Il disco non è niente male infarcito com'è di orchestrazioni magniloquenti anche se nel complesso lo considero inferiore al precedente che era stato baciato a suo tempo da una performance superlativa di Fabio Lione. Il fatto di non avere un vocalist fisso in formazione però penalizza fortemente gli Hollow Haze a tal punto che durante l'ascolto, a causa degli innumerevoli ospiti tirati in ballo, sembra di avere a che fare con una delle ennesime metal opere che infestano il mercato discografico.