Copertina 5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:65 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. TEONANACATL
  2. PERFECTLY WRONG
  3. PROCESSION OF THE EQUINOXES
  4. ID ZERO
  5. SAFETY EXIT
  6. PLUMED SERPENT RISE
  7. EKPYROSIS
  8. COSMOGENESIS
  9. THE EIGHT SINS - PART III
  10. WALKING IN MY SHOES (BONUS TRACK)
  11. BLACK METAL (BONUS TRACK)
  12. IRRELIGIOUS - MOBHEAD 12 MIX (BONUS TRACK)
  13. A SLEEPOVER AT THE FEELING OF DEATH - MOBHEAD 12 MIX (BONUS TRACK)
  14. IRRELIGIOUS - RECTIFIER CLUB MIX 135 (BONUS TRACK)
  15. THE 11TH COMMANDMENT (BONUS TRACK)

Line up

  • IT: vocals
  • Michael Bohlin: guitars, programming
  • Johan Husgafvel: bass
  • Zacharias Ahlvik: drums

Voto medio utenti

Il Black Metal, che sia quello espresso con gli Abruptum, gli Ophthalamia o i Vondur, probabilmente ogni tanto è troppo pure per una figura fortemente legata a questo specifico contesto musicale, quale ha dimostrato di essere IT, che già alcuni anni fa aveva dato vita ad un nuovo progetto e realizzato un paio di album che lo vedevano spaziare tra vagheggiamenti Industrial, Rock, Elettronica ed un pizzico di Gothic, giusto a far pensare a gruppi come Deathstars, The Kovenant, Nine Inch Nails o White Zombie.

Si tratta proprio degli 8th Sin, i quali, dopo i due CD piazzati a metà dello scorso decennio, si ripresentano ora con un nuovo lavoro, dove assieme ad IT ritroviamo Michael Bohlin (al suo fianco sin dagli inizi ma pure nei primissimi Steel Attack, poi con i Pain), il bassista Johan Husgafvel (anche lui nel giro dei Pain e già apparso su "Angelseed & Demonmilk"), il nuovo batterista Zacharias Ahlvik (Kaos Krew) e la partecipazione di diversi ospiti dai svariati background musicali.
Non deve quindi stupire di trovare ai cori di "Black Metal" (si, proprio il classico dei Venom) un certo Peter Tägtgren, oppure Joacim Cans dare una mano alle voci su "Walking in My Shoes", un'altra cover (stavolta dei Depeche Mode), nel corso della quale si alterano alla chitarra solista ben sei diversi musicisti.

Ma siamo già andati troppo avanti, infatti, queste due cover fanno parte della nutrita porzione di bonus track che gli 8th Sin hanno inserito in coda a "Cosmogenesis".
Tuttavia, qualunque sia la loro genesi, nessuno dei quindici brani inclusi su questo dischetto riesce a convincere e/o a sorprendere. Qualche coretto ammiccante non riesce certo a nascondere l'inefficacia degli inserti elettronici, di un cantato anonimo e fiacco, e più in generale di un songwriting approssimativo ed insulso.

Sapere che sono già al terzo disco, non aiuta sicuramente ad essere generoso nei confronti di questa uscita.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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