Copertina 4

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:12 min.
Etichetta:Escapi
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. MAHA KALI
  2. UNHALLOWED

Line up

Non disponibile

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I Dissection hanno una strana concezione del termine “rinascita”, vocabolo raramente usato in modo appropriato (mi vengono in mente fra gli altri gli Angra) e mai come in questo caso tanto improprio. Se la pluriennale attesa del ritorno di Jon Nodtveidt doveva portare a questi risultati, beh tanto valeva che il buon Jon facesse coincidere il suo ritorno alla libertà con qualche attività più redditizia. Pur essendo un mini-cd, peraltro di soli due brani, di cui uno è il remake della storica “Unhallowed”, presente sul leggendario “Storm of the Light’s Bane”, non si può rimanere basiti di fronte alla piattezza ed alla bruttezza titanica di un brano come “Maha Kali”, una specie di brutta e molle copia del peggiore brano mai inciso dagli In Flames, senza alcun mordente, senza capo né coda, peraltro anche con una produzione più degna di un disco hard rock che black metal, con delle chitarre buone solo per il solletico e far sorridere l’ascoltatore. Il sorriso viene prontamente cancellato quando un ridicolo coro femminile fa la sua presenza all’interno del brano, dopodiché il brano scade nel pacchiano più indecoroso, e se questo è un aggettivo che si raccorda perfettamente ad un gruppo come i Lost Horizon, con i Dissection stona a dir poco. Solo pensare a quello che la band svedese è stata capace di fare in passato fa calare un velo di tristezza, non parliamo poi di fare un paragone diretto con i brani che furono…eppure ci tocca anche questo. “Unhallowed” è ovviamente migliore e rispetto a quanto ci siamo appena sorbiti ci pare un miracolo, ma è solo l’effetto abbrutente ed illusorio di “Maha Kali”, infatti basta un rapido ascolto dell’originale per scuotere le spalle e farsi una ragione sul fatto che, al momento, i Dissection siano solo un lontano ricordo. A questo punto o il prossimo full lenght riporterà il nome di questa band sugli allori, o i Dissection porteranno con loro lo scomodo fardello del gruppo che è riuscito ad incidere un capolavoro solo per caso. Ai posteri l’ardua sentenza.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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