giro di tastiera non è male. Anche “Unplu My Brain” non impiega molto tempo per essere assimilata.

Un album a due facce, la prima davvero piacevole e la seconda un po' troppo soporifera. Se gli Asylum Pyre non cadessero nell'errore di voler mostrare le loro capacità tecniche e si dedicassero di più alla ricerca di linee melodiche, forse ci troveremmo di fronte ad un lavoro maturo. Rimandati alla prossima occasione.
Recensione a cura di Andrea Lami

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