Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:44 min.
Etichetta:Southern Brigade

Tracklist

  1. ONE BULLET LEFT
  2. IT'S A LONG NIGHT
  3. NO REMORSE
  4. PSYCO BORN
  5. SOMETIMES
  6. A SECOND LIFE
  7. WE SAY NO
  8. THE JOKER
  9. MY RACE
  10. THE DANCE BEFORE
  11. END OF DAYS
  12. THE REMAIN

Line up

  • Ottavio Marzo: guitars
  • Matteo De Bellis: vocals, guitars
  • Domenico Bottalico: bass
  • Rino Ricco: drums

Voto medio utenti

L'ultima cartuccia.

Onestamente credo che i Golem ne abbiano altre, ed ancora più importanti, da sparare.

Dopo il più che discreto album autoprodotto ed intitolato "Black Era" (2006); ma in realtà avevano catturato le attenzioni del sottoscritto già con il demo "Death Never Dies" nel 2003, approdano alla Southern Brigade Records per la quale esce il qui presente "One Bullet Left".
L'unica nota stonata è la lunga pausa intercorsa tra le due uscite, un lasso di tempo che la formazione pugliese ha comunque sfruttato sia per riassestare la propria line-up sia per realizzare canzoni ancor più efficaci rispetto al passato, grazie ad un songwriting più snello, affilato e ad con un approccio moderno ed accattivante, una direzione che sembra davvero essere nelle corde di questi quattro musicisti, sopratutto nel sorprendente - per la versatilità messa in mostra dietro al microfono - Matteo De Bellis.
Se il nucleo storico è rimasto quello del precedente lavoro, Ottavio Marzo, Domenico Bottalico ed il già citato Matteo De Bellis, con il solo innesto alla batteria di Rino Ricco (Cancrena), ora un ruolo importante lo svolgono l'apporto delle tastiere e dei samplers, ad opera di Giuseppe Dentamaro, che ha pure supervisionato le registrazioni del disco presso gli studi dello stesso gruppo, i Golem Dungeon Studios.

I brani si susseguono scorrendo via velocemente e con energia, ognuno con le proprie caratteristiche, quelli più vicini al passato del gruppo ("It's A Long Night", "We Say No!", "End of Days"...) e quelli che risentono maggiormente delle novità ("No Remorse", "The Joker"...); ma tutti ben rappresentativi del sound dei Golem, anche se è poi inevitabile andare a fare paragoni ed avvicinamenti a formazioni come Killswitch Engage, Soilwork o Deathstars, addirittura in alcuni passaggi (ad esempio nella ritmata "My Race" ed in "My Race") sembrano riecheggiare i Lordi, mentre restando in Italia si può pensare agli altrettanto validi Disarmonia Mundi e 5 Star Grave.

Pestare!
Evolversi!
Pestare!
Evolversi?


Chissà.
Vedremo cosa tireranno fuori al prossimo appuntamento discografico.

Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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