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Info

Anno di uscita:2011
Durata:22 min.
Etichetta:Relapse

Tracklist

  1. FADE INTO OBSCURITY (DEHUMANIZED)
  2. UNCHALLENGED HATE (NAPALM DEATH)
  3. GOREHOG (BROKEN HOPE)
  4. ROHYPNOL (DYING FETUS ORIGINAL)
  5. UNLEASHED UPON MANKIND (BOLT THROWER)
  6. TWISTED TRUTH (PESTILENCE)
  7. BORN IN A CASKET (CANNIBAL CORPSE)

Line up

  • John Gallagher: guitars, vocals
  • Sean Beasley: bass, vocals
  • Mike Kimball: guitars
  • Trey Williams: drums

Voto medio utenti

E così anche i macellai del Maryland Dying Fetus compiono nel 2011 20 anni di attività, ragguardevole traguardo che la band di John Gallagher festeggia con questo EP "History Repeats", edito per Relapse Records. Non si tratta tuttavia di un disco di inediti, bensì di una raccolta di cover con cui il gruppo desidera omaggiare le formazioni che da sempre hanno influezato la musica dei Fetus. Si parte quindi con un classico targato Napalm Death ovvero "Unchallenged Hate", a rappresentare il lato più grind della band, mentre le successive "Fade Into Obscurity" e "Gorehog" (rispettivamente di Dehumanized e Broken Hope) mostrano la parte più groovy e cadenzata dei Dying Fetus, sulla quale poi il gruppo negli anni ha innestato una venatura man mano sempre più tecnica che ha reso unici dischi come "Killing On Adrenaline" o "Destroy The Opposition". C'è pure tempo per l'inedita "Rohypnol", della ragguardevole durata di 44 secondi, che più che un brano vero e proprio sembrerebbe un divertissment con un finale grindcore che probabilmente è da leggersi come un tributo ai primissimi Napalm Death. La tripletta finale è formata dalle cover di tre formazioni storiche del death metal mondiale ovvero Bolt Thrower, Pestilence e Cannibal Corpse, qui rappresentate rispettivamente con "Unleashed Upon Mankind", "Twisted Truth" e "Born In A Casket". Sull'esecuzione in generale delle cover nulla da dire, come musicisti i Dying Fetus non sono degli sprovveduti e la ripoposizione dei brani è fedele agli originali e resa più ficcante e devastante dall'utilizzo delle moderne tecniche di registrazione. Senza contare che il vocione di Gallagher è sempre un piacere da ascoltare, con il suo timbro gutturale e cavernoso.
Augurando quindi buon ventesimo compleanno ai Dying Fetus, ai quali auguriamo anche di ritrovare un'ispirazione che negli ultimi lavori in studio sembra un po' persa, non possiamo consigliare l'acquisto di questo "History Repeats" (la cui tiratura è limitata peraltro a 5.000 copie) indistintamente a tutti. Di certo non rappresenta un tassello fondamentale nella discografia della band, ma può essere di qualche interesse per i collezionisti più accaniti e per chi voglia approfondire da dove provengono musicalmente i Dying Fetus.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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