Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Locomotive
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. DESPERATE
  2. HATE FEEDS HATE
  3. EBOLA
  4. HEAR ME
  5. MAN USED TO BE
  6. TO DESTROY MY LIFE
  7. DEATHMASTER
  8. CHANGE THE WORLD
  9. WORDS WITHOUT WORTH
  10. MORE THAN YOU DESERVE
  11. DEAD CALM

Line up

  • Andres Alvares: guitars
  • Chema Alvares: drums
  • Fernando Mateos: vocals
  • Ismael Dominguez: bass
  • Luis Alberto Miranda: guitars

Voto medio utenti

Per una volta ecco che la Spagna ci propone un gruppo che nulla ha a che vedere con il Metal più classico o con il suo versante Power. Gli Innerself hanno un livello di aggressività superiore, un Thrash Metal mai esasperato dove i cinque cercano di mettere in risalto il groove dei propri pezzi. Direi che in questo riescono, "Emotional Disorder" non riesce però a convincere più di tanto sopratutto per una eccessiva omogeneità nei pezzi. Le chitarre compresse ed un andamento che sanno di Pantera o Machine Head non bastano a compensare la mancanza di spunti brillanti, ed infatti dopo pochi minuti in cui gli Innerself erano riusciti ad attirare l'attenzione, i brani finiscono con il perdere di interesse. La tracklist è infatti composta quasi completamente da dei mid-tempo, un pezzo che si discosta un poco dalla monotonia imperante è "Man Used To Be", che inizia con un arpeggio che fa addirittura temere l'arrivo di una ballad, che sarebbe stata assolutamente fuori contesto in questo album. Comunque dopo un discreto crescendo, che ricorda qualcosa dei Metal Church o degli Annihilator, complice anche un interpretazione poco "sentita" da parte del cantante, anche questa canzone finisce velocemente nel dimenticatoio. Non so se è un caso ma alla fine la cosa migliore è la conclusiva "Dead Calm", uno strumentale di poco sotto i tre minuti in cui si fa ben sentire il basso di Ismael Dominguez, e dove sembra aleggiare lo spettro dei Metallica che furono.
La Locomotive ha dimostato di credere nel gruppo facendo masterizzare l'album da Mika Jussila ai Finnvox Studios. Il risultato sotto questo aspetto è sicuramente positivo, ma comincio a pensare che questo "passaggio" serva spesso più a scopo promozionale che per ottenere risultati qualitativamente superiori. Rimandati.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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