Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:37 min.
Etichetta:Eolian Empire

Tracklist

  1. HELL
  2. THE DOOR AT THE END OF THE HALL
  3. THE CHOSEN
  4. IN THE ROOM OF MISFORTUNE

Line up

  • Rick Duncan: bass/vocals
  • Darryl Swan: drums

Voto medio utenti

Se scrivo che mi accingo a recensire un lavoro "drums and bass", non fuggite a gambe levate: la “s” al termine della prima parola fa tutta la differenza del mondo! Non parliamo di quel genere astruso e ripetitivo che spesso mi ha fatto riflettere su quanto insondabili siano i gusti umani; più semplicemente (e per fortuna), ci troviamo di fronte a una line-up di due elementi: batteria e basso.

Spero di avervi tranquillizzati, per quanto la proposta dei Towers miri a tutt’altro: inquietudine, confusione e marasma mentale pervadono il loro II.
Dopo i Murmur, analizzati poche settimane fa, mi trovo ancora di fronte a una band a stelle e strisce (stavolta siamo dalle parti di Portland) che fa del caos il proprio credo musicale; se per i primi la piattaforma sonora poteva venir rintracciata nel black metal, per il gruppo oggi in esame partiamo da un chiaro basamento sludge. Uno sludge ad altissimo tasso lisergico, che devia spesso e volentieri verso una psichedelia acida e minacciosa.

I quattro brani, a dir poco disordinati, si dipanano agili e melmosi al tempo stesso, un attimo nervosi e paranoici e il successivo meditativi e sciamanici. Vi sarà difficile rintracciare un filo conduttore compositivo, anche in virtù dell’ampio spazio lasciato all’estro e all’improvvisazione dei due musicisti.
Rick Duncan e Darryl Swan, va detto, formano una sezione ritmica davvero mirabile: articolata, varia, ricca di groove; aiuta alquanto, sotto tale profilo, la produzione, spessa al punto giusto. Le folli vocals, dal canto loro, fondano l’impressione che il singer (il succitato Rick) fosse in preda a tremebonde visioni mentre cantava.

La tentazione di citare i nostrani (e bravissimi) Ufomammut come riferimento stilistico è forte, tuttavia ritengo doveroso riconoscere ai Towers una propria identità artistica.
Non saremo ai livelli di album come Idolum o Eve, ma II è senz’altro un lavoro coraggioso, originale, avvolto da una caliginosa patina underground che gli conferisce, almeno alle mie orecchie, un indubbio fascino.

Se fossi un parente o un medico consiglierei ai due baldi giovani di ridurre il consumo di sostanze psicotrope; siccome sono solo un ascoltatore li invito a continuare così: nella loro allucinata follia si può scovare tanta buona musica.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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