Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:55 min.
Etichetta:Arise
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. INTRO
  2. UNBREAKABLE
  3. DREAM
  4. BREED FROM THE LAND UNKNOWN
  5. ARMY OF THE UNIVERSE
  6. SETTLEMENT
  7. SHELTER
  8. LEGACY OF HATE PART I
  9. LEGACY OF HATE PART II

Line up

  • Antti Railio: vocals
  • J-P Alanen: guitars
  • Tapani Kangas: guitars
  • Ari Katajamäki: bass
  • Juha Mäenpää: keyboards
  • Jere Luokkamäki: drums

Voto medio utenti

Il debutto dei finlandesi Celesty, uscito un paio d'anni fa ed intitolato "Reign Of Elements", era stato un album che avevo trovato davvero piacevole da ascoltare. Un power metal melodico certo pieno di clichè (pensate ai Freedom Call, Sonata Arctica, Heavenly...) ma che i Celesty avevano affrontato con l'impulso e l'ingenuità dei debuttanti.
Alle prese con il secondo album, sempre per l'etichetta spagnola Arise, hanno dato qualche aggiustamento al proprio sound, ingentilendo le tastiere, insistendo sulle parti sinfoniche e cercando di inserire qualche novità e preziosismo qua e là. Ecco così il moltiplicarsi di cori incalzanti e diverse parti in screaming vocals (come ad esempio su "Breed From The Land Unknown" e su "Settlement"). A proposito di voce, è proprio questo il settore che presenta la vera novità dei Celesty: il nuovo cantante Antti Railio, voce pulita e "precisina", che sostituisce quella più grezza ed istintiva del predecessore Kimmo Perämäki.
"Legacy Of Hate" riprende il concept che i Celesty avevano già avviato nel loro precedente album, ma nell'occasione i brani risultano maggiormente ancorati e attinenti allo svolgersi delle vicende narrate, questo, assieme a molte delle soluzioni che si incontrano lungo il corso del CD, favorisce accostamenti sia ai Rhapsody, sia ai già citati Freedom Call. Una scelta che si concretizza in maniera eclatante (ma quasi al limite dalla sopportazione!) nella suite finale divisa in due parti, ognuna delle quali suddivisa a sua volta in diversi movimenti, che complessivamente sforano i 20 minuti. Non manca qualche momento interessante, ma rimangono davvero pesanti da digerire. Troppo. Sono sicuramente più abbordabili pezzi come l'immediata ed accativante "Unbreakable", buon esempio di cosa si intende oggi per Power Metal melodico, o "Shelter", un pezzo sulla scia dei migliori Stratovarius. Meno avvincenti, ma si lasciano ascoltare, sia la rhapsodiana "Army Of The Universe" sia una "Dream" ben scandita e con un discreto lavoro solista, anche se penalizzata da linee vocali piuttosto scontate. Delude invece "Settlement", che se inizialmente ho scambiato per il pezzo melodico del disco, dopo poche battute si incattivisce con vocals stile Black Metal, anche se alla fine resta un pezzo inconcludente.
A parer mio un passo indietro, per altri avranno magari fatto il salto di qualità...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.